Controllo e profilassi delle malattie veneree; qual'è la situazione in Italia?
Sembra paradossale ma l'ultima vera legge italiana sull'argomento è in pratica del 1957.
Si prevedeva la istituzione di dispensari antivenerei in tutti i comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti , nonchè assistenza del tutto gratuita per tutti coloro che risultavano affetti da malattie veneree, allora quasi del tutto rappresentate da sifilide , gonorrea , linfogranuloma venereo. granuloma inguinale.
La denuncia di malattia era obbligatoria per legge.
Successivamente norme a corollario prevedevano l'effettuazione obbligatoria di indagini sierologiche per la sifilide in tutte le persone che dovevano essere arruolate in corpi militari, o in caso di richiesta di certificato di sana e robusta costituzione , nonchè per tutta la popolazione carceraria.
Tutto ciò ha resistito fino al passaggio delle competenze in materia sanitaria dallo stato centrale alle regioni.
Queste , in maniera un pò miope, probabilmente ritenendo superata l'emergenza sifilide, non hanno quasi mai provveduto a stanziare finanziamenti adeguati per questi centri, che nel contempo erano stati denominati CENTRI MTS.
Così molti di essi sono stati chiusi nel tempo (anche se con lodevoli eccezioni, per esempio a Roma, Milano, Bologna, dove sono sempre rimasti attivi) creando le basi per il "ciclone" HIV degli anni '80, che impattò su una grave carenza di strutture adeguate.
La legge del 1990 fu in seguito un tentativo, non ancora del tutto compiuto, per porre un rimedio a questi fatti.
Infatti i centri MTS sono e devono essere un punto di riferimento non solo per i malati, ma anche per tutti coloro che richiedono informazione e prevenzione. Che tutt'ora latitano, specialmente a livello scolastico.