La sindrome del tunnel carpale: una patologia banale ma molto fastidiosa
Una patologia facilmente diagnosticabile eppure spesso misconosciuta
“Dottore, sono molti mesi che non dormo perché mi fa male la mano o tutto il braccio. Mi sveglio continuamente e devo alzarmi e muovere il braccio per attenuare il fastidio. Da un po’ di tempo la mano brucia o mi formicola anche di giorno, mi cadono le cose e non riesco a fare i movimenti che facevo prima. Chi mi ha detto che è la cervicale, chi che è la circolazione, ma non mi passa…”
“Signora, è sicura che si addormenta tutta la mano, o sono le prime tre dita e metà del quarto? Ora le piego il polso e mi deve dire se sente un forte formicolio alle dita…”
“Si, che strano, mi sta succedendo come di notte… che cos’è?
“Cara signora, se è quello che penso, lei stara’ bene con un piccolo intervento al polso che richiede solo un giorno di ricovero.Adesso le richiedo un'indagine che penso confermerà la diagnosi.”
“Dottore, ma se è quello che dice lei, mi devo operare subito o posso aspettare un poco? Tra poco dovrei partire per il mare"
“Ha ragione; l’esame che farà ci dirà anche se è urgente o possiamo aspettare…”
Colloqui di questo tipo sono all’ordine del giorno negli ambulatori di Ortopedia, Chirurgia della mano, Neurochirurgia e Neurologia.
La sindrome del tunnel carpale è legata ad una sofferenza del nervo Mediano al canale del carpo che è una strettoia osteo-fibrosa situata tra il polso ed il palmo. Colpisce soprattutto le donne, in particolare in menopausa ma è presente in tutte le fasce di età. Spesso è bilaterale prevalendo però a destra nei destrimani ed a sinistra nei mancini.
Esistono alcune malattie che favoriscono questa patologia (ad esempio l’ipotiroidismo, il diabete, le poliartriti). Molto raramente, per fortuna, la sindrome del tunnel carpale puo’essere la spia (spesso iniziale) di patologie più complesse quali l’amiloidosi e le mucopolissacaridosi. Colpisce frequentemente anche i pazienti in dialisi.
E’ frequente riscontrarla in gravidanza ed è questa una delle poche forme che non necessitano dell’intervento chirurgico in quanto il semplice bendaggio notturno del polso allevia notevolmente i sintomi fino al momento del parto, quando di norma si verifica uno spettacolare miglioramento fino alla guarigione completa.
La sindrome del tunnel carpale si verifica però più frequentemente in persone perfettamente sane ed in questo caso bisogna pensare a cause meccaniche. Pensiamo ad esempio ai continui sforzi del polso delle casalinghe (lavare, stirare, cucire, portare le borse della spesa….).
Spesso si puo’ identificare una causa o una concausa professionale (barbieri, parrucchieri, addetti ai computer, operai edili, falegnami, ”scrivani”, pianisti….).
La sintomatologia sensitiva (parestesie quali formicolio, bruciore e intorpidimento fino ad una obiettiva riduzione della sensibilità) interessa la zona di innervazione del mediano e cioè le prime tre dita e la metà radiale del quarto. In fase avanzata i disturbi non rispettano però più questa localizzazione, arrivando fino alla spalla (brachialgia parestesica notturna).
In una fase più avanzata ancora, la sofferenza coinvolge anche le fibre motorie del nervo con conseguente indebolimento e riduzione di volume dei muscoli dell’eminenza tenare (posta alla base del pollice) e più precisamente dell’abduttore breve e dell’opponente del pollice.
L’indagine diagnostica che si esegue nei reparti di Neurofisiopatologia è lo studio della velocità di conduzione motoria (VCM) e sensitiva (VCS) del nervo mediano. Si tratta di metodiche semplici, ottimamente tollerate dai pazienti (non usiamo aghi!!) che danno la certezza della diagnosi differenziando la sindrome del tunnel carpale da patologie più alte che possono dare disturbi simili (ad esempio sofferenza dello stesso nervo al gomito, sindromi compressive o infiammatorie del plesso brachiale, compressione, ad esempio da ernia del disco, della sesta e settima radice cervicale).
In tutti questi casi vengono eseguite anche altre indagini neurofisiologiche quali l’elettromiografia ed i potenziali evocati somatosensoriali. L’importante è arrivare alla diagnosi con l’imperativo categorico di evitare interventi chirurgici inutili e dare invece al Chirurgo la certezza della diagnosi.
In tale ottica le indagini elettrofisiologiche sono molto affidabili; la mia casistica (oltre 10000 casi di tunnel carpale studiati!) indica una positività nel 98% per la velocità di conduzione sensitiva.
Altro punto a favore della diagnostica neurofisiologia è la differenziazione dei quadri iniziali (grado I) da quelli gravi (grado V). Questa possibilità di individuare 5 stadi della patologia è accolta con molto favore dai Chirurghi al fine di indicare al paziente anche l’urgenza o la procrastinabilità dell’intervento.
Le Unità Operative di Ortopedia, Chirurgia della mano e Neurochirurgia sono attrezzate ed organizzate per eseguire l’intervento chirurgico risolutivo con svariate tecniche, anche mini-invasive, con tempi di degenza di uno-due giorni.
Nel caso non si ritiene necessario l'intervento chirurgico (casi iniziali) può essere utile l'applicazione di speciali tutori, soprattutto di notte.