Dieci domande sulle varici degli arti inferiori

Analizziamo alcuni punti chiave sulle varici (o vene varicose) rispondendo alle domande frequenti.

Se mi asportano le vene safene poi il sangue dove passa?

Il sangue che affluisce nelle vene safene è solo una minima parte di quello che ritorna dall'arto inferiore, circa il 5-10%. La maggior parte di questo prende la strada del circolo venoso profondo, che decorre tra i muscoli delle gambe.

Inoltre, poiché le valvole delle safene varicose non svolgono più la loro funzione dopo la safenectomia, il reflusso del sangue verso il basso le rende emodinamicamente insufficienti. 

Cosa è la "scleromousse"?

Si tratta di una scleroterapia che, invece di essere condotta con lo sclerosante in forma liquida, viene praticata con lo sclerosante in forma di "schiuma" che ha un maggiore potere di azione. Per questo prende anche il nome di Foam Scleroterapia.

Cosa è "la colla" per le varici?

Si tratta di cianoacrilato che, iniettato nella vena varicosa, permette di far aderire le due pareti del vaso tra di loro rendendo la varice un piccolo nastro fibroso.

Come viene condotto l'intervento con il laser?

Si inserisce la sonda laser nella grande safena (in genere partendo dalla faccia mediale del ginocchio) e la si spinge fino a pochi centimetri dallo sbocco nella vena femorale.

Dopo aver praticato un'anestesia locale lungo tutto il decorso della varice incannulata, si attiva la fibra laser che viene fatta scorrere lungo tutta la safena, per sigillarla con l'azione del calore.

Si tratta di un intervento che ha ormai molti anni di storia e Letteratura, ma che deve essere eseguito da chirurghi esperti nella metodica.

È necessaria l'anestesia generale per l'intervento?

Ancora oggi l'intervento di stripping è molto eseguito e viene utilizzata l'anestesia generale o periferica.

Tuttavia le tecniche moderne di flebologia mininvasiva utilizzano nella maggior parte dei casi l'anestesia locale o periferica, con una blanda sedazione.

La "scleromousse" e la "colla", invece, non ne hanno bisogno.

Ovviamente la tecnica di anestesia dovrà essere concordata pre-operatoriamente con il paziente.

Le varici ritornano?

La recidiva varicosa è uno degli argomenti più dibattuti. Dobbiamo distinguere tra:

• varici "residue" (ovvero non asportate nel corso del primo intervento)
• e varici recidive (ovvero ricomparse a distanza di tempo).

Nel secondo caso può trattarsi di un errore tecnico o di diagnosi oppure della progressione della patologia varicosa che, dopo l'intervento, deve essere sempre monitorata con periodiche visite di controllo.

L'obesità incide sulle varici?

Il sovrappeso e l'obesità sono tra i fattori di rischio per la comparsa della varicosità negli arti inferiori.

Varici in gravidanza: quando posso operarle?

Spesso la comparsa di varicosità degli arti inferiori è il primo segno di una gravidanza. Dopo il parto si ha generalmente una regressione del problema, che però non è mai completa.

Il termine per iniziare a prendere in considerazione il trattamento è di circa 6 mesi dopo il parto, ma è chiaro che non si tratta di un dato assoluto.

Ovviamente durante la gravidanza la terapia sarà affidata principalmente all'elastocompressione.

Per approfondire:Vene varicose in gravidanza: cause e rimedi

È necessario portare sempre la calza elastica?

La calza elastica è uno dei cardini della terapia elastocompressiva. La si indossa alla mattina e la si rimuove durante il riposo notturno.

La cosa importante da ricordare è che la calza è a tutti gli effetti un presidio medico e va acquistata con una precisa prescrizione riguardante il tipo e la classe di compressione.

Un errore in questo senso può portare non solo a non riuscire ad indossarla, ma anche ad un danno della cure della gamba.

I farmaci possono eliminare le vene varicose?

Purtroppo per le pazienti no. Tuttavia sia i preparati per la terapia locale (creme e pomate) che i ben noti "flebotonici" hanno dimostrato di avere una buona efficacia sulla sintomatologia.

Per approfondire:10 domande sulle ulcere venose