Andare al sole ben protetti si può!
Come ogni anno ritengo utile richiamare l'attenzione sui rischi dal punto di vista estetico e di salute dell'eccesso di radiazioni solari. Perchè un bel "bagno di sole", magari durante una bella vacanza, sia priva di conseguenze nocive, occorre un minimo di prevenzione.
Ma andiamo ad analizzare.
Meritano attenzione la esposizione a raggi infrarossi, caldi, che provocano tramite il calore, vasodilatazione cutanea, calo pressorio e possibili colpi di calore, e la esposizione a raggi ultravioletti ad alte dosi, che, accanto agli indubbi benefici sulla sintesi di vit.D, sul tono dell'umore, e sulla immagine percepita di bellezza, salute e gioventù, determina effetti nocivi immediati (eritema,ustioni, orticaria) ed effetti tardivi (fotoaging, cheratosi, macchie, carcinogenesi).
I raggi UV di nostro interesse sono rappresentati dagli UVB, meno penetranti, fortemente eritematogeni, più fotocarcinogenetici, e dagli UVA, più penetranti, con una azione più marcata sulle fibre collagene, elastiche, vasi sanguigni e, in generale,sul fotoaging.
L'entità dei danni correla con il fototipo, i tempi e i modi di esposizione, le situazioni geografiche, i riflessi di mare e sabbia, etc.
Appare dunque importante adottare metodi di contenimento dei rischi tramite un adeguato regime di esposizione e l'uso di protettivi solari, ed in particolare un corretto uso dei filtri.
Evitare le elioesposizioni nelle ore centrali della giornata, usare cappelli, bere adeguatamente, usare occhiali da sole, non esporre bimbi inferiori all'anno, prestare la massima attenzione fino ai 3 anni, considerare le possibili interazioni tra farmaci assunti e luce solare, dovrebbero essere inoltre regole di buon senso comuni.
Grande è la utilità dei filtri nei prodotti antisolari,nella azione di contrasto ai fotodanneggiamenti.
Essi si dividono in chimici, che assorbono e trasformano, rendendole innocue, parte delle radiazioni UV nocive, senza bloccarle totalmente, e fisici, composti come ossido di zinco, o di titanio,che schermano e riflettono le radiazioni, non lasciandole passare (a costo di un aspetto opaco, antiestetico). Inizialmente mirati alla protezione contro gli UVB, eritematogeni, progressivamente la ricerca ha portato a coperture anche contro gli UVA, seppure ancora in maniera parziale.
Il fotoprotettore, in qualunque forma esso sia concepito è sempre formato da filtri attivi ed eccipienti o veicoli, condizionanti la adesione, persistenza e resistenza del prodotto. Il fattore di protezione solare (SPF) indica la efficacia di protezione dall'eritema, mirato sugli UVB, mentre per gli UVA si utilizza il PPD (persistent pigment darking). Altre sigle, diverse tra USA ed EU possono comunque trovarsi e testimoniano la difficoltà di uniformarsi ad una scala universale.