Condizione femminile evoluzione.

La condizione femminile e la sua evoluzione biologica e sociale

La condizione femminile è qui di seguito affrontata sotto una prospettiva evoluzionistica in una carrellata che, passando attraverso il sesso e la riproduzione, arriva alla conclusione che la vita, semmai avesse un sesso, lo avrebbe femminile e non maschile.

È una carrellata densa di nozioni biologiche particolarmente impegnative, ma alla portata del lettore comune. Se così non fosse dovrebbe, nell’impossibilità di riproporle integralmente, rinfrescarle sfruttando le referenze bibliografiche.

La riproduzione

Il sesso, inteso come caratteri anatomici, genetici e morfologici che distinguono la femmina dal maschio, contrassegna con i cromosomi XX e XY la metà della Città della Vita racchiusa nel corpo umano. Contrassegna, in particolare, i “viventi” evoluti e altolocati, che ne costituiscono all’incirca la metà. È asessuata l’altra metà, rappresentata da viventi primordiali, adibiti a compiti subalterni e confinati nel microbioma, situato nell’antro digerente e sulla superficie del corpo umano.1

Questa nozione elementare già ci dice che il sesso appartiene a una fase avanzata dell’evoluzione identica nella sostanza, anche se diversa nella forma, alla Città della Vita.

Per quanto riguarda la riproduzione, il lettore dovrebbe sapere che la vita, esposta alcuni miliardi di anni fa ai micidiali raggi solari che incenerivano la superficie terrestre, si è difesa in tre modi:

  1. Primo, ha trovato rifugio nell’acqua e nel terreno.
  2. Secondo, ha “addomesticato” i raggi solari, piegandoli al soddisfacimento delle proprie necessità.
  3. Ultimo, ma non meno importante si è duplicata rapidamente, traducendosi in altri viventi, che l’hanno a loro volta duplicata e diffusa.

È soprattutto in quest’ultimo modo che la vita è sopravvissuta alle avversità, evitando che la fiammella che illumina l’Universo si spegnesse.

La mitosi

La prima forma di riproduzione è asessuata. Consiste nella mitosi, con la quale un vivente si sdoppia in copie identiche, che ne prendono il posto. La potenza diffusiva di questa riproduzione è espressa come meglio non si potrebbe da un racconto arabo.

L'emiro domanda al suddito che si è distinto per i suoi meriti: “Che cosa vuoi come ricompensa?”. La risposta è: “Metti un chicco di grano nella prima casella della scacchiera e poi raddoppialo ad ogni casella successiva. Questo è il grano che ti chiedo”. L'emiro, che come spesso avviene ai potenti non conosce la matematica, accetta volentieri, sennonché presto si accorge che tutti i granai dei suoi sudditi non basterebbero a soddisfare la richiesta. Si spaventa, ma per poco perché una prerogativa dei potenti è di potersi rimangiare le promesse.

La riproduzione mitotica è stata la principale barriera contrapposta dalla vita alle avversità, che altrimenti l’avrebbero spenta.

La riproduzione sessuata

Trascurando momentaneamente la partenogenesi e altre modalità riproduttive intermedie, passiamo direttamente alla riproduzione sessuata, che sul piano evoluivo è stata un passaggio critico.

Consiste nella formazione di un nuovo vivente derivante dall'unione di due cellule specializzate, dette gameti ognuno dei quali apporta al nascituro metà dei Progetto della Vita genitoriali.

Il gamete femminile è l’ovulo, che oltre alle istruzioni contenute nel Progetto della Vita conferisce il nutrimento indispensabile per attivarle. Per inciso, va ricordato che il termine Progetto della Vita è stato coniato da Renato Dulbecco per indicare il genoma, l’intreccio di acidi nucleici che sostiene la vita e le guida gli sviluppi.2

Il gamete maschile è lo spermatozoo, che si distingue per il vigore fisico. Non solo raggiunge l’ovulo superando la lontananza dalla quale proviene, ma lo penetra sfondando il guscio che lo protegge. Il vigore fisico è stato determinante nella fase selvaggia della struggle to survive, la lotta per la sopravvivenza darwiniana.

Ecco la prima, ancestrale ragione del predominio dell’uomo sulla donna. Questa ragione ha perso d’importanza via via che è avanzata l’evoluzione culturale, con la quale sono emerse attitudini diverse. Quali esse siano lo vedremo tra poco.

Con la riproduzione sessuale il progenitore non è più sostituito dalla prole. La affianca, assistendola nella crescita e sviluppo. È principalmente così che prende corpo l’evoluzione epigenetica, legata a trasformazioni che si trasmettono da vivente a vivente nel corso della vita, anziché per via ereditaria. Ne offre alcuni esempi l’evoluzione epigenetica secondo Jean-Baptiste de Lamarck.3, 4, 5

Questi esempi riguardano non solo i felini, con la madre che addestra il cucciolo alla caccia simulando una preda in fuga, ma anche gli umani. È il bambino che impara ad allacciarsi le scarpe, a leggere, a scrivere, a sviluppare le capacità intellettuali.

Più esattamente, sarà soprattutto l’evoluzione culturale secondo Luca Luigi Cavalli Sforza a cambiare il corso delle cose intrecciandosi col progresso scientifico e sfociando nella Civiltà degli Umani 6, 7. Sotto questo profilo, la Città della Vita racchiusa nel corpo umano ha molto da insegnare alla Civiltà degli Umani.

Per approfondire:Inquinamento e salute: il paradosso verde

La cellula germinale dalla quale la Città della Vita si diparte è totipotente, nel senso di potersi tradurre negli oltre 200 tipi di cellule, di tessuti, di organi ed apparati del corpo umano, ciascuno con struttura, dimensione, forma e funzioni diverse.

C’è chi provvede al rifornimento ed alla conservazione dell'energia, chi tutela la convivenza, chi lotta contro le aggressioni, chi procura o produce i beni di consumo, chi smaltisce i rifiuti, chi conserva ed elabora le informazioni su appositi circuiti nervosi, chi si occupa della riproduzione.

Questa diversificazione è prevista nel Progetto della Vita, ma in forma potenziale. Si attualizza per effetto dell’ambiente, comprendente non solo gli agenti mutageni, ma anche i progenitori che affiancano la prole. Il cheratinocita, ad esempio, cresciuto a contatto col tessuto cutaneo maturo. I proto neuroni, che maturano all’interno del tessuto nervoso.

In altre parole, nella Città della Vita l’addestramento ai compiti e alle funzioni professionali avviene sul campo, coincidendo con la prestazione lavorativa. Non è la Scuola professionale dell’attuale sistema scolastico, ma la Bottega d’arte rinascimentale, dove l’allievo imparava un mestiere lavorando e realizzando qualcosa insieme al maestro. Succede tuttora nella Città della Vita a livello della vita nascente, che germoglia nel grembo materno.

La totipotenza della cellula germinale frutto del connubio tra ovulo e spermatozoo è legata al proto-oncogene, un gene normalmente presente in tutte le cellule. Questa totipotenza si esprime sotto forma delle 200 linee cellulari che compongono l’organismo adulto, ma può anche diventare cancerogena per effetto di agenti mutageni 8.

Albert Szent-Györgyi (1893–1986) è stato il primo a ipotizzare la presenza nell’organismo di fattori umorali, chiamati retine e promine, capaci di condizionare il viraggio del proto-oncogene nell’uno o nell’altro senso 9. La sua idea non ha fin qui avuto ricadute applicative, ma il suo rimane uno degli approcci più promettente al trattamento dei tumori 10, 9.

Possiamo concludere che la sudditanza della condizione femminile a quella maschile è stata legata alla fase primitiva della lotta per la sopravvivenza, nella quale il vigore fisico era determinante.

Il passaggio all’evoluzione culturale secondo Cavalli Sforza ha comportato l’intervento di valori e attitudini diverse, appartenenti al genere femminile, più che maschile. La manualità, ad esempio, assieme all’intuito che va al cuore delle cose, alla socievolezza e ad altro ancora. Ecco perché la quota rosa nelle posizioni di comando si sta allargando per effetto non della legge, ma della forza delle cose.

Purtroppo, la donna sta trascurando la riproduzione, che langue e rischia, se non si provvede in tempo, lo spegnimento della vita, della fiammella che illumina l’universo. Lo spegnimento, per parlare delle faccende nostre, di quello straordinario, ma sgangherato Paese che si chiama Italia. Qui per il momento ci fermiamo, nel fiducioso auspicio che la donna ai posti di comando troverà la soluzione, contemperando la funzione riproduttiva con lo svolgimento delle attività fin qui riservate all’uomo.

Cos'è l'intersessualità?

Concludiamo con una riflessione sulla intersessualità, la condizione nella quale una persona presenta caratteri sessuali che non rientrano nella tradizionale classificazione di maschio e femmina.

Al pari di tutti gli altri tratti genetici, anche i cromosomi XX e XY possono essere, secondo una terminologia mutuata da Gregor Mendel, “dominanti” o “recessivi”.

I dominanti contraddistinguono le persone assestate su caratteri anatomici, morfologici e funzionali netti, che non ammettono deviazioni.

I recessivi appartengono alle persone che si riconoscono senza tentennamento nell’altro sesso.

In mezzo c’è l’infinita varietà dei caratteri incerti, risultanti dalle combinazioni tra tratti dominanti e recessivi.

Mendel non li ha presi in considerazione per la variabilità che ne ostacola l’elaborazione statistica e il conteggio, ma è arrivato il momento di affrontare il problema razionalmente, senza pregiudizi ideologici.

Il tema dell'itersessualità sarà approfondito a parte, a conclusione di un dibattito aperto anche a Medicitalia.

Bibliografia

  1. NIH HMP Working Group; Peterson J, Garges S, Giovanni M, McInnes P, Wang L et al., The NIH Human Microbiome Project. Genome Res. 2009 Dec;19(12):2317-23. doi: 10.1101/gr.096651.109. Epub 2009 Oct 9. PMID: 19819907; PMCID: PMC2792171..
  2. Dulbecco R. Il progetto della vita. Mondadori Ed., 1989.
  3. Lamarck J. Philosophie Zoologique, 1809.. Cambridge University Press, 2013. https://doi.org/10.1017/CBO9781139103800.
  4. Gunji M, Endo H. Functional cervicothoracic boundary modified by anatomical shifts in the neck of giraffes. R Soc Open Sci. 2016 Feb 3;3(2):150604.
  5. Williams EM. Giraffe Stature and Neck Elongation: Vigilance as an Evolutionary Mechanism. Biology (Basel). 2016 Sep 12;5(3):35. doi: 10.3390/biology5030035. PMID: 27626454; PMCID: PMC5037354.
  6. Cavalli Sforza LL. 1971. Similarities and Dissimilarities of Sociocultural and Biological Evolution. Mathematics in the Archaelogical and Historical Sciences. Edimburgo: Edimburgh University Press, pp 535-541.
  7. Cavalli Sforza LL. L’evoluzione della cultura. Codice Edizioni, 2004.
  8. Bachtrog, D. Y-chromosome evolution: emerging insights into processes of Y-chromosome degeneration. Nat Rev Genet 14, 113–124 (2013). https://doi.org/10.1038/nrg3366.
  9. Szent-Györgyi, A.. Electronic Biology and Cancer: A New Theory of Cancer. New York and Basel: Marcel Dekker, 1976
  10. Weinstein, I. B., and Joe, A. K. Mechanisms of disease: Oncogene addiction—a rationale for molecular targeting in cancer therapy. Nature Clinical Practice Oncology 3, 448–457 (2006).
Data pubblicazione: 26 settembre 2024

9 commenti

#1
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Utente 712XXX

Buongiorno dottore grazie dei suoi articoli per prima cosa. Avrei una prima domanda da fare che magari non è significativa in rapporto a quanto a scritto. È vero che sono stati condotti esperimenti (forse non proprio ufficiali) per verificare se negli umani accade il fenomeno che sto per esporre? Ho saputo (e questo dovrebbe essere ufficiale) che nelle drosofile i figli che nascono dall'accoppiamento sessuale assomigliano alla madre, al padre, e (soprattutto per le dimensioni) al primo partner della drosofila e (se ho capito bene) in misura minore ai successivi. Se questo è ufficiale come mai non dovrebbe essere così anche per noi e la natura lo avrebbe previsto solo per drosofile e altre specie da verificare? Io ho saputo che erano stati fatti esperimenti con uomini sterili che si accoppiavano con donne. E quando le donne si accoppiavano con uomini successivi ai primi, uomini non sterili, era stata riscontrata, alla nascita dei figli, una somiglianza con gli uomini sterili (i precedenti). Mi sembra che l'esperimento fosse su 6 casi. Non molti magari ma ne saranno stati fatti altri no?

#2
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Mi è sfuggita una h chiedo scusa

#3
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Prof. Bruno Silvestrini

Non conosco gli studi da lei menzionati, ma sollevano comunque il problema dell'evoluzione e della trasmissione dei tratti somatici per via epigenetica, ovvero attraverso il contatto diretto tra vivente e vivente anziché per via ereditaria attraverso il genoma. Per documentarsi dovrebbe leggere almeno i lavori fondamentali di Lamarck (Lamarck J. Philosophie Zoologique, 1809. . Cambridge University Press, 2013) e di Cavalli Sforza (Similarities and Dissimilarities of Sociocultural and Biological Evolution. Mathematics in the Archaelogical and Historical Sciences. Edimburgo: Edimburgh University Press; Sforza LL. L’evoluzione della cultura. Codice Edizioni, 2004). Se non ha fretta, troverà un descrizione asciutta del tema nel mio prossimo libro, intitolato "La Città della Vita". Buona serata

#4
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Utente 712XXX

Sarebbe un onore leggerlo come lo è stato avere una sua risposta. Io la ringrazio molto. Non vorrei cadere nella fantascienza in quanto non ho le competenze opportune per dirimere ma a proposito di quei casi con uomini sterili e donne avevo sentito e poi anche letto che c'era chi ipotizzava (e chi no) come una trasmissione di qualcosa da parte del liquido seminale (sia pure di uomini sterili) agli ovuli. Si usavano anche termini come SPIN e altri ma non ricordo proprio e soprattutto non sono più in grado di trovare online l'articolo. Mi spiace di non avere potuto riportare una bibliografia come ha fatto lei. Magari sarebbe stata giudicata una fantascienza ma almeno avrei potuto sottoporla al suo giudizio. Ringrazio e saluto cordialmente

#5
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Utente 712XXX

Egregio Professore approfitto dello spazio concesso ai commenti per una domanda: io so che ci sono siti come PUBMED o Google Scholar che sono considerati di grande peso e come fonti ufficiali da cui attingere. Forse anche ResearchGate. Sarebbe un disturbo se le chiedessi se può gentilmente indicarmi un elenco di questi siti? Oppure un sito che li raggruppi come elenco. Ad esempio una persona che volesse scrivere una tesi di laurea avrebbe bisogno di questo elenco. Potrei averlo anche io? Vorrei avere la possibilità di sapere quali sono questi siti di livello accademico

#6
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Prof. Bruno Silvestrini

Rispondo separatamente alle due domande.
La prima è Può un uomo sterile, ma capace di accoppiarsi trasmettere al nascituro qualcosa attraverso il liquido seminale? La risposta è no, perché essere sterile significa essere privo di capacità procreative. Elementary, my dear Watson! direbbe Sherlock Holmes. La mia precedente risposta riguardava il problema generale della trasmissione ed evoluzione epigenetica, che si avvale non della via ereditarie, ma del contatto diretto tra persona e persona nel corso dell’esistenza. Se rimane interessato al problema generale, rimane il mio impegno di fornirle una documentazione appropriata.
In quanto ai siti affidabili, la testata non offre di per sé garanzie di serietà. Non è raro imbattersi in pareri ed opinioni strampalate emesse da personaggi illustri, magari insigniti di premi Nobel per scoperte importanti, ma riguardanti competenze diverse. La testata vale in via orientativa, ma poi occorre un giudizio di merito specifico. Un giudizio che ogni persona razionale è in grado di dare, prescindendo dal grado d'istruzione. Personalmente, ho imparato molto di più da una mia nonnetta che non aveva pututo studiare, che dai miei maestri togati. Non trascuri inoltre l'assistenza. Che nel caso di una tesi di laurea viene dal tutore. Una categoria oggi spesso distratta da altre faccende, ma a saperli cercare ne esistono ancora.
Auguri!

#7
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Utente 712XXX

Egregio Prof la ringrazio molto per le risposte e attenderò il suo libro.
Grazie anche per essere intervenuto in merito alla mia curiosità sul discorso degli uomini sterili. Sono quasi 10 anni che ho sentito di questa notizia ma non ne avevo mai potuto parlare con qualcuno che ne sapesse in materia. Invece a proposito delle drosofile i partner precedenti avevano liquido seminale funzionante. Anche se è pazzesco (in senso buono) pensare che la cellula tenga in considerazione del passato. Sembra quasi il virus dell'herpes di cui non si libera più. Ricambio gli auguri anche per il libro e lo attendo, sono appassionato di divulgazioni mediche e di scienza

#8
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Prof. Bruno Silvestrini

Lei ha la vocazione della ricerca, intesa come curiosità, come ansia di capire le cose. Non la trascuri. Si faccia assegnare una tesi sui temi che la interessano, chieda di entrare come allievo interno in un Dipartimento o Istituto dove possa coltivare i suoi interessi.
In quanto a lei, li coltivi personalmente con lo studio che si fa non sul WEB, ma sui testi di studio. Cominciando dalla riproduzione, dai suoi meccanismi elementari che da soli possono soddisfare le sue curiosità. Quella mitorica, che è asessuata, la partenogenesi che è a mezza strada, per arrivare a quella sessuata. Qualcosa di quello che ai miei tempi insegnavo da cattedratico lo trova nell'ultimo dei miei articoli su Medicitalia, dedicato alla condizione femminile.
Auguri

#9
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Utente 712XXX

Colgo di nuovo l'occasione per porgerle i miei ringraziamenti. La saluto cordialmente buonasera

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