Colonscopia: chi ne fa tante le fa meglio

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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Sono oramai numerose in medicina le patologie e le procedure nelle quali è stato ampiamente documentato che a maggiore esperienza corrispondono migliori risultati, dato peraltro facilmente intuibile.

Ne sono esempi gli interventi chirurgici per cancro del pancreas o del retto che oggi si cerca sempre più spesso di eseguire nei cosiddetti centri ad alto volume, ovvero in strutture che eseguono un alto numero di procedure per anno.

Anche le procedure endoscopiche sono state oggetto di valutazione per identificare e rispettare i criteri che permettono di definire un esame endoscopico di qualità.

Uno dei parametri utilizzati per valutare la buona esecuzione di una colonscopia è la cosiddetta "percentuale di visualizzazione del ceco" ovvero il numero di volte nelle quali l'operatore è riuscito con lo strumento a visualizzare tutto il grosso intestino fino alla sua porzione più lontana dall'ano ovvero il ceco.

I dati della letteratura sono concordi nell'identificare come idonea questa percentuale quando supera il 90% degli esami eseguiti.

Un lavoro appena pubblicato su Frontline Gastroenterology da Autori britannici è andato oltre e ha voluto determinare se a un maggior numero di esami eseguito per anno corrisponde una percentuale maggiore di raggiungimento del ceco in modo statisticamente significativo.

Tra il 2008 ed il 2009 sono stati osservati i risultati di 12594 colonscopie eseguite da 129 diversi operatori in diversi ospedali inglesi mettendoli in rapporto al numero di colonscopie che ogni medico aveva eseguito.

Esclusi i medici che avevano eseguito meno di 20 e più di 400 colonscopie all' anno, considerati 'outsiders', gli altri operatori sono stati suddivisi in gruppi in base al numero di esami eseguiti.

I risultati hanno dimostrato in modo chiaro che ad un maggior numero di esami eseguiti corrisponde una maggiore percentuale di raggiungimento del ceco da un minimo di 87.5 % nei medici che avevano eseguito tra 20 e 49 colonscopie ad un massimo del 96.33 % ottenuto dai medici che avevano eseguito tra 350 e 399 colonscopie.

Il numero al di sopra del quale la percentuale ha superato il 90% è risultato essere attorno ai 120 esami per anno.

Gli Autori quindi concludono che questo dovrebbe essere il numero minimo di esami da fare per mantenere elevata la qualità della procedura e si tradurrebbe in circa 3 colonscopie minime alla settimana, numero decisamente accettabile per qualsiasi endoscopista.

Si suggerisce quindi di modificare le precedenti linee guida della società scientifica britannica di riferimento che indica invece in 100 il numero minimo consigliato di esami per anno.

Si conferma quindi che, come in molte cose se non tutte, a una maggiore esperienza corrisponde una maggiore competenza e sarebbe auspicabile ogni centro di endoscopia rendesse pubblici i dati relativi agli esami eseguiti ed alla percentuale di raggiungimento del ceco in modo da fornire al paziente che deve scegliere dove eseguire un esame dei dati obiettivi sui quali riflettere.

 

 

Fonte:

Correlation of Caecal Intubation Rate to Volume: Colonoscopists Should Undertake at Least 120 Procedures Per Year - A Verma et al - Frontline Gastroenterology.2014;5(3): 156.160

 

 

Data pubblicazione: 31 luglio 2014

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