Malattia di Crohn: meglio smettere di fumare!

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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Uno studio prospettico multicentrico pubblicato recentemente su American Journal of Gastroenterology ha considerato le abitudini al fumo di 573 pazienti con diagnosi di malattia di Crohn in remissione clinica.

Sono stati confrontati gli andamenti clinici dei pazienti per un periodo di follw-up di 4 anni. A tutti i pazienti fumatori era stato consigliato di smettere.

I pazienti che hanno continuato a fumare hanno avuto recidive della malattia più frequenti e più precocemente rispetto ai pazienti che avevano smesso di fumare e che presentavano un tasso di recidiva simile a quello dei pazienti non-fumatori. Questa variabile non appare influenzata dal tipo di terapia farmacologica impiegata.

Lo studio assume particolare rilievo poiché se fin'ora l'abitudine al fumo era stata riconosciuta come la sola variabile ambientale ripetutamente associata all'insorgenza della malattia di Crohn, vi erano pochi studi che valutassero l'impatto di questa abitudine sull'andamento della malattia.

Appare dunque necessario insistere con i pazienti fumatori affetti da malattia di Crohn sul beneficio determinato dall'interruzione dell'abitudine al fumo.

 

Nunes T, Etchevers MJ, Garcia-Sanchez MV, et al. Impact of smoking cessation on the clinical course of Crohn's disease under current therapeutic algorithms: a multicenter prospectic study. Am J Gastroenterol 2016 Feb 9, doi:10.138/aig.2015.401

Data pubblicazione: 14 marzo 2016

2 commenti

#1
Foto profilo Prof. Alberto Tittobello
Prof. Alberto Tittobello

Strano. Sui libri canonici era scritto che il fumo non fa male, anzi forse bene nelle IBD.

#2
Foto profilo Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

No, Non è molto strano.
Ti ringrazio per avermi riportato indietro agli anni nei quali mi occupavo nella ricerca scientifica più da vicino di questo argomento.
Negli anni '80 furono pubblicati diversi report bei quali si evidenziava la maggior prevalenza di Colite Ulcerosa in soggetti ex-fumatori, sospettando un effetto "protettivo" dell'abitudine al fumo per questa patologia. Per quel che riguarda la m. di Crohn la correlazione invece era inversa anche allora: tra le due popolazioni di IBD vi era quindi già evidente una marcata differenza.
Qualcuno azzardò anche l'uso nella terapia della colite ulcerosa sei chewingum alla nicotina con un successo talmente scarso che la cosa non ha avuto più alcun seguito.
Attualmente l'ipotesi fisiopatologica che si è avanzata è quella di una diversa suscettibilità ale componenti del fumo di sigaretta per le cellule dendritiche del piccolo intestino rispetto al colon:
http://journals.lww.com/ibdjournal/Abstract/2014/05000/Opposing_Effects_of_Smoking_in_Ulcerative_Colitis.4.aspx
http://journals.lww.com/ibdjournal/Citation/2014/11000/Does_Cigarette_Smoke_Extract_Really_Bring_Out.36.aspx
http://journals.lww.com/ibdjournal/Citation/2014/12000/Reply_to_Does_Cigarette_Smoke_Extract_Really_Bring.36.aspx

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