Uso dell'ormone tiroideo e rischio di aborto in donne sottoposte a FIVET
Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori cinesi e australiani, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of American Medical Association, ha indagato se la terapia con L-tiroxina (l’ormone tiroideo generalmente usato per la cura dell’ipotiroidismo) potesse limitare il rischio di aborto nelle donne sottoposte a fecondazione assistita (FIVET).
Si trattava di circa 600 pazienti, 31 anni di età media, tutte con ormoni tiroidei NORMALI ma anticorpi anti-tiroide (anti-TPO) positivi, elemento quest’ultimo associato in diversi altri studi ad un rischio di aborto spontaneo maggiore di 2-3 volte. Una precisazione importante, le pazienti incluse non avevano avuto aborti in precedenza né presentavano malattie di altro tipo che ne aumentano il rischio.
I risultati non hanno mostrato alcun beneficio della terapia con L-tiroxina né sul principale endpoint, la percentuale di aborto spontaneo entro 28 settimane dalla FIVET (10.3 vs 10.6%), né su altri indicatori quali il numero di gravidanze effettivamente ottenute con la metodica o quelle portate a termine.
Si tratta del più numeroso trial clinico condotto ad oggi su questo argomento, la cui metodologia risulta di elevata qualità ed appropriatamente descritta dagli Autori.
Questi risultati suggeriscono, ancora una volta, che la terapia con ormone tiroideo prescritta in base ai soli “numeri” e senza una precisa valutazione endocrinologica non serve a nulla; al contrario, prescrizioni di farmaci inappropriate, oltre ad essere inefficaci e potenzialmente pericolose, possono generare un ulteriore carico di ansia e preoccupazioni per le pazienti, specie nel delicato momento per l’equilibrio femminile della ricerca di una gravidanza.
FONTE: JAMA December 12, 2017 Volume 318, Number 22