Reflusso gastroesofageo: quando fare la gastroscopia?
La malattia da reflusso gastroesofageo è una patologia frequente e peggiora significativamente la qualità della vita dei pazienti. La gastroscopia è l’esame comunemente più utilizzato e fa parte della comune pratica clinica per la diagnosi di questa condizione, tuttavia una serie di studi hanno dimostrato che tra il 10 e il 40% delle gastroscopie vengono eseguite con una indicazione inappropriata e buona parte di queste riguardano proprio il reflusso.
L’utilizzo inadeguato della gastroscopia comporta un aumento ingiustificato dei costi, uno spreco delle risorse e, pur trattandosi di una procedura indolore e pressoché esente da complicanze, un disagio per il paziente che potrebbe essere evitato rispettando le corrette indicazioni.
Quando fare la gastroscopia: le linee guida dell’American College of Physician
Per queste ragioni l’American College of Physician ha recentemente emesso queste linee guida basate sulle migliori evidenze disponibili:
1) la gastroscopia è indicata in uomini e donne con bruciore retrosternale e almeno uno dei seguenti segni di allarme: disfagia (difficoltà alla deglutizione), sanguinamento, anemia, perdita di peso e vomito ricorrente
2) la gastroscopia è indicata in uomini e donne con
- a) sintomi tipici che persistono nonostante un ciclo di terapia di 4/8 settimane con un inibitore di pompa somministrato quotidianamente due volte al giorno
- b) esofagite erosiva severa evidenziata in una precedente gastroscopia dopo due mesi di terapia con inibitore di pompa per verificare la guarigione ed escludere l’esofago di Barrett. Escluso l’esofago di Barrett, non sono indicate ulteriori gastroscopie di principio dopo questa
- c) precedente stenosi (restringimento) esofageo infiammatorio con disfagia ricorrente
3) la gastroscopia può essere indicata:
- a) negli uomini dopo i 50 anni con sintomatologia cronica da reflusso (per piu’ di 5 anni) e presenza di fattori di rischio (sintomi da reflusso notturni, ernia iatale, obesità soprattutto localizzata all’ addome, fumo) per individuare l’esofago di Barrett e l’adenocarcinoma esofageo.
- b) nei controlli periodici in pazienti noti portatori di esofago di Barrett.
In assenza di displasia alle biopsie i controlli non dovrebbero essere più frequenti di uno ogni 35 anni mentre in caso di displasia sono indicati controlli più frequenti.
L’endoscopia digestiva ha sicuramente rivoluzionato la diagnosi e la terapia di questa ed altre malattie, l’utilizzo inappropriato della tecnica tuttavia, un po’ come in tutti i campi della medicina, va evitato per evitare di aumentare costi e rischi in assenza di benefici per il paziente.
Guarda il video: Reflusso gastroesofageo: 5 domande e risposte
Fonte
- Ann.Int.Med., 2012, 157; 808-816