Cheloidi e cicatrici ipertrofiche: perchè si sviluppano?
Un recente articolo ha ripreso la letteratura scientifica riguardo a cicatrici ipertrofiche e cheloidi. Molto spesso è difficile distinguerli quando ci si trova di fronte ad un caso piuttosto che l’altro ma in linea di principio il cheloide ha una maggiore espansione rispetto alla lesione iniziale.
Entrambe però sono considerate cicatrici patologiche e vanno curate... ma perché si formano?
Fattori genetici
Le persone con cute scura hanno 15 volte più probabilità di sviluppare cicatrici patologiche. Questo tipo di cicatrici sono assenti negli albini. E in alcune popolazione come Giapponese, Afro-Americani e Cinesi Han la cicatrizzazione patologica è legata a particolari alterazioni cromosomiche.
Fattori meccanici
La chiusura in tensione è da sempre un’indagata nella comparsa di cicatrici anomale. Cheloidi sono frequenti sul torace, nella regione scapolare ma rari sulla gamba e sul cuoio capelluto. Queste aree riflettono le tensioni che si sviluppano nei movimenti.
Fattori endocrinologici
Lo sviluppo di cicatrici patologiche può essere legato all’iperattività delle ghiandole sebacee. I cheloidi sono infatti rari nelle aree anatomiche senza ghiandole sebacee come le piante dei piedi e i palmi delle mani. In più la produzione di sebo è molto alttiva nell’adololescenza dove più frequentamente si possono sviluppare cicatrici anomale.
Fattori metabolici
Cheloidi e cicatrici ipertrofiche presentano alti livelli di Adenosina trifosfato (ATP), rimanendo elevati anche negli anni. Inoltre la possibilità che la cicatrizzazione anomala sia legata al metabolismo è supportata dal fatto che vi è localmente un’insufficiente diffusione d’ossigeno nei tessuti interessati, con ipossia nella porzione centrale del cheloide.
Fattori circolatori
Molti pazienti con cheloidi sono ipertesi. L’ipertensione prova una fibrosi vascolare e potrebbe essere legata al meccanismo pressione elevata, aumento capillari, danno endoteliale.
Fattori immunologici
Le cicatrici patologiche contengono anticorpi anti nucleo fibroblasti. Il ruolo di questi anticorpi rimane da chiarire.
E quindi che fare?
Visto l’alto rischio di ricomparsa (recidiva) i trattamenti più popolari sono le escissioni chirurgiche seguite da radioterapia.
Possono essere utili metodiche chirurgiche per diminuire la tensione come le plastiche a Z o i lembi locali.
Tra le terapie non convenzionali l’olio di serpente sembra avere qualche efficacia.
Per approfondimenti:
Keloids and Hypertrophic scars: update and future directions
Huang C. Murphy G, Akaishi S., Ogawa R.
Plastic and Reconstructive Surgery – Global Open
July 2013 –Volume 1 – Issue 4 – p e25