Clostebol: cos'è e a cosa serve?

Il nome clostebol è balzato all'attenzione delle cronache sportive a seguito del sospetto caso di doping che ha coinvolto il tennista italiano Jannik Sinner, poi assolto. Ma di cosa si tratta esattamente?

Cos'è il clostebol?

Il clostebol acetato è un derivato sintetico del testosterone, utilizzato principalmente per le sue proprietà anabolizzanti. Questo steroide anabolizzante è stato sviluppato per incrementare la sintesi proteica e favorire la crescita muscolare; per questo motivo è considerato una sostanza dopante e quindi vietato in numerose discipline sportive.

A cosa serve il clostebol?

In ambito medico, viene utilizzato principalmente per il trattamento di alcune condizioni che richiedono la promozione della sintesi proteica e la rigenerazione dei tessuti.

Sebbene sia noto per i suoi effetti anabolizzanti, il clostebol acetato viene utilizzato principalmente in ambito dermatologico.

È disponibile in creme e spray e viene applicato topicamente per accelerare la guarigione di ferite e lesioni cutanee. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie può alleviare prurito e arrossamenti.

Come viene venduto in Italia?

In Italia, il clostebol acetato è disponibile principalmente sotto forma di farmaco ad uso topico, spesso in creme o spray per uso dermatologico e può essere acquistato senza ricetta medica. È un farmaco di facile reperibilità nelle farmacie e nei supermercati.

È prescritto per il trattamento di ferite o lesioni cutanee, grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e rigenerative. Tuttavia, essendo una sostanza dopante, è soggetto a restrizioni severe e il suo utilizzo è strettamente controllato.

Perché il clostebol è considerato doping?

L'uso del clostebol acetato è vietato nelle competizioni sportive perché può migliorare le prestazioni atletiche in modo artificiale. Anche se viene utilizzato per scopi terapeutici, la sua presenza nelle urine di un atleta può essere interpretata come un tentativo di migliorare le proprie capacità fisiche.

Cos'è successo a Jannik Sinner?

Recentemente, il tennista italiano Jannik Sinner è stato al centro dell'attenzione mediatica a causa di un incidente legato al clostebol acetato. Durante una competizione è emerso che Sinner potrebbe aver utilizzato una crema contenente clostebol acetato, ignaro del fatto che questa sostanza è vietata in ambito sportivo. 

Tuttavia, dopo approfondite analisi, è emerso che la positività al test era riconducibile all'uso di una crema a base di clostebol acetato che il suo massaggiatore aveva usato per curare una ferita alla mano. Per questo, Sinner è stato in seguito scagionato da ogni accusa.

La decisione sembra corretta, perché è stato riportato che quasi tutti i casi simili non sono da attribuire ad un uso volontario dell’anabolizzante, ma piuttosto al contatto con persone che lo hanno usato per scopi terapeutici.

Oggi, la disponibilità della tecnica della gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa permette di rilevare tracce infinitesime di clostebol acetato.

È quindi possibile che dopo una singola somministrazione transdermica ed un successivo contatto involontario con l'area di applicazione, i controlli antidoping risultino positivi [1].

Questa possibilità è stata avvalorata dalle conclusioni di uno studio che aveva lo scopo di studiare l’assorbimento transdermico degli anabolizzanti dopanti, incluso il clostebol acetato, in quanto fornisce una spiegazione plausibile per la positività involontaria ai test antidoping [2].