Meduse: un pericolo per i bagnanti
Come tutte le estati, anche quest'anno si torna a parlare del pericolo per la balneazione rappresentato dalle meduse. Si tratta di organismi marini invertebrati che possono rappresentare un pericolo per i bagnanti perché i loro tentacoli sono provvisti di sostanze ad azione urticante, neurotossica e paralizzante, liberate e inoculate per contatto, direttamente nella cute tramite appositi filamenti. La proliferazione delle meduse, molto evidente negli ultimi anni, sembrerebbe legata alla pesca intensiva di specie di pesci (tonni, pesce spada, etc), loro predatori, nonché alla eutrofizzazione dei mari e all'aumento di salinità dei mari legato a minor afflusso di acqua dolce, anche all'inizio della stagione estiva.
Cosa succede quando una medusa ci punge?
Per fortuna alle nostre latitudini non si trovano specie molto pericolose (la più rappresentata è la pelagia noctiluca, la comune medusa fosforescente del mediterraneo) e in genere il tutto si risolve in una reazione locale eritemato pomfoide, bollosa, a volte con aspetti necrotici, a lenta risoluzione.
Non si possono escludere reazioni orticariose diffuse e fenomeni anafilattici ed è comunque riportato qualche caso di shock anafilattico.
Puntura di medusa: cosa fare?
Si consiglia, innanzi tutto, di fare una piccola "esplorazione " prima di tuffarsi in acqua, e nel caso di contatto, di non perdere la calma e di riguadagnare la riva in maniera ordinata. La medusa può essere afferrata e allontanata tenendola per la cappella superiore, in quanto essa è priva di sostante pericolose, facendo attenzione ai tentacoli, piuttosto lunghi.
È utile, dopo aver delicatamente allontanato gli eventuali frammenti di tentacoli ancora adesi alla pelle, cercare di neutralizzare le tossine con soluzione di bicarbonato di sodio, versare abbondante acqua di mare calda fino a sopportazione (la tossina è termolabile) e assolutamente non strofinare la lesione per favorire la penetrazione di ulteriore veleno. Successivamente si può applicare una crema cortisonica.
Ovviamente nei casi più gravi va allertato il 118.
Cosa non fare
Si sconsiglia di esporre al sole per evitare iperpigmentazioni. Discussi, ma attualmente non consigliabili, le applicazioni di ammoniaca, acido acetico, urina(!), che potrebbero peggiorare la situazione.
Parimenti da evitare il ghiaccio, alcool e l'acqua dolce, che addirittura favorirebbero ulteriore rilascio di tossine da parte di nematocisti non aperte. Non grattare e non applicare pietre o sabbia calda. Interessante un gel a base di cloruro di alluminio.
Resta da considerare ovviamente una serie di possibili traumatismi, esempio cadendo sugli scogli, che insieme alla puntura da riccio di mare, al contatto con anemoni, o a traumatismi causati da sabbia, attrezzature da spiaggia e altro ancora, possono richiedere un intervento, che può andare dalla banale disinfezione a interventi più impegnativi.
Ma di ciò parleremo un'altra volta!