Idratazione cure palliative.

Idratazione in cure palliative

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Dr. Bruno Nicora Palliativista, Anestesista, Neurofisiopatologo

L’acqua è molto importante per il nostro organismo: un corpo adulto è composto per il 70% da acqua, un feto all'85%, un neonato all'80%, un anziano al 50%.

Come idratare l'organismo durante le cure palliative?

Quando si parla di cure palliative l’acqua consente al corpo di catabolizzare i farmaci, ossia permette che facciano il loro effetto evitando che si accumulino nei tessuti senza andare a segno terapeutico.

Quali sono i metodi di idratazione possibili?

Quando il paziente perde l’autonomia alimentare è necessario ricorrere a metodi più invasivi:

  • l'idratazione endovena, che permette un rapido raggiungimento del volume idrico necessario e una sua disponibilità in circolo;
  • l'ipodermoclisi che, tramite ago cannula, sfrutta la capacità dei tessuti ipodermici di assorbire i liquidi e di cederli all’organismo.

Se il paziente mantiene l'autonomia alimentare il miglior modo per idratarsi è quello per bocca, invitandolo a bere piccoli volumi di liquidi nel corso della giornata.

A questo si associa in modo complementare l'assunzione di cibi ad alto contenuto idrico, solitamente gradevoli e gratificanti (es. frutta cotta, gelati, budini, ghiaccioli).

Per approfondire:La stipsi nelle cure palliative

Quali sono gli effetti collaterali?

Nel video approfondiamo i livelli di comfort del paziente rispetto ai vari metodi di idratazione.

 

Per approfondire:Quanta acqua bere al giorno?

Data pubblicazione: 27 luglio 2024

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