Gli anticoagulanti non vanno stoppati in chirurgia plastica

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Dr. Daniele Bollero Chirurgo plastico, Medico estetico

Gli anticoagulanti e gli antiaggreganti piastrinici possono essere continuati nei giorni precedenti e nel postoperatorio in pazienti che si sottopongono a interventi di chirurgia plastica facciale, senza rischi di complicanze.

E' il risultato di un recente studio osservazionale che potrebbe portare a cambiamenti radicali nella pratica clinica mettendo fine allo stop preoperatorio degli anticoagulanti.

Un gruppo di chirurghi plastici del Michigan, capeggiati dal Dr. Moyer, hanno analizzato le complicanze di 320 pazienti sottoposti a interventi di chirurgia plastica con terapia anticoagulante non stoppato pre-operatoriamente con 320 pazienti che invece avevano avuto indicazioni a sospendere la propria terapia prima del loro intervento.

Il primo dato è che gli antiaggreganti piastrinici come l'aspirina non hanno avuto complicanze maggiori non sospendendoli rispetto al gruppo controllo. Questo risultato è analogo a molte recenti pubblicazioni scientifiche dove si dimostra che l'aspirina può essere continuata senza problemi nella chirurgia cutanea.

I pazienti che hanno assunto continuativamente il warfarin (coumandin) hanno invece avuto una maggiore incidenza di sanguinamento postoperatorio e di infezioni secondarie. Allo stesso tempo però non hanno sviluppato maggiori complicanze rispetto al controllo, come necrosi cutanee, deiscenze etc.

La conclusione riportata è che la decisione se sospendere gli anticoagulanti è maggiormente legata alle condizioni generali del paziente piuttosto che all'atto chirurgico stesso.

 

Fonte:

"Anticoagulant complications in facial plastic and reconstructive surgery"
Casey T. Kraft, Emily Belille, Shan R. Baker, Jennifer C. Kim, Jeffery S. Moyer 
Jama Facial Plastic Surg doi:10.1001/jamafacial.2014.1147

 

Data pubblicazione: 07 gennaio 2015

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