Idratazione in cure palliative
L’acqua è molto importante per il nostro organismo: un corpo adulto è composto per il 70% da acqua, un feto all'85%, un neonato all'80%, un anziano al 50%.
Come idratare l'organismo durante le cure palliative?
Quando si parla di cure palliative l’acqua consente al corpo di catabolizzare i farmaci, ossia permette che facciano il loro effetto evitando che si accumulino nei tessuti senza andare a segno terapeutico.
Quali sono i metodi di idratazione possibili?
Quando il paziente perde l’autonomia alimentare è necessario ricorrere a metodi più invasivi:
- l'idratazione endovena, che permette un rapido raggiungimento del volume idrico necessario e una sua disponibilità in circolo;
- l'ipodermoclisi che, tramite ago cannula, sfrutta la capacità dei tessuti ipodermici di assorbire i liquidi e di cederli all’organismo.
Se il paziente mantiene l'autonomia alimentare il miglior modo per idratarsi è quello per bocca, invitandolo a bere piccoli volumi di liquidi nel corso della giornata.
A questo si associa in modo complementare l'assunzione di cibi ad alto contenuto idrico, solitamente gradevoli e gratificanti (es. frutta cotta, gelati, budini, ghiaccioli).
Per approfondire:La stipsi nelle cure palliative
Quali sono gli effetti collaterali?
Nel video approfondiamo i livelli di comfort del paziente rispetto ai vari metodi di idratazione.
Per approfondire:Quanta acqua bere al giorno?