Dopo un Rapporto sessuale non protetto: cosa fare e cosa non fare? Ecco il Decalogo
Questa condizione è una delle più frequenti casi di Visita Venereologica - MST urgente:
Esiste difatti un rapporto inversamente proporzionale fra:
- riduzione della percezione del rischio di MST precedente ad un rapporto sessuale non protetto
- aumento dell'ansia e della preoccupazione dopo un rapporto non protetto
In altre parole, spesso coloro i quali "abbassano" la guardia in un rapporto sessuale promiscuo a medio-alto rischio, sono classicamente gli stessi che poi possono diventare iper-ansiosi o addirittura fobici nei confronti dello stesso evento.
Cosa fare e cosa non fare quindi, dopo un rapporto a rischio non protetto?
Anzitutto chiariamo che non esiste una tipologia di "rapporto promiscuo sicuramamente non a rischio", ovvero qualsiasi tipo di rapporto:
- vaginale
- anale
- orale
può essere a rischio di una o più malattie sessuali, anche gravi.
Veniamo quindi al dunque
Cosa NON fare dopo un rapporto non protetto a rischio MST?
1) Effettuare una batteria di esami sierologici per MST:
Spesso questo tipo di pazienti prima di arrivare all'occhio dell'esperto DermoVenereologo (lo specialista delle Malattie sessuali) auto-produce una serie di esami clinici a largo o larghissimo spettro, con un ingente spesa economica: questa pratica non porta quasi mai a nulla o addirittura alimenta le ansie del paziente perchè gli esami sierologici:
- sono effettuati per malattie non congrue rispetto al caso
- sono effettuati con tempistiche errate rispetto al caso
- non coprono tutte le MST e spesso non servono per quel caso
2) Alimentare le Ansie o i sensi di colpa
Spesso questi pazienti - uomini e donne sono fidanzati, sposati, con figli e il terrore di poter infettare un parente è altissimo oltre al senso di colpa funzionale all'evento (spesso difatti questo paziente, non pratica sesso non protetto di tipo promiscuo in modo abituale e si trova quindi "spiazzato" di fronte ad un nuovo evento): alimentare quest'ansia però non serve e danneggia ancor di più i rapporti interpersonali e relazionali familiari.
3) fare autodiagnosi e tentativi terapeutici cosiddetti "del farmacista" o di "internet"
Spesso il paziente, che è già innanzi ad un quadro patologico o presume di esserlo, ma non sa definirlo, pur di rifuggere la sua condizione, spera che "tutto passi in fretta" grazie magari ad una portentosa crema o ritrovato reperito nelle sedi non medico-specialistiche, che gli faccia passare tutto: altri soldi spesi ed altro tempo perso; ovviamente le ansie nel frattempo aumentano..
4) pensare di "farla franca" un'altra volta
Esiste un'altra categoria di pazienti "ottimisti" che pensano che nulla gli possa capitare: "che sarà mai..per una volta"? I più anziani come chi vi scrive, ricorderanno la pubblicità progresso sull'AIDS degli anni '80 nel quale una ragazza, dicendo questa frase saliva sul sellino posteriore di un soggetto con un alone fluorescente violaceo..e immediatamente veniva ricoperta da questo alone.. In altre parole: UNA VOLTA basta e avanza per contrarre una MST anche grave.
5) avere altri rapporti sessuali
Se si pensa di essere stati esposti a rischio MST, bisogna sospendere tutti i rapporti sessuali
E vediamo invece COSA FARE:
1) Evitare l'isolamento
Parlare dell'accaduto, con un proprio confidente, aiuta non poco a reperire il bandolo della matassa: fare da soli spesso non è fare meglio
2) Essere il più possibile "razionali"
alimentare fobie, ansie e drammi non serve: ho visto nella mia carriera di Venereologo rapporti utradecennali spezzati, vite drammaticamente alterate, circoli viziosi che hanno sfociato negli stati psichiatrici; un buon training autogeno e la ricerca di razionalità aiuta non poco
3) Scegliere con cura il proprio Medico
Diciamolo chiaramente e una volta sola: lo specialista delle Malattie Sessualmente Trasmissibili è il Dermatologo Venereologo, nessun altro. Poco utile recarsi in altre sedi non specialistiche
4) Effettuare la prima visita in tempi ragionevoli
Non far passare 3 mesi (!) ma nemmeno recarsi dallo Specialista il giorno dopo: non servirebbe a nulla per la diagnosi di malattie sessualmente trasmissibili, se non per un orientamento sul da farsi. Meglio contattarlo preventivamente (o leggere questo articolo..)!
5) Affidarsi agli schemi diagnostici sierologici, clinici e strumentali nei tempi giusti
Per effettuare un Test HIV di quarta generazione debbono passare 30 giorni dall'evento a rischio, per una Sifilide sierologica almeno 40-60 giorni, ma nel frattempo se il Dermovenereologo chiede di rivedersi dopo 1 mese per il controllo è perchè in quella finestra diagnostica possono insorgere nuove lesioni sessualmente trasmissibili (es. Sifiloma, Condiolomi, Molluschi contagiosi, Gonorrea etc.); così ancora, se un tampone o una peniscopia sono necessari, anche queste valutazioni dovranno essere condotte sempre assieme allo Specialista (meglio se sempre lo stesso).
Con l'auspicio di aiutare tanti pazienti che brancolano nel buio; ricordando una cosa:
NON avere MAI timore di rivolgersi allo Specialista delle MST:
noi siamo qui per voi e siamo preparati per ogni eventualità