Dieta e Intestino Irritabile (IBS)
I fattori coinvolti nella fisiopatologia della sindrome dell'intestino irritabile (IBS) possono includere disturbi della motilità gastrointestinale, infiammazione persistente a basso grado di attività (low-grade inflammation) della mucosa gastroenterica, ipersensibilità viscerale, alterazioni del microbiota gastrointestinale, predisposizione genetica, stress e dieta.
Indicazioni alimentari per il colon irritabile
Poiché molti pazienti con sindrome da intestino irritabile riferiscono che il pasto induce o aumenta l'intensità dei sintomi, sembra che l'alimentazione assuma un ruolo importante attraverso processi chimici, osmotici, meccanici, neuroendocrini, batterici legati alla fermentazione di alcune sostanze alimentari.
In un articolo di recente pubblicazione su Current Opinion in Gastoenterology gli autori hanno preso in considerazione le ricerche effettuate sull'argomento per considerare l'efficacia dell'approccio dietetico nella gestione terapeutica del colon irritabile.
Il primo livello di intervento dietetico consiste nell'evitare eccessi alimentari e di limitare l'ingestione di sostanze ritenute potenzialmente irritanti (alcolici, spezie piccanti, stimolanti ecc.).
Alimenti e fermentazione nell'intestino
Una opzione che riscuote particolare interesse in caso di sindrome da intestino irritabile è la dieta a basso livello di FODMAP (Fermentable Oligo- Di- Mono-Saccharides And Polyols).
I FODMAP sono carboidrati a catena corta che vengono assorbiti in maniera incompleta nel tratto gastrointestinale e favoriscono l'insorgenza di fenomeni di fermentazione nell'intestino. Sono contenuti in molti alimenti, in particolare sono abbondanti in:
- derivati del frumento
- legumi
- latte e latticini
- alcuni frutti (pere, ciliegie, albicocche, fichi)
- alcune verdure e ortaggi (cicoria, asparagi, broccoli, peperoni).
La dieta in due fasi
Questo approccio dietetico (Low FODMAP diet) per combattere il colon irritabile consiste di due fasi:
- nella prima parte (4-6 settimane) gli alimenti contenenti FODMAP sono eliminati
- nella fase successiva (6-12 settimane) ciascuna categoria di cibo viene reintrodotta gradualmente per identificare intolleranze individuali e formulare una dieta meno restrittiva.
Glutine e cibi che fermentano
Per quanto una dieta priva di glutine abbia un notevole seguito, in realtà gli alimenti con glutine contengono FODMAP (es. fruttani), quindi il beneficio di questa dieta in alcuni casi di sindrome da intestino irritabile è legata parzialmente all'esclusione di FODMAP e, a meno che non si tratti di una chiara condizione di intolleranza al frumento (come per la cosiddetta Non-Celiac Gluten Sensitivity), l'esclusione del glutine dovrebbe essere riservata alla malattia celiaca in considerazione dei possibili conseguenti deficit nutrizionali associati (vitamina D, vitamina B1, ferro, zinco, magnesio).
Il supplemento di fibre solubili, in particolare Psyllium, nella dieta è risultato efficace nel trattamento dei sintomi da intestino irritabile.
Inoltre, interventi di modulazione del microbiota intestinale attraverso l'impiego di probiotici rappresentano una possibilità promettente che ha bisogno di ulteriori conferme per l'individuazione dei ceppi batterici adeguati, per il tempo di somministrazione e per il dosaggio.