Cancro del pancreas, screening e diagnosi precoce. A che punto siamo?
Cosa hanno in comune Steve Jobs, Luciano Pavarotti, Patrick Swayze, Aretha Fanklin, Joan Crawford, Rex Harrison, Henri Mancini?
Sono tutti morti per un cancro al pancreas!
Un recente lavoro appena pubblicato su Annali of Surgery mette a fuoco i termini della questione.
Attualmente la quarta causa di morte per cancro negli Stati Uniti con una sopravvivenza media dei pazienti ai quali viene diagnosticata una malattia resecabile chirurgicamente del 15-20% a 5 anni.
Il problema è che nella stragrande maggioranza dei pazienti il tumore viene diagnosticato quando non più resecabile ed a questo stadio la sopravvivenza a 5 anni è vicina a zero!
Appare quindi evidente l’ urgente necessità di identificare uno strumento di screening per la diagnosi precoce così come si è fatto per i tumori di mammella, colon retto e prostata con verosimili vantaggi sulla sopravvivenza.
Un recente lavoro ha definito la ‘finestra’ di tempo tra la presenza del tumore non diagnosticabile clinicamente e la sua evidenza sintomatica: circa 15 anni. Un intervallo di tempo quindi ragionevole nel quale identificare la malattia precocemente.
Purtroppo la posizione anatomica del pancreas costituisce un ostacolo ad una semplice valutazione con tecniche di immagine e il momento nel quale la malattia diventa sintomatica, in genere con calo di peso ed ittero senza dolore, coincide con lo stadio avanzato di malattia difficilmente curabile.
La spinta verso la necessità di una diagnosi precoce nasce anche dal fatto che le recenti statistiche dimostrano che la malattia diagnosticata in fase iniziale e trattata in centri ad alto volume permette di ottenere buoni risultati con una mortalità operatoria limitata al 3%, rispetto al 25-30 % di alcuni decenni fa.
Al momento attuale quindi sono in esame ben 162 marker serici, ovvero sostanze dosabili nel sangue il cui valore aumentato sarebbe indice di malattia.
Nessuno di queste però ha soddisfatto i criteri sufficienti per essere utilizzato come strumento di screening ed il più noto di questi, il cosiddetto CA 19.9 è utilizzato solo per identificare una eventuale ripresa di malattia in pazienti già operati con intento curativo ma non come strumento di diagnosi precoce.
Le tecniche di diagnostica per immagine in grado di identificare il tumore del pancreas sono l’ ecografia, l’l ecoendoscopia, la colangiopancreatografia retrograda, la tac, la risonanza magnetica e la pet.
Purtroppo nessuna di queste per diverse ragioni può essere utilizzata come efficace strumento di screening nella popolazione generale.
Si è preferito quindi al momento attuale concentrare l’ attenzione sui gruppi di pazienti a rischio ovvero coloro che presentano un aumentato rischio di sviluppare la malattia per le seguenti ragioni:
- età (il 97% dei tumori viene diagnosticato in persone oltre i 45 anni)
- obesità
- fumatori
- diabetici
- pazienti affetti da pancreatite cronica.
- alcune sindromi genetiche
Anche in questi gruppi selezionati di pazienti per fattori rischio tuttavia non vi è evidenza che le metodiche sopra descritte possano essere utilizzate in modo efficace come strumento di screening.
Sembra quindi opportuno al momento concentrarsi sulla riduzione del fattori di rischio modificabili mediante correzione delle abitudini di vita ed alimentari, in attesa di uno strumento adeguato.
La battaglia contro il cancro del pancreas per il momento è persa.