La soia può interferire con la tiroide? Alcune precisazioni

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Prof. Alfonso Bellia Endocrinologo, Diabetologo

Gli alimenti contenenti soia rappresentano la base delle diete tradizionali delle popolazioni Asiatiche e sono diventati popolari in Occidente ormai da molti anni per alcuni potenziali effetti benefici sulla salute, specialmente il miglioramento di alcuni sintomi nelle donne in menopausa, quali sintomi depressivi e vampate.

In effetti, ci sono molti componenti bioattivi nei semi di soia che possono contribuire a questi benefici: in particolare gli isoflavoni, che possono esercitare attività sia di tipo ormonale che non ormonale.

A fronte di ciò, sono emersi negli ultimi anni alcuni dubbi che la soia possa in realtà essere controindicata in alcune persone. Ad esempio alcuni studi nell'animale avevano posto il quesito se la soia potesse alterare la biosintesi degli ormoni tiroidei o interferire con l'assorbimento intestinale della tiroxina sintetica (l'ormone utilizzato per la terapia dell'ipotiroidismo).

Analizzando alcuni studi clinici in soggetti sani (cioè senza problemi tiroidei) e con adeguato apporto alimentare di iodio, sia uomini che donne, si è giunti alla conclusione che nessun effetto - o comunque in misura trascurabile - è evidente sulla funzione tiroidea dall'aggiunta di isoflavoni o cibi contenenti soia nella dieta.

Al contrario, altre evidenze suggeriscono che l'assorbimento intestinale della tiroxina in soggetti ipotiroidei può essere alterato in concomitanza di una dieta contenente soia, inducendo spesso ad aumentare la dose del farmaco da somministrare.

Questo potrebbe determinare dei problemi in alcuni gruppi di pazienti ipotiroidei in cui è necessario assicurare la massima stabilità delle dosi circolanti di ormone, quali donne in gravidanza, pazienti sottoposti ad asportazione chirurgica o radiometabolica della tiroide, pazienti cardiopatici.

Non è tuttavia chiaro se si tratti di un effetto dose-dipendente, cioè quale sia la quantità alimentare di soia in grado di produrre questa interferenza.

Non ci sono quindi indicazioni mandatorie a non assumere alimenti a base di soia nella maggior parte dei pazienti ipotiroidei, avendo l'accortezza di mantenere un apporto alimentare adeguato di iodio; ma soprattutto occorre un adeguato scambio di informazioni tra l'endocrinologo e il nutrizionista sulle abitudini alimentari del paziente, al fine di interpretare correttamente l'eventuale "effetto collaterale" ed evitare la somministrazione di dosi inappropriatamente elevate di farmaco.

 

Bibliografia:

Nutrients 2016; 8:754; doi:10.3390/nu8120754

Menopause 2014;21:1136-42

Altern Ther Health Med 2014;20 Suppl 1:39-51

J Acad Nutr Diet 2012;112:588

Thyroid 2006;16:249

Data pubblicazione: 07 aprile 2017

4 commenti

#1
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Utente 397XXX

Certo che diventa sempre piùà difficile capire che cosa si debba mangiare. Ho iniziato a consumare latte di soia da inizio anno per evitare di bere latte di mucca e adesso scopro che è controindicato per chi ha la tiroide poco funzionante (come è il mio caso...). Avevo deciso di eliminare il latte di mucca visto che non fido per niente di quello che si vende in giro, pieno di ormoni femminili e di fattori di crescita pericolosi per la salute... Solo che adesso dovrò rivedere anche il mio consumo di latte di soia... Vorrà dire che mi prendo il tè o il caffè e stop.

#2
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Tra l'altro la soia ha anch'essa un effetto simile a quello degli estrogeni femminili e io ho anche problemi di testosterone basso e sono un uomo.
Insomma davvero uno deve stare attento a tutto.

#3
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Prof. Alfonso Bellia

Gentile utente,

la mia breve recensione ha solo carattere informativo, non deve essere in alcun modo elemento di preoccupazione e tanto meno portare a decisioni "drastiche". Il consiglio, semplicemente, è di informare l'endocrinologo curante circa le proprie abitudini alimentari, in modo da fornire un ulteriore elemento di giudizio sull'andamento della patologia e dell'eventuale terapia.

Cordialmente

#4
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Utente 397XXX

Grazie. Era anche uno sfogo per dire che sul cibo ci sono forse troppe opinioni. Giustamente e correttamente lei cita due studi, ma quante volte capita di sentire tutto e il contrario di tutto. Anche gli studi tra di loro spesso si contraddicono e uno non sa che fare... Grazie di nuovo.

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