Attenzione agli effetti collaterali dell’omeprazolo e degli inibitori della pompa protonica

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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Gli inibitori di pompa protonica (omeprazolo, pantopazolo, lansoprazolo, esomeprazolo ed altri) sono una classe di farmaci di recente introduzione nella pratica clinica e hanno radicalmente migliorato la terapia delle malattie associate ad ipersecrezione acida gastrica.

Sono comunemente utilizzati nelle terapie volte a eradicare l’ infezione da Helicobacter Pylori (https://www.medicitalia.it/minforma/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/129-helicobacter-pylori-quando-come-e-chi-trattare.html) e nella terapia della malattia da reflusso gastro esofageo (https://www.medicitalia.it/minforma/chirurgia-dell-apparato-digerente/954-reflusso-gastroesofageo-terapia-medica-o-chirurgica.html) con ottimi risultati.

 

Un gruppo di ricercatori tedeschi tuttavia ha recentemente pubblicato un lavoro che sottolinea i possibili effetti collaterali delle terapie a lungo termine e che meritano di essere precisati. E’ stata trovata infatti un’ associazione statisticamente significativa con le fratture associate a osteoporosi, la diarrea associata ad infezione da Clostridium Difficile e la polmonite.

Sono inoltre da ricordare le possibili interazioni farmacologiche, soprattutto per alcuni di questi farmaci con farmaci importanti e comunemente utilizzati quali il clopidogrel e l’ acido acetilsalicilico con potenziali conseguenze negative sugli eventi cardiovascolari ed infine l’ ipomagnesemia refrattaria per citare solo i più comuni.

Questi farmaci sono estremamente efficaci se correttamente prescritti ed utilizzati ed hanno indubbiamente costituito un grande passo avanti nella terapia delle patologie digestive, sembra opportuno tuttavia ricordare, anche alla luce di questi dati, come sia opportuno evitarne l’ assunzione non appropriata o eccessiva e soprattutto senza una indicazione medica corretta.

 

Von Rahden BH et al, Chirurg, sept 2011

Data pubblicazione: 19 settembre 2011

11 commenti

#1
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Utente 370XXX

Salve,
volevo solo chiedere: come si deve comportare il paziente, in questi casi? Deve comunque cercare di curare il problema, se poi soffre anche di osteoporosi ed altre situazioni annesse e/o complesse, come si deve approcciare con queste terapie? Chiedo scusa se mi pongo in questo modo, ma a volte il paziente si trova davvero ad un bivio e non sà cosa accettare.

#2
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Dr. Andrea Favara

I farmaci vanno utiizzati al minimo dosaggio efficacee per il minor tempo possibile. Esistono altri farmaci con azione analoga gravati da meno effetti collaterali. Se necessario ovviamente, è corretto assumerli pur conoscendone i possibili effetti collaterali. La decisione va presa sempre in accordo col curante o con lo specialista gastroenterologo. Prego.

#3
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Utente 370XXX

La ringrazio Dr. Favara, per la sua risposta.
Sicuramente i farmaci vanno presi sotto controllo medico e non fai da te. Se il paziente poi per patologia severa è costretto ad assumerli anche per lunghi periodi e in taluni casi anche per sempre gli effetti collaterali, anche se conosciuti , saranno inevitabili.
Il paziente si ritroverà ancor di più debilitato: dalla malattia pimaria e da quelle arrecate dagli effetti collaterali del farmaco preso come terapia. Cordialmente.

#4
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Utente 274XXX

Buon giorno sono un uomo di 54 anni e
Ho avuto un infarto non q nel luglio del 2012 e la terapia consiste in pantoprazolo prima del pasto, ¼ tenormin mattina e ¼ la sera, cardioaspirina dopo pranzo ( intollerante alle statine). I risultati delle analisi del sangue sono buoni.
Ho “solo” problemi gastrici (c’è da dire che ho i diverticoli che curo con Rifacol una settimana al mese e fermenti lattici)e da circa due anni la mattina ho frequenti evacuazioni simil/diarrea.
In sintesi posso “ liberarmi” del pantoprazolo, magari sostituendolo con un farmaco analogo che non abbia questi effetti collaterali sul mio intestino?
Grazie molte dell’attenzione.

#5
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Dr. Andrea Favara

Puo' essere ma la decisione eventuale deve essere presa dal medico che la segue. Prego.

#6
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Utente 274XXX

Grazie molte.

#7
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Ex utente

Buonasera dott. Favara, ma sul serio un utilizzo diciamo quasi cronico (anche ad una dose minima di 10 mg al giorno) può molto probabilmente far sviluppare dei polipi allo stomaco (anche se benigni)? se è così, mi pare una cosa preoccupante! mi tolga per piacere questo dubbio. le ripeto: ad una dose minima efficace di 10 mg al giorno. grazie

#9
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Ex utente

Spero però che tale casistica sia solo presente in una piccola percentuale di pazienti trattati con IPP! altrimenti sarebbe un disastro. se corro questi rischi, io da domani smetto di assumere omeprazolo e mi tengo tutti i bruciori (magari smetterò di mangiare del tutto, così evito pure i reflussi)

#10
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Dr. Andrea Favara

L'equilibrio tra efficacia ed effetti collaterali è sempre l' obiettivo.

#11
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Ex utente

Va bene, dott. Favara, ma, dati alla mano, le percentuali di poliposi quali sono? voglio dire, si sa che il reflusso (che sia importante o lieve, come lo ho io) è comunque una patologia cronica e che, volenti o nolenti, gli "omeprazoli" toccherà a noi sventurati prenderli per tutta la vita. si possono fare delle interruzioni, ma io personalmente, dopo tre mesi di "break", mi vedo costretto a riprendere la mia dose abituale di 10 mg di omeprazolo al giorno (altrimenti dovrei scolarmi una mezza bottiglia di Gaviscon al dì). la cosa che più mi sorprende è notare (anche su questo stesso sito) di come ci siano suoi colleghi che affermano che gli IPP sono farmaci del tutto sicuri e che gli effetti collaterali si hanno solo in una minima percentuale di pazienti trattati, mentre poi ce ne sono altri che mettono in guardia riguardo alle assunzioni prolungate di tali farmaci. io, dalle ultime analisi del sangue di due mesi fa, ho tutti i parametri nella norma (Magnesio, calcio, fosforo, vitamina B12, etc.), problemi al cuore non ne ho e né l'omeprazolo (almeno fino ad ora) mi ha dato scompensi cardiaci... mi chiedo anche: come mai nei bugiardini degli IPP non vengono citati, come possibile causa di trattamento cronico e prolungato, la poliposi gastrica? immagino che le case farmaceutiche vogliano volutamente tacere su questo grave inconveniente

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