Stitichezza bambini.

Quando il bambino non fa la cacca: la stipsi

claudio.olivieri
Dr. Claudio Olivieri Chirurgo pediatrico

Per stipsi si intende sia una riduzione della frequenza dell’alvo, sia l’evacuazione difficoltosa di feci dure che l’evacuazione giornaliera di feci caprine. 

Nella maggioranza dei casi di stitichezza nei bambini si tratta di una stipsi funzionale, quindi non associata a una malattia organica (celiachia, ipotiroidismo, fibrosi cistica, intolleranza alle proteine del latte vaccino, megacolon o anomalie del midollo spinale).

Stipsi funzionale: i sintomi

La stipsi funzionale può essere sospettata quando sono presenti le seguenti caratteristiche:

  • normale emissione di meconio;
  • esordio al passaggio dal latte materno a quello formulato, all'abbandono del pannollino, all'inserimento all'asilo;
  • assenza di vomito e di diarrea;
  • assenza di importante riduzione dell'appettito (iporessia);
  • presenza di atteggiamenti ritenzionistici;
  • parametri auxologici nella norma;
  • addome non disteso;
  • presenza di ragadi anali;
  • perdita involontaria di feci con tendenza a sporcare le mutadine (encopresi);
  • assenza di segni di spina bifida occulta;
  • all'esporazione rettale presenza di feci in ampolla;
  • risposta al trattamento medico.

I bambini con stipsi funzionale possono presentare dolori addominali ricorrenti, feci striate di sangue (ematochezia), ragadi anali e inappetenza. 

Stitichezza nei bambini: cosa fare?

In caso di stipsi funzionale è fondamentale eseguire delle stimolazioni rettali e in alcuni casi è necessario ricorrere all’uso di rammollitori fecali (lassativi), che hanno lo scopo di rendere più morbide le feci e più facile l’evacuazione. La risposta ai lassativi è individuale, pertanto è necessario personalizzare le dosi. È fondamentale non interrompere bruscamente la terapia ma, una volta regolarizzato l’alvo, ridurre gradualmente il farmaco fino alla sospensione completa.

Per valutare l’efficacia della terapia, è consigliato compilare un diario dove riportare le evacuazioni, le caratteristiche delle feci, la quantità del farmaco e l’eventuale ricorso a clisteri. 
Ovviamente, è fondamentale una dieta con un adeguato apporto di fibra e di acqua, favorire il movimento ed eseguire un appropriato “toilet training”.

Data pubblicazione: 09 marzo 2017 Ultimo aggiornamento: 10 agosto 2022

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