Calvizie: cenni sull'uso degli estratti vegetali

giampierogriselli
Dr. Giampiero Griselli Dermatologo, Medico estetico

Sin dalla antichità gli estratti vegetali (e animali!) vengono utilizzati per la cura dei capelli, e in special modo come terapia per perdita ed incanutimento.

Alla prova del tempo molte sostanze sono state eliminate perchè non utili, o addirittura tossiche, ma di altre si rivaluta oggigiorno l'azione, elevandole al rango di utilissimi complementi, a fianco della usuale terapia farmacologica.

Vorrei ora dare qualche cenno su quelli più utilizzati nella pratica comune, e spesso presenti in integratori, shampi e lozioni.

 

Serenoa repens

Si tratta di una palma nana, tipica delle aree meridionali statunitensi, dalle cui bacche si estrae il principio attivo, che ha azione di debole inibizione della 5 alfa reduttasi, enzima chiave per la formazione del DHT, che svolge la sua azione dannosa sul ciclo pilare in presenza di recettori sensibili. Ha anche una azione debolmente antiandrogena per competizione recettoriale: in ultimo possiede anche azione antiinfiammatoria.

Pygeum africanum

Trattasi di un albero chiamato anche Prugno africano. Possiede azioni simili ala precedente, dimostrandosi efficace in varie patologie del cuoio capelluto.

Soia

Molti integratori la incorporano. Ha vari fitoestrogeni attivi (oltre una certa titolazione va data solo sotto supervisione medica), con azione certamente benefica sul ciclo pilare

The verde

Contiene antiossidanti, zinco , ferro ,e molte altre sostanze ad azione antiinfiammatoria e inibitoria della 5 alfa reduttasi.

 

Ma studi sono presenti in letteratura per molte altre piante, dal Ginseng all'aloe, dalla vite all'eucalipto, timo e tuia.

Forse adesso potremmo soffermarci con maggior interesse davanti all'elenco ingredienti del nostro shampoo o integratore, ben sapendo che la lista non potrà che essere lunga, anzi... lunghissima!

 

 

Data pubblicazione: 24 settembre 2014

2 commenti

#1
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Ex utente

Dottore della menta invece cosa ne pensa? Pare abbia attività antiandrogena, tanto che in uno studio turco era stata somministrata a donne con problemi di irsutismo. Si sa qualcosa di più a riguardo?

#2
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Utente 426XXX

Buongiorno dottore, sono una donna di 34 anni e il dermatologo mi ha diagnosticato un'aga prescrivendomi il minoxidil 2,5% (soluzione galenica però) dicendomi che la cura dovrebbe durare un anno per poi andare a scalare a seconda dei risultati. Un secondo dermatologo mi ha detto poi che è molto difficile distinguere un'aga da un TE, (che nel mio caso potrebbe essere cronico), ha aggiunto anche che l'aga nella donna è molto rara e DEVE esserci alla base una familiarità ravvicinata (che io non ho perchè nella mia famiglia le donne sono piene di capelli). Detto questo, che si tratti di TE cronicizzato o di aga io vorrei ovviamente curarmi, ma sono consapevole del fatto che una volta iniziato il minoxidil non posso più interromperlo e vedo improbabile il suo utilizzo quotidiano tutta la vita, se poi intendo portare avanti una gravidanza dovrei necessariamente sospenderlo. Esiste un'alternativa naturale al minoxidil? Non pretendo che abbia gli stessi effetti, mi basterebbe che tenesse sotto controllo la situazione evitando un peggioramento. Ho letto ovunque (e anche nel suo articolo) della Serenoa Repens, potrebbe aiutarmi?
La ringrazio già da ora

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