Calvizie: cenni sull'uso degli estratti vegetali
Sin dalla antichità gli estratti vegetali (e animali!) vengono utilizzati per la cura dei capelli, e in special modo come terapia per perdita ed incanutimento.
Alla prova del tempo molte sostanze sono state eliminate perchè non utili, o addirittura tossiche, ma di altre si rivaluta oggigiorno l'azione, elevandole al rango di utilissimi complementi, a fianco della usuale terapia farmacologica.
Vorrei ora dare qualche cenno su quelli più utilizzati nella pratica comune, e spesso presenti in integratori, shampi e lozioni.
Serenoa repens
Si tratta di una palma nana, tipica delle aree meridionali statunitensi, dalle cui bacche si estrae il principio attivo, che ha azione di debole inibizione della 5 alfa reduttasi, enzima chiave per la formazione del DHT, che svolge la sua azione dannosa sul ciclo pilare in presenza di recettori sensibili. Ha anche una azione debolmente antiandrogena per competizione recettoriale: in ultimo possiede anche azione antiinfiammatoria.
Pygeum africanum
Trattasi di un albero chiamato anche Prugno africano. Possiede azioni simili ala precedente, dimostrandosi efficace in varie patologie del cuoio capelluto.
Soia
Molti integratori la incorporano. Ha vari fitoestrogeni attivi (oltre una certa titolazione va data solo sotto supervisione medica), con azione certamente benefica sul ciclo pilare
The verde
Contiene antiossidanti, zinco , ferro ,e molte altre sostanze ad azione antiinfiammatoria e inibitoria della 5 alfa reduttasi.
Ma studi sono presenti in letteratura per molte altre piante, dal Ginseng all'aloe, dalla vite all'eucalipto, timo e tuia.
Forse adesso potremmo soffermarci con maggior interesse davanti all'elenco ingredienti del nostro shampoo o integratore, ben sapendo che la lista non potrà che essere lunga, anzi... lunghissima!