La colecistectomia aumenta (poco) il rischio di sviluppare un adenocarcinoma esofageo
Da tempo si è cercato di individuare una relazione tra colecistectomia per colelitiasi e comparsa di tumori all’ apparato digerente, con risultati non definitivi.
Un recente lavoro svedese ha studiato piu’ di 300.000 pazienti sottoposto a colecistectomia per un periodo medio di 15 anni (fino a 43) e ha dimostrato che esiste un rapporto statisticamente significativo tra colecistectomia e sviluppo di adenocarcinoma della giunzione esofago gastrica. Al contrario, non è stato trovato alcun rapporto tra colecistectomia e carcinoma squamoso esofageo.
La colecistectomia aumenta il reflusso biliare duodeno gastrico e duodeno esofageo per un meccanismo fisiopatologico noto. E’ altrettanto noto che il reflusso biliare alcalino ha un potenziale carcinogenetico maggiore rispetto al reflusso acido. Sembrerebbe quindi questa la ragione alla base del rapporto causa effetto, rapporto che vale indifferentemente nei due sessi.
A ulteriore prova di quanto riportato, non si è rilevato alcun aumento significativo nei pazienti portatori di calcoli non colecistectomizzati e tumore.
La colecistectomia è uno degli intervento chirurgici più comunemente eseguito ed è il gold standard nella terapia della colelitiasi sintomatica. I risultati di questo studio non devono ovviamente indurre a omettere un atto chirurgico efficace quando indicato, devono tuttavia far riflettere e se possibile limitare le indicazioni alla colecistectomia (https://www.medicitalia.it/minforma/chirurgia-generale/117-i-calcoli-della-colecisti-e-la-colecistectomia-laparoscopica.html) quando l’ indicazione non è ben definita.
BJS,98,8,1133-77,2011