Idrocele nel bambino: cause, sintomi e cura
L’idrocele, insieme all’ernia inguinale, è una delle patologie chirurgiche più comuni in età pediatrica. Per idrocele si intende una raccolta di liquido intorno al testicolo causata dalla persistenza del dotto peritoneo-vaginale, estroflessione del peritoneo che consente la discesa del testicolo nella sacca scrotale durante la vita intra-uterina. Tale comunicazione tende a chiudersi spontaneamente alla nascita o nei primi 12 mesi di vita. La mancata chiusura determina una persistente comunicazione tra la cavità addominale e lo scroto, causando il passaggio di “liquido peritoneale” e un successivo aumento volumetrico dello scroto (idrocele comunicante).
L’idrocele può essere presente alla nascita, ma nella maggioranza dei casi tende a risolversi spontaneamente entro l’anno di vita per la chiusura spontanea del dotto peritoneo-vaginale.
L’idrocele si manifesta come una tumefazione non dolente dello scroto. Il rigonfiamento tende a subire variazioni volumetriche nell’arco della giornata: alla sera è più voluminoso in quanto la posizione eretta durante il giorno favorisce il passaggio di liquido dalla cavità addominale allo scroto, mentre al mattino tende a ridursi, in quanto la posizione sdraiata mantenuta durante il sonno favorisce il ritorno del liquido in addome. Un aumento del liquido si può apprezzare anche durante gli stati febbrili. Nell’idrocele non comunicante, invece, il rigonfiamento è stabile.
In presenza di una tumefazione scrotale, è sempre utile una valutazione chirurgica per stabilire se il suddetto rigonfiamento sia dovuto all’idrocele o ad altre cause.
La diagnosi è esclusivamente clinica e può essere confermata con la prova della transilluminazione (fonte luminosa a contatto dello scroto che consente, per trasparenza, di apprezzare il contenuto liquido e il testicolo al suo interno) o con l’esecuzione di un’ecografia scrotale.
In considerazione della possibile risoluzione spontanea, nei bambini al di sotto dei 12 mesi vengono eseguiti solo dei controlli periodici per valutare l’evoluzione dell’idrocele, mentre nei bambini al di sopra dei 2 anni il trattamento è esclusivamente chirurgico. L’intervento è consigliato per evitare un’eventuale compressione a carico del testicolo causata dalla raccolta liquida e, soprattutto, per evitare l’eventuale formazione di un’ernia inguinale in considerazione della persistenza del dotto peritoneo-vaginale.
L’intervento, come nel caso dell’ernia inguinale, consiste in una piccola incisione inguinale e nella successiva legatura e sezione del dotto peritoneo-vaginale. La procedura viene eseguita normalmente in regime di Day Surgery, pertanto il bambino viene dimesso a poche ore dall’intervento chirurgico. Il decorso post-operatorio prevede un riposo domiciliare per 3-5 giorni ed un’astensione dall’attività sportiva per 2-3 settimane. Il bambino può ritornare all’attività scolastica dopo 5 giorni dall’intervento chirurgico.