Menopausa e vampate: inefficacia della soia

Mangiare soia ogni giorno probabilmente non impedisce la comparsa di vampate e di sudorazioni notturne nelle donne in menopausa.

E’ quanto risulta da uno studio di monitoraggio delle abitudini alimentari di 1651 donne che non avevano in precedenza avuto esperienza di vampate menopausali.

Nel corso di un periodo di 10 anni, i ricercatori hanno monitorato le abitudini alimentari di questo sottogruppo di donne, alla ricerca di una relazione tra il consumo di fitoestrogeni e di fibre e l’incidenza di sintomi vasomotori della menopausa.

Gli Autori hanno misurato il consumo di isoflavoni, lignani, coumestrolo e fibre utilizzando un questionario di frequenza alimentare al tempo iniziale e di nuovo dopo 5 e 9 anni. I dati della ricerca sono parte del Study of Women's Health Across the Nation (SWAN) che include 3.302 donne in premenopausa e perimenopausa iniziale.

Dall’analisi dei risultati gli Autori concludono che “un effetto clinicamente significativo o di grandi dimensioni è improbabile."

Ci si augurava che il consumo di fitoestrogeni potesse rappresentare un’alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, ma sulla base di questo studio il consumo di soia e fitoestrogeni non si è rivelato essere la 'bacchetta magica'.

Sono state altresì studiate le donne asiatiche che hanno un regime alimentare ricco in fitoestrogeni, ma gli Autori confermano che i risultati non supportano l'ipotesi che una maggiore assunzione di fitonutrienti sia associata a più bassi tassi di insorgenza di vampate menopausali.

Bisogna anche ricordare che gli isoflavoni di soia si sono dimostrati inefficaci nel prevenire la perdita di massa ossea, come risulta da precedenti studi.

 

Data pubblicazione: 10 novembre 2012

14 commenti

#1
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Dr. Salvo Catania

Concordo con il tuo blog e soprattutto con il tuo prudente "improbabile", perchè questo studio è solo osservazionale
e infatti richiede espressamente che venga confermato da studi clinici a doppio cieco e quindi su campioni rappresentativi della popolazione

>>Conclusions: For certainty of any effect of dietary phytoestrogens or fiber on the prevention of incident VMS, a randomized, placebo-controlled, double-masked trial with sufficient numbers of women in different racial/ethnic, menopausal status, and metabolic groups over years of follow-up is required, but our results suggest that a clinically significant or large effect is improbable.>>>

Scrivo questo perchè le evidenze epidemiologiche viaggiano in tutt'altro senso : proprio al diverso tenore di consumo della soia viene attribuito un tasso differente di disturbi della menopausa che è stimato in circa 75-80 % in America, 70% in Europa, 25 % in Giappone, 15 % in Cina.

#2
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Dr. Salvo Catania

Dimenticavo di sottolineare quanto risulta chiaro proprio dallo studio :
1) Occorre per avere la certezza uno studio randomizzato in doppio cieco
2)e un numero sufficiente di donne a diversa etnia, razza ecc

Se consideriamo i sottogruppi di questo studio i campioni sono veramente risibili.



#3
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Dr. Marcello Sergio


I FATTI SEPARATI DALLE OPINIONI:
questo studio è un FATTO!
Le OPINIONI sono personali ed andranno confermate da altri studi (FATTI).
Personalmente ho riportato uno studio pubblicato su una delle riviste più prestigiose.
Quando saranno pubblicati altri studi a smentita di quest'ultimo ,sarò il primo ad inserirli nel blog con una nuova notizia!

#4
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Dr. Alessandro Scuotto

Scusa Marcello,
ho letto soltanto l'abstract disponibile in rete; se hai a disposizione l'articolo per esteso, puoi spiegarmi meglio che cosa intendono gli autori quando riportano nei risultati in abstract "although adjusted odds ratios for some individual quartiles were statistically significant."

Non mi è chiaro, inoltre (sempre perché non ho accesso all'articolo per intero) se, auspicando nelle conclusioni "For certainty of any effect of dietary phytoestrogens [...] a randomized, placebo-controlled, double-masked trial with sufficient numbers of women [...] is required", abbiano tenuto conto dell'articolo pubblicato qualche mese fa su Gynecol Endocrinol https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21870906

Probabilmente hanno limitato la loro osservazione soltanto agli apporti alimentari e non hanno incluso le informazioni provenienti dagli studi sugli isoflavoni da trifoglio rosso somministrati in capsule?
Che cosa ne pensi?

#5
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Dr. Marcello Sergio

L'articolo è molto recente, per cui online è disponibile solo quello allegato.
Di contro ti allego la revisione Cochrane:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17943751
la cui conclusione è la seguente:
"There is no evidence of effectiveness in the alleviation of menopausal symptoms with the use of phytoestrogen treatments."

(Non ci sono prove di efficacia nella riduzione dei sintomi della menopausa, con l'utilizzo di trattamenti fitoestrogeni.)
...ed è stato studiato anche il trifoglio rosso!!

Atteniamoci ai FATTI!

#6
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Dr. Salvo Catania

Hai ragione atteniamoci ai fatti e risporto le conclusioni dello studio

>>>>Conclusions: For certainty of any effect of dietary phytoestrogens or fiber on the prevention of incident VMS, a randomized, placebo-controlled, double-masked trial with sufficient numbers of women in different racial/ethnic, menopausal status, and metabolic groups over years of follow-up is required, but our results suggest that a clinically significant or large effect is improbable.>>>

Cioè quello che ho scritto io .

Lo studio non dà alcuna certezza e risentente di una pecca di impostazione gravissima.

Non tiene conto di una evidenza epidemiologica indiscutibile : che i diversi tassi di incidenza dei disturbi da Menopausa tra America, Europa, Giappone e Cina, sono in relazione al tempo di consumo di isoflavoni che precedono la Menopausa.
Non c'è alcuna discordanza sul fatto che perchè il consumo di isoflavoni possa determinare i tassi delle donne cinesi e giapponesi dovrebbe iniziare in età peripuberale, quindi 30 anni prima, del campione esaminato da questo studio che ha un follow-up < a 10 anni.

E' ovvio che nello studio la somministrazione di isoflavonoidi risulti inefficace.

Ad essere neanche tanto maligni mi viene il dubbio che lo studio sia stato caldeggiato ( se non sponsorizzato) proprio per dimostrarne l'inefficacia a vantaggio dell'unica alternativa che rimarrebbe : la terapia ormonale sostitutiva , che traina interessi di centinaia di milioni di dollari all'anno in tutto il mondo.

E lasciamo perdere per favore la Cochrane che dovrebbe (sic !) essere una onlus super partes........., ma che invece...e mi risparmio una denuncia.

#7
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Dr. Marcello Sergio

Esatto, atteniamoci agli studi, come già detto e non sono solito ripetermi. Al momento la conclusione è questa:
Mangiare soia ogni giorno probabilmente non impedisce la comparsa di vampate e di sudorazioni notturne nelle donne in menopausa.
Nasce il sospetto, ma è solo un sospetto, che vi sia qualche interesse a voler a tutti i costi pubblicizzare i prodotti naturali, con quello che costano, gravando sul portafoglio del cittadino (alla faccia della crisi economica!),
Rimango disponibile a repliche costruttive SOLO con gli UTENTI!

#9
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Dr. Alessandro Scuotto

Marcello,
innanzitutto grazie per la tua risposta.
Il mio intervento puntava a comprendere meglio questo argomento che appare, in alcune discussioni, controverso.

Non sono azionista di una casa farmaceutica né di fitoterapia e non ho interessi commerciali nel settore della produzione o distribuzione agroalimentare.
Vedi, io sono un internista (gastroenterologo) e ho sicuramente meno esperienza del trattamento dei sintomi delle donne in menopausa di quanta ne possa avere un ginecologo; il confronto con colleghi che hanno una maggiore esperienza pratica in altri campi è per me stimolante e rappresenta un'occasione di confronto per migliorare il mio lavoro.
Poiché mi occupo anche di medicine non convenzionali, è piuttosto frequente che si rivolgano a me pazienti con esplicita richiesta di ricorrere a terapie - ove possibili - di tipo "naturale" (intendono farmaci non di sintesi), nella convinzione (talvolta fondata, qualche altra volta meno) di una minor incidenza di effetti collaterali indesiderati a parità di efficacia.

Avevo già letto la revisione Cochrane che mi hai proposto nella tua replica, è del 2007, e desideravo sapere la tua opinione - surrogata dalla pratica clinica - alla luce di un lavoro che sembra ben fatto, pubblicato 5 anni dopo; poiché nella mia piccola casistica di pazienti, ho registrato un consistente successo nel trattamento e poiché la letteratura scientifica presenta aspetti discordanti desideravo sapere se tu avessi avuto esperienza personale nel trattamento dei sintomi della menopausa con queste alternative farmacologiche.
Se le hai escluse a priori, chiaramente il confronto non si può fare.

Spero che, nonostante tu abbia espresso - nell'ultima replica a Salvo - il desiderio di interloquire solo con gli utenti, vorrai fare un'eccezione.

#10
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Utente 258XXX

Buonasera Dr. Marcello Sergio,
sono una paziente oncologica di quasi 50 anni (mastectomia bilaterale per per carcinoma mammario) e sono stata sottoposta recentemente a isterectomia per fibromatosi uterina a cui è stata associata l' asportazione delle ovaie. Per le donne nelle mie condizioni non potendo ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva e neppure ai fito-estrogeni, ci sono altri rimedi contro questi sintomi che a volte si presentano con intensità e frequenza tali da diventare debilitanti? Inoltre esistono studi sull'insorgenza di effetti negativi per la salute delle donne che per combattere i sintomi della menopausa hanno consumato fito-estrogeni per lungo tempo, o il loro consumo è comunque innocuo? Cordiali saluti.

#11
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Dr. Marcello Sergio

Gent. utente 258701,
il suo caso, purtroppo, è uno di quelli in cui si ha difficoltà clinica a trovare una soluzione valida. Esistono farmaci che agiscono a livello del sistema nervoso centrale (non posso fare nomi commerciali, ovviamente) che riducono le vampate del 30-40%.
Riguardo i fitoestrogeni le allego questo link a conferma di quanto da me riportato in questa notizia:

http://www.marionegri.it/mn/it/pressRoom/istitStampa/archivio07/controVampCalore.html

L'utilizzo dei fitoestrogeni determina, a lungo andare, uno stimolo a livello endometriale che può rappresentare un fattore di rischio per l'insorgenza del cancro dell'utero se la donna non esegue i controlli (ecografia transvaginale). Questo soprattutto se la donna assume queste sostanze senza controllo medico, seguendo un fai-da-te, pensando di assumere sostanze naturali e quindi innocue.
Spero di aver dato un minimo contributo a chiarire le sue perplessità
Cordiali saluti

#12
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Utente 258XXX

La ringrazio, per la notizia che potrebbero esserci farmaci utilizzabili in situazione di gravità e anche per il link allegato, molto chiaro per chi è completamente a digiuno di medicina. Seguirò le indicazioni del Ginecoloco che mi segue il quale prudentemente mi aveva già indicato che è meglio per me non assumere sostanze: pazientare, vedere la situazione come evolve e ....sopportare. Cordialità.

#13
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Ex utente

Gent.mo dott. in relazione all'inefficacia dei fitoestrogeni in commercio, li avevo scelti insieme al medico per non assumere ormoni, ma vorrei capire sono inefficaci o pericolosi?

#14
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Dr. Marcello Sergio

Gent, utente 305845, in base agli studi riportati in questo post, l'utilizzo dei fitoestrogeni è risultato inefficace, riprendendo la conclusione dello studio:"un effetto clinicamente significativo o di grandi dimensioni è improbabile."
Riguardo la presunta pericolosità, la invito a considerare l'osservazione riportata in replica 11:"L'utilizzo dei fitoestrogeni determina, a lungo andare, uno stimolo a livello endometriale che può rappresentare un fattore di rischio per l'insorgenza del cancro dell'utero se la donna non esegue i controlli (ecografia transvaginale). Questo soprattutto se la donna assume queste sostanze senza controllo medico..."
Quindi è importante che, se si vuole utilizzare questi prodotti, venga fatto sotto assiduo controllo medico e con la consapevolezza che potrebbe non esservi un reale beneficio.
Cordiali saluti

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