La ragade anale: malattia psicosomatica?

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Dr. Roberto Rossi Gastroenterologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza

La ragade anale rappresenta una patologia molto frequente che colpisce entrambi i sessi ma con una prevalenza quello femminile. L'età media è quella più colpita, ma si osservano anche in bambini e grandi anziani.

La ragade è una lesione ulcerata o fissurata del passaggio tra la mucosa rettale ed il canale anale; tale zona, chiamata anoderma, è sede di fittissima innervazione sensitiva ed è ad intimo contatto con il muscolo sfintere interno dell'ano. In tale zona sono anche presenti strette connessioni tra i plessi emorroidari.

Frequentemente giungono all'osservazione dello specialista pazienti che confondono tale patologia con problemi di carattere emorroidario, ma ciò che facilmente permette di fare la diagnosi ancor prima della visita è l'anamnesi. Infatti la caratteristica del dolore è il più delle volte patognomonica.
La componente algica è infatti spesso assai severa e si associa alla defecazione poichè le feci,  spesso di consistenza dura, al loro passaggio distendono eccessivamente il canale anale e rompono nuovamente il fragile tessuto di granulazione che tende a riparare la ragade causando l'esacerbazione del dolore che può perdurare acutamente per tempi anche assai lunghi.

La consistenza fecale è rilevante nel mantenimento della malattia e la durezza delle feci molto spesso è causata dal timore di scatenare il dolore che il paziente prova al momento della evacuazione e che quindi tende ad inibire, non completare o peggio a procrasitnare ad altro momento.

Il momento della defecazione è sempre per questi pazienti ansiogeno e tende ad acuire il disagio di cui già spesso il paziente è afflitto. L'uso di fibra e l'idratazione abbondante può essere di aiuto.

 

La ragade può essere:

- acuta ed in tal caso riconosce come cause di insorgenza fattori traumatici o infezioni anali

oppure

- cronica ed in tal caso è quasi sempre associata ad ipertonia del muscolo sfintere interno dell'ano (ipertonia dimostrabile con una manometria dell'area sfinteriale).

 

Mentre una lesione ragadiforme acuta spesso guarisce spontaneamente con una terapia conservativa a base di sistemi dilatatori, crema a base di nitroglicerina, uso di fibra, iperidratazione ecc., la risoluzione di una ragade cronica è ben più problematica e molto spesso la guarigione deve prevedere la chirurgia.

L'operazione è peraltro molto semplice e consiste nella sezione parziale del muscolo sfintere interno nella sua porzione laterale che perde così la ipercontrazione che, ischemizzando il tessuto di rivestimento, causa la lesione.

 

Il miglioramento dopo l'intervento è immediato.

Molto spesso l'ipertonia sfinteriale è causata da disturbi di carattere ansioso e interessa molto frequentemente soggetti dediti ad occupazioni di grande responsabilità che spesso trovano giovamento, qualora si voglia intraprendere una terapia di tipo conservativo, dall'associazione di farmaci ad azione ansiolitica.
E' inoltre molto importante intervenire su questi pazienti consigliando di migliorare i comportamenti alimentari e di intraprendere nel caso già non la pratichino (cosa peraltro molto frequente) una attività sportiva.

 

Data pubblicazione: 13 settembre 2011

4 commenti

#3
Foto profilo Utente 538XXX
Utente 538XXX

Complimenti chiarissimo..
In effetti è insorta in seguito a stress professionale. Sto seguendo tutte le indicazioni del proctologo dieta, crema gel, iperidratazione, ma la componente di carattere emotivo psicologico (ovvero l'ansia) è difficile da attenuare benché faccia attività sportiva regolare e cerco di curare al max l'alimentazione fuori casa.
Andare in bagno rischia di generare ansia.

#4
Foto profilo Utente 599XXX
Utente 599XXX

Molto chiaro grazie. Si evince che la causa del problema risieda in ansia e stress. Credo che paure più o meno consce favoriscano l'insorgere di queste ragadi, perché è vero che a visita il mio sfintere è risultato non in ipertono, ma credo che questo non significhi molto, magari in momenti della giornata può andare in ipertono e alimentare il problema. Dobbiamo lavorare sulle nostre paure e non stressarci in sostanza, in ultimo come dice il Dottore c'è la soluzione chirurgica.

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