Il colore dei capelli: modificazioni anomale e premature
Capita spesso di ricevere richieste di informazioni su come evitare la comparsa di capelli bianchi, o addirittura di rimedi medici per far regredire questo fenomeno, spesso sgradito perchè considerato segno di invecchiamento.
E se generalmente questo è accettato nel soggetto più anziano, risulta invece fonte di disagio e preoccupazioni nel soggetto giovane
La perdita del colore naturale dei capelli è infatti un fenomeno che può presentarsi precocemente anche nel soggetto non ancora trentenne.
Per la maggior parte dei casi è di origine genetica, ma può essere ricondotta talvolta a patologie o utilizzo di sostanze o farmaci.
Si può osservare, difatti, canizie precoce in alcune malattie autoimmuni, in alcune Sindromi caratterizzate da invecchiamento cutaneo (progeria, S.di R-Thompson., S.di Werner), in malattie quali Albinismo, per carenza di tirosinasi, nella sindrome di Higashi.
Anche l'uso di alcuni farmaci (es. clorochina) può causare perdita di colore, mentre alcune malattie metaboliche quali fenilchetonuria ed omocistinuria possono condizionare un aspetto «sale e pepe» del capillizio.
In alcuni casi potrà essere evidenziata solo una ciocca bianca di capelli (poliosi), con il resto del capillizio di colore normale.
Nei casi più comuni si può considerare il Piebaldismo, caratterizzato da una chiazza ben delimitata di capelli bianchi in zona frontale, su base genetica, per riduzione ed alterazione dei melanociti.
Anche la Vitiligine può causare una poliosi, così come la fase di ricrescita immediatamente successiva alla risoluzione di chiazze di alopecia areata.
Ricordiamo solo per ultimo il contatto con metalli pesanti, che condiziona colorazioni varie, specifiche per ogni caso.
In ogni caso le forme più comuni di canizie sono legate a fattori genetici-costituzionali, in parte già individuati, sui quali si possono inserire variabili legate ad alimentazione ed abitudini di vita.
L'abitudine al fumo è certamente accelerante, attraverso la produzione di radicali liberi e sostanze tossiche, che possono avere effetti nocivi sui melanociti a livello follicolare.
Anche una dieta sbilanciata, e carente di oligoelementi quali rame, zinco, folati, vitamine del gruppo B, può incrementare il processo. Sono in corso studi su integratori attivi, ricavati da prodotti naturali, con grossi investimenti da parte di importanti case farmaceutiche.
La iperesposizione solare inoltre può causare fatti infiammatori perifollicolari, che possono essere alla base sia di incanutimento che, in casi limite, di perdita di capelli.
La visita dermotricologica con videodermatoscopia di ultima generazione, potrà essere molto utile in questi casi, consentendo di analizzare lo stato del cuoio capelluto, e permettendo eventualmente terapie con farmaci ad azione anti infiammatoria e antireattiva.
Purtroppo, nonostante questi studi promettenti su farmaci e integratori, ed anche ventilate manipolazioni genetiche, a tutt'oggi spesso il rimedio più pratico è ancora... la tintura.
Ma, ricordiamo, vanno usati prodotti con aggressività chimica bassa, e con una frequenza possibilmente non inferiore ai 2 mesi tra un trattamento e l'altro.