Digestione lenta e gonfiore: e se fosse gastroparesi?
‘Non digerisco bene’: sensazione di sazietà precoce, gonfiore addominale, nausea, eruttazioni... sintomi che quotidianamente vengono riferiti dai nostri pazienti e compatibili con diverse patologie. Una di queste, poco conosciuta ed a volte dimenticata è la cosiddetta gastroparesi, ovvero l’evidente ritardato svuotamento dello stomaco in assenza di ostruzione organica a valle.
Una recente pubblicazione dell’American College of Gastroenterology ha indicato le linee guida attuali nella gestione di questa patologia. E’ un problema che affligge molte persone, soprattutto dopo interventi chirurgici all’addome superiore, il 5% dei diabetici di tipo I e l’1% del tipo II. Lo 0.25% della popolazione non diabetica ne è colpito.
Il fumo e alcuni farmaci sono causa di rallentato svuotamento gastrico, ad esempio i narcotici, gli antidepressivi triciclici, i calcio antagonisti, la clonidina, il litio e il progesetrerone. Spesso i sintomi compaiono dopo un’infezione virale con nausea e vomito e persistono dopo la risoluzione dell’episodio acuto. Al persistere dei sintomi è importante identificare i pazienti diabetici, operati allo stomaco, affetti da patologie tiroidee, autoimmuni, endocrine e reumatologiche che si associano tipicamente a questa sindrome.
L’esame ideale per la diagnosi sarebbe il cosiddetto test di svuotamento gastrico ai cibi solidi di 4 ore dove, se allo scadere delle 4 ore lo svuotamento gastrico è inferiore al 50% la diagnosi viene confermata. Si tratta tuttavia di un esame poco praticato così come il breath test al carbonio 13 e la videocapsula, non ancora del tutto validati. La gastroscopia è importante per escludere cause organiche.
E’ importante in presenza dei sintomi tipici escludere le patologie associate sopra indicate, i disturbi della condotta alimentare (anoressia e bulimia), il cosiddetto vomito ciclico e l’assunzione di cannabinoidi. La terapia prevede la correzione di eventuali disturbi elettrolitici, una valutazione di un medico nutrizionista, l’eventuale correzione di carenza di vitamina D, apparentemente associata alla sindrome ed infine indicazioni alimentari che prevedono una dieta a basso contenuto di grassi, a basso residuo prediligendo cibi cotti e morbidi e pasti piccoli e frequenti.
La terapia farmacologica prevede l’utilizzo di metoclopramide (solo a diagnosi confermata e se altre terapie inefficaci, visti gli importanti effetti collaterali ed in paticolare la discinesia tardiva), domperidone, eritromicina e forse l’utilizzo di tossina botulinica. Alcuni pazienti ‘post-chirurgici’ possono poi trarre beneficio da particolari reinterventi. L’agopuntura sembra avere infine un ruolo in un certo numero di pazienti.
Si tratta quindi di una patologia comune che può condizionare la qualità della vita e associarsi a patologie importanti che vanno identificate e trattate in modo adeguato.
Fonte: Camilleri M et al, Clinical guideline: management of gastroparesis, Am J Gastroenterol.2013;108:18-37