Stipsi: miti e certezze
La stipsi e la sindrome dell’ intestino irritabile hanno una elevata incidenza nella popolazione e da sempre svariati miti e credenze si diffondono per diverse vie contribuendo ad una scorretta gestione del problema e a una sua persistenza nelle persone colpite.
Qualche punto fermo per fare un po’ di chiarezza:
1) E’ falso che un ristagno di feci nel colon per un periodo di tempo elevato determini una ‘autointossicazione’.
Questo mito è stato sfatato da diversi anni tuttavia l’ idea resta fortemente radicata in tanti soggetti che si sottopongono a clisteri o sedute di idrocolonterapia allo scopo di ripulire il colon dalle presunte scorie nocive. L’ ipotesi che la stasi fecale modifichi la flora batterica con un aumento di ceppi in grado di produrre tossine risale al 1913 e negli anni successivi diversi sintomi sono stati attribuiti a questo fenomeno. In realtà non è mai stata dimostrata la presenza di tossine circolanti provenienti dall’ intestino e i sintomi attribuii scompaiono in genere con l’ evacuazione.
2) Un colon di lunghezza superiore alla media, detto dolicocolon, favorendo il riassorbimento di acqua, causa stipsi? No: e’ una vecchia ipotesi smentita da uno studio francese del 1988 che ha valutato la funzione motoria del colon e del retto in donne con stipsi nelle quali la presenza di dolicocolon si è rivelata ininfluente.
3) Le variazioni ormonali giocano un ruolo nell’ insorgenza della stipsi? No. E’ osservazione comune il fatto che le donne riferiscano cambiamenti della funzione intestinale durante le diverse fasi del ciclo mestruale ed in gravidanza.In realtà non sono state osservate differenze significative del transito intestinale nelle varie fasi. mentre un allungamento del tempo di transito è stato osservato ma solo nel terzo trimestre di gravidanza.
L’ipotirodismo è invece una nota causa di stipsi e riguarda circa il 30% dei pazienti iptirodei. Sfatati i falsi miti, qualche certezza:
1) Valutare correttamente le alterazioni fisiopatologiche dei pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile è essenziale per una terapia efficace
2) Il ruolo dell’alimentazione ed in particolare delll’assunzione di acqua, fibre e zuccheri è importante
3) I lassativi osmotici sono farmaci sicuri ed efficaci nella terapia della stipsi se correttamente prescritti e assunti secondo le indicazioni
4) Un nuovo farmaco procinetico, la prucalopride, appare promettente nel trattamento della stipsi cosi’ come la linaclotide, un prosecretore di prossima commercializzazione in Italia
5) L’efficacia di erbe medicinali e agopuntura è tuttora controversa ed in attesa di conferme
6) Antispastici ed antidepressivi sono efficaci sul dolore addominale ma non sulla stipsi
Liberamente tratto da: ‘Dall malattia da reflusso gastroesofageo alle patologie funzionali gastrointestinali’ corso FAD a cura del Prof. Rosario Cuomo, Univ. Federico II, Napoli