La (verosimile) assurda morte di Pino Daniele

E' morto un grande artista, un poeta che aveva cantato Napoli da dentro il cuore, da quel cuore che forse poteva continuare ancora a battere e lasciare ancora fra noi uno  dei più grandi interpreti, non solo della canzone napoletana, ma dell'animo napoletano.

Stando alle notizie giornalistiche, sembra che il cantante abbia avuto il tipico dolore, non abbia perso conoscenza e che già pochi minuti prima dell'arrivo dell'ambulanza, i parenti avessero deciso di trasportarlo con mezzo proprio (quindi del tutto inidoneo) dalla Toscana a Roma.

Sembra anche che l'auto sia rimasta in panne per la foratura di uno pneumatico.

E' immaginabile l'enormità del tempo che è stato necessario per giungere all'Ospedale di Roma, dove purtroppo il grande cuore di Pino ha smesso di pulsare.

Ci sarebbe da capire secondo quali criteri sia stata presa e da chi quella folle decisione.

Pensare che aver atteso solo qualche minuto l'ambulanza del "118", Pino Daniele sarebbe stato ancora fra noi e che avrebbe potuto trasformare in musica chissà quali altre bellezze e armonie della sua Napoli,ci rattrista e ci fa rabbia.

Ma a Napoli forse si dirà: <Quanno è destino...è destino!>

Non resta che la consolazione di sapere che la sua arte lo ha reso immortale nel ricordo e nella storia. E l'immortalità è proprio questa!

Ciao Pino

 

Data pubblicazione: 05 gennaio 2015

73 commenti

#1
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Dr. Mirco Di Biase

Davvero folle, quella decisione, come è folle il trasporto con mezzo proprio. Non so se è destino, ne voglio pensare che doveva andare cosi....almeno non ancora! (un piccolo sfogo). Grazie Doc per lo splendido articolo.

#2
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Dr. Giovanni Migliaccio

Grazie a te, Mirco.
La cosa che più sconvolge è ritenere che egli stesso o i parenti, prima di prendere ogni decisione, si siano messi in contatto con il "S.Eugenio" e/o con il cardiologo di fiducia, dai/dal quale avranno ricevuto l'assenso a intraprendere il viaggio verso Roma!
Se così è, e non viceversa che all'Ospedale se lo son visto arrivare senza preavviso, chi li ha così consigliati dovrà assumersi le sue responsabilità.
Ma non c'è stato nessun diretto contatto tra medico e paziente. Solo i chirurghi si "macchiano" di malpratice!!!!
C'est la vie! Italienne,però!

#3
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Ex utente

Da quanto ho capito, lui è venuto a Roma con un mezzo proprio perché il giorno stesso in cui è morto aveva un appuntamento con un cardiologo romano. comunque, quasi nessuno sapeva che era cardiopatico da tempo. la miglior cosa da fare, a questo punto, è ritirare fuori dagli scaffali dei dischi "Terra Mia" (EMI 1977), a mio avviso il suo miglior disco, e celebrarlo così

#4
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Giovanni, mi hai battuto sul tempo! Volevo commentare anche io la notizia, dopo aver letto un' intervista con il suo cardiologo di fiducia che diceva -contrariamente a quello che afferma l' utente 348127- che aveva una grave coronaropatia nota da ben 27 anni, e che era già stato sottoposto a 4 interventi di angioplastica coronarica. Inoltre, si è sentito male di sera, quindi non poteva avere alcun appuntamento programmato.
Dubito fortemente che il suo cardiologo gli abbia consigliato di mettersi in viaggio in quel modo. Rimane una morte assurda.

#6
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Ex utente

Era una sua condizione patologica tanto nota che nessuno si aspettava che morisse a 59 anni. il suo cardiologo ha detto, dopo che è morto, che la sua vita era appesa ad un filo, ma quanti italiani sapevano che Daniele era cardiopatico? nessuno, altrimenti non si spiega lo stupore alla sua dipartita

#7
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Qui c'è qualche particolare in più.
Sembra che lui abbia deciso di partire senza neanche consultare il suo cardiologo. Che- se la situazione era come lui stesso l'ha descritta- sicuramente gli avrebbe suggerito di farsi portare all'ospedale più vicino. Da cui avrebbe potuto farsi portare poi a Roma -eventualmente- in ambulanza attrezzata (anche a sue spese!).
Anche a me è capitato di trovarmi i situazioni simili (paziente seguito da anni, che sta male in un posto lontano e vuole venire da me che lo/la conosco bene): la prassi è raccomandare di andare all' ospedale più vicino e tenersi in poi in contatto direttamente con i medici dell' ospedale per dare ragguagli ed eventuali suggerimenti. Però alcuni pazienti non sentono ragione. Una volta una si è voluta fare 70 Km in una bufera di neve perché si fidava solo di me. E io sono stata in ospedale ad aspettarla.

http://www.corriere.it/spettacoli/15_gennaio_05/pino-daniele-giallo-morte-portato-auto-roma-gravissimo-e569bdec-94c7-11e4-b882-edd16a1de18c.shtml

#8
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Ex utente

Non a caso, tantissimi italiani hanno visto in tv Pino Daniele suonare in diretta durante un veglione di capodanno, la settimana scorsa. mi creda, pochissimi erano a conoscenza che fosse gravemente compromesso con il cuore. poi, il discorso che fa lei è sacrosanto, ma è un altro discorso (rispetto alla notorietà dei malanni di Pino Daniele)

#9
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Dr. Giovanni Migliaccio

Non vedo cosa c'entri il fatto che l'artista fosse un cardiopatico con la stupida ostinatezza di farsi 200 Km in macchina propria e che la gente fosse o meno a conoscenza della malattia.
Proprio perché era sofferente di cuore ed ad alto rischio doveva raggiungere l'ospedale più vicino.
Chiunque l'avrebbe fatto, ma l'idea di essere un privilegiato, di poter disporre di un clinico illustre a piacimento, di snobbare un pò, a Pino Daniele gli è costata la vita.
Sappiamo di gente facoltosa che dall'Italia va a Houston solo per l'impianto del pacemaker!
E' un aspetto della convinzione che il denaro tutto può! E' forse vero, ma non sempre!

#10
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Dr. Giampiero Griselli

E' anche possibile che non avesse valutato la gravità dell'episodio e che i parenti abbiano pensato di portarlo dove già conoscevano tutto di lui , dove già aveva la cartella clinica e dove sapeva che erano attrezzati,piuttosto che un ospedale periferico. Non pensavano ad un aggravamento tale. E credo che non abbiano preventivamente contattato il cardiologo.
Il problema e ' che in questi casi il tempo e' fondamentale .

#11
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Medico

Caro Giampiero,
non tornano molte cose....
L'ho scritto in un post nella nostra sezione.
Perchè il Professore del S. Eugenio continua a dire che i sintomi erano atipici per IMA in un Paziente a suo dire appeso a un filo?
Vuol dire che era stato contattato. Altrocchè!
Un paziente attaccato alla vita per un filo, non si mette in viaggio se non ha la certezza di giungere a Roma e trovare il Curante!
Troppe cose non quadrano: se il Professore avesse voluto, con la sua "autorità" avrebbe VIETATO ogni trasferta in macchina. E avrebbe "INTIMATO" di andare all'ospedale più vicino.
Non vorrei che per presunzione professionale sia stato detto "non ti preoccupare, non mi sembra grave, vieni a Roma prima che puoi.... " Orbetello o Grosseto non potevano prendersi il merito di salvare Pino Daniele. Noi medici a volte siamo degli egolatri e tu credo condividerai. Spero.
Ormai è solo dietrologia......
Con stima,
Vincenzo.

#12
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Dr. Giovanni Migliaccio

Caro Caldarola,
hai perfettamente ragione! Ed ora il prof. polemizza sui 10' minuti di discordia sull'arrivo dell'ambulanza.
Come siamo ridotti....
Un caro saluto
Giovanni

#13
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Dr. Giovanni Migliaccio

Caro Griselli,
non credo che l'Ospedale di Orbetello o di Grossseto non abbia una Unità Coronarica o un P.S. dove poter far fronte ad un infarto. Ma scherziamo?
Io suppongo che il prof sia stato avvisato e,negligentemente, abbia assentito al trasporto, in condizioni pessime ed inidonee, del malato a Roma.
Ora un pò meschinamente ( se è vero ciò che riportano i giornali) polemizza sull'ora di arrivo dell'ambulanza, cioè se è giunta dopo 19 minuti dalla chiamata o dopo 29.
L'ambulanza sembra sia giunta dopo 19 minuti e Pino Daniele era già in viaggio per Roma.
Vuoi scommettere che incrimineranno i medici del "118" ?
Forse che, come qualche collega giustamente intuisce, il paziente famoso doveva essere prerogativa del proprio Curante?

#14
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Ex utente

Infatti se andava ad Orbetello, era molto meglio. forse Pino Daniele (e i suoi familiari o amici) non si aspettavano che sarebbe morto dopo poche ore del suo viaggio a Roma. Troisi si fece operare a Houston, ma poi è morto lo stesso. penso però che Troisi avesse una situazione più complessa e grave di quella del suo amico Pino. penso anche che, a posteriori, è facile fare ogni commento del caso, quando anche una buona dose di fatalità ha il suo grande gioco, in situazioni come queste

#15
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Utente 947XXX

Io penso che, in questi casi, non bisogna guardare a null'altro che non sia il tempo. Certo, a tutti piace avere accanto il proprio specialista, ma in situazioni così repentine il 118 è EGREGIO (lo so bene). Io ho una fiducia smisurata nel pronto intervento, che non intacca di un millimetro la stima che ho nei medici che mi seguono, Medicitalia incluso: quindi non riesco proprio a capire come si possa rifiutare il soccorso del 118 per lanciarsi in un viaggio lungo, pericoloso...mi dispiace tantissimo per Pino Daniele, il suo sound inimitabile vive per sempre, ma forse, se ci fosse stato un po' di fiducia nel personale toscano, Pino sarebbe ancora tra noi, chissà! Il dolore resta, e l'amarezza è davvero tanta!

#16
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Dr. Giampiero Griselli

A posteriori e' straovvio che sarebbe stato meglio aspettare il 118 e poi farsi portare ad Orbetello o Grosseto.
Se questo non e' avvenuto , visto che P.Daniele sapeva molto bene di essere cardiopatico, e' perché qualcosa gli ha fatto preferire la soluzione di Roma.Quindi , o ha deciso di sua sponte di andare dove conosceva, ed ha fatto la scelta sbagliata ,sottovalutando tempo ,gravita'e distanza , o qualcun altro ha fatto la scelta sbagliata per lui.
Lascerei l'ipotesi dello snobbismo, a mio parere.

#17
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Ex utente

Personalmente condivido l'opinione del dott. Griselli. per intanto, mi stavo riascoltando l'lp "Terra Mia" e il primo album dei Napoli Centrale. talenti così, non nasceranno mai nei talent-shows televisivi

#18
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Dr. Giovanni Migliaccio

#348127

In questo caso l'unica fatalità è stata l'imprudenza del cantante e la negligenza del suo medico, se è vero che è stato contattato prima della partenza.
Andare dal Sud al Nord o dall' Italia negli USA per sottoporsi a un intervento per esempio di tumore cerebrale non equivale ad andare da Palermo a Milano o da Roma a New York se si ha una emorragia cerebrale.
Le condizioni del cuore, o meglio della circolazione coronarica, di Pino Daniele non potevano consentire di dilazionare di così tanto tempo il primo soccorso.
E' ovvio che egli stesso e/o i suoi famigliari non si aspettavano che sarebbe morto dopo poche ore, ma nessuno di loro (per quel cche ne sappiamo) è un medico e la presunzione di sapere, come in questo caso, spesso è dannosa.

#19
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Dott. Migliaccio, ha ragione anche lei, ma le cose, purtroppo, sono andate come sono andate... sono sicuro che Daniele stesso (o chi per lui) è stato imprudente. però, così va il mondo, ahimè. oggi ci siamo e, domani, chissà. però, certo, se si poteva salvare, è un altro paio di maniche

#20
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Medico

Collega Griselli,
tutte le agenzie ieri, oggi per fortuna è calato il silenzio che si deve al lutto, continuavano a battere affermazioni del Curante che affermava in sostanza che il Daniele fosse morto a 60 anni solo grazie a plurimi interventi di angioplastica coronarica, che sapesse che la sua vita era appesa a un filo, che ogni giorno era un regalo della vita e CHE L'INFARTO NON PRESENTAVA LE CARATTERISTICHE CLINICHE CHE GLI SONO PROPRIE! In particolare il Collega del S. Eugenio insisteva su quest'ultima affermazione, (excusatio non petita?) cadendo in contraddizione quando aggiungeva che un unico vaso e il circolo collaterale sviluppato vascolarizzava tutto il cuore.
L'ho scritto anche in un mio post in area riservata.
Io non credo che chi sappia che la propria vita è appesa al filo di un unico vaso malconcio non sia sensibile agli imput del suo Cardiologo di fiducia.
In quanto al cardiologo, perdersi la gloria di aver salvato un personaggio come Pino Daniele, sarebbe stato molto frustante, sempre che ovunque, Orbetello, Grosseto o Roma, lo stesso Paziente si sarebbe potuto salvare. Perchè Il Cardiologo del S. Eugenio ha anche affermato che si è trattato della naturale conclusione di una patologia coronarica tenuta sapientemente a bada per 30 anni (da lui?).
Conclusioni: ognuno è padrone di morire come vuole. Ci vedo molto pressapochismo italico e il solito scaricabarile.
Pino Daniele queste polemiche non le legge più come non suonerà più la sua chitarra.
Che almeno da questa storia si tragga qualche suggerimento per gente meno famosa, che muore ogni giorno per Sudden Death!
Pino Daniele requiescas in pace.
Saluti.

#21
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Mi permetto un'osservazione off-topic, ma dalle foto di Pino Daniele, noto che era VISIBILMENTE OBESO(a livello addominale).Un uomo che ha una predisposizione all' aterosclerosi, non dovrebbe seguire una dieta ferrea(low fat, basata su carboidrati integrali, e caloricamente ristretta), e cercare di mantenersi magrissimo(attraverso la dieta e un'appropriata attività fisica)?
Forse in questo caso, probabilmente per scelta del paziente, è stato trascurato l'intervento sullo stile di vita

#22
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Per quanto mi riguarda, il dott. Caldarola ha espresso una verità assoluta, nel suo commento qua sopra, che mi sento di sottoscrivere. Pino Daniele era più "ciccione" 30/35 anni fa di oggi. basta guardare le sue foto nei dischi di quegli anni per rendersene conto. forse neanche mangiava tanto. c'è tanta gente che è in carne (leggasi: forte sovrappeso) per natura genetica

#23
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Dr. Giampiero Griselli

In effetti le frasi pronunciate dal cardiologo lascerebbero presupporre che una telefonata quando Pino Daniele e' stato male ci sia stata. E quindi , forse, ma e' solo ipotesi, anche il consiglio "Vieni subito da me" , che dimostrebbe però una sottovalutazione del quadro.
Qualunque medico sa che in capo di sospetto infarto anche un minuto e' prezioso: non posso pensare che il cardiologo romano sospettasse tale ipotesi e facesse correre questo rischio mortale al cantante.
Detto cio' rimane solo la tristezza per una perdita così importante, e la certezza che rimarrà ricordato nel tempo come un grande personaggio!

#24
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Ex utente

Non ho detto che era "ciccione", ma che aveva in girovita un po' troppo largo, e per chi soffre di aterosclerosi congenita, una delle prime indicazioni è quella di mantenere il girovita più snello possibile(attraverso dieta, e attività fisica calibrata sulle possibilità del soggetto- un'attività fisica troppo intensa, può anche far male). La malattia non dipende solo da quello, però la dieta, e la riduzione del girovita, aiutano a mantenere la patologia sotto controllo!

#25
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Dr. Giovanni Migliaccio

Il cardiologo, se sono vere le sue parole riportate dalla stampa, davvero sta cercando di confondere un pò le acque per evitare che qualcuno gli contesti le sue responsabilità.
Pino Daniele aveva una sola arteria funzionante? Quindi by-pass o stent che siano stati, si erano ostruiti? E il professore sapendo questo non lo ha fermato?
Non sono un cardiologo, ma se era stato applicato solo uno stent e se questo si era ostruito e se c'era una sola arteria funzionante e non era mai stato fatto un by-pass (così sembra di capire) cosa e quando si aspettava di procedere con l'intervento di rivascolarizzazione?

#26
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Utente 947XXX

Ma non penso proprio...quando si hanno degli stent i cardiologi sono scrupolosissimi...il controllo è continuo...forse Pino Daniele aveva una patologia molto complicata che però gli ha consentito di arrivare alla sua età, un po' come Gino Paoli che, se ricordo bene, vive con una pallottola vicino al cuore...ad ogni modo non mi è piaciuto il comportamento del medico che ha cercato di sminuire l'intervento del 118 e l'attrezzatura dell'ospedale. Mi sembra poco professionale sminuire gli altri per affermare sé stessi...e poi screditare il pronto intervento è una cosa che non sopporto. Su tutto il resto, sulle reali condizioni del cantante, non posso certo pronunciarmi. So solo che mi mancherà la sua stupenda musica. :-(

#27
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Dr. Giovanni Migliaccio

La pallottola di Gino Paoli, di piccolo calibro, non ha evidentemente influito sulla funzionalità cardiaca e pertanto è come se non ci fosse.
Le patologie cardiache sono altra cosa e le attuali terapie mediche e chirurgiche consentono sopravvivenze impensabili solo fino a 30-40 anni fa.
Ciò non significa che chi subisce un intervento cardio-chirurgico debba essere considerato un "miracolato" e che quindi ogni giorno in più del post-operatorio essere considerata una grazia ricevuta!
Con tutto il rispetto della volontà Divina!

#28
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Ex utente

Non sapevo di questa storia di Gino Paoli

#29
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Medico

Caro Griselli,
tu scrivi "Qualunque medico sa che in caso di sospetto infarto anche un minuto e' prezioso: non posso pensare che il cardiologo romano sospettasse tale ipotesi e facesse correre questo rischio mortale al cantante".
Sarebbe auspicabile che il Dott. Gaspardone fornisse ai fans del cantante e ai Colleghi suoi pari spiegazioni, ovviamente nel rispetto della privacy, sul caso ormai,tristemente, comunque sfuggito alle sue illustri cure.
Il suo silenzio improvviso, pur giustificato dal dolore per la perdita di un "amico" e paziente illustre, collide con le dichiarazioni profuse in abbondanza nei giorni scorsi.
Il Dott. Gaspardone, se vuole, spieghi in una lettera aperta che cosa è avvenuto quella notte tra un cardiologo di fiducia e un paziente,a suo dire miracolato giornalmente, che lo ha chiamato per porre alla sua attenzione dei sintomi che lo avevano allarmato.O semplicemente un malessere.
Il dott Gaspardone conosceva bene tutti i problemi del suo illustre amico.
E' a posto con la Sua coscienza, per averlo dissuaso con la necessaria autorità, dal muoversi in macchina per raggiungerlo o la sua coscienza è, al contrario, gravata da un pesante fardello?
Questo è il nocciolo della questione.
Errare humanum est. Clinici medici e chirurghi sbagliamo TUTTI, in scienza.... alcuni a volte in ignoranza.
Errare per desiderio di visibilità, egolatria, perchè il paziente non si chiama Tizio Caio ma Pino Daniele o anche semplicemente per empatia NON E' AMMISSIBILE!
Tizio Caio forse sarebbe stato invitato ad andare a Orbetello/Grosseto (Laino è più esperto di mappe Google si chieda a lui) e si sarebbe forse salvato.
Pino Daniele, paziente illustre e che fornisce visibilità, è morto su una automobile, neppure su una ambulanza.
Padrone della sua vita e della sua morte? Certo!
Ma Gaspardone faccia sapere a tutti che non ha peccato di "presunzione e leggerezza". Se può in coscienza farlo.
Del resto Pino Daniele era un personaggio pubblico e la sua malattia, assai diversa da quella di Troisi a cui lo si accomuna, erano di pubblico dominio.
OT: trovo quella di negare l'omaggio dei fans alla salma una pessima scelta. Pino Daniele era PINO DANIELE anche grazie ai suoi fans. Diversamente sarebbe stato un solitario suonatore di blues o jazz. E la scusa che un volgare necrofilo abbia scattato una foto col cell al corpo esanime, non giustifica la cacciata di tutti.
Ci pensi la famiglia, sempre che questo escamotage non serve a coprire altre verità.....
Buona serata.

#30
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Utente 947XXX

Caro dott. Caldarola, ormai la frittata è stata fatta. Il medico curante di Pino Daniele, sostenendo che i mezzi di soccorso siano arrivati tardi, si è dato una bella zappa sui piedi, dato che i tabulati relativi e la famiglia stessa del cantante sono concordi sulla tempestività dell'intervento. Indietro non si torna, le giustificazioni un po' traballanti sono state già date...resta un'amarezza infinita per una scomparsa che ci ha lasciati tutti stupiti, persino increduli sulle prime...sui miracoli non so cosa dire, certo vivere con un solo vaso funzionante non deve essere affatto facile, specie per un personaggio pubblico soggetto allo stress di una vita in tournée. Ma non sono un cardiologo e quindi sul tecnico non mi esprimo. Sulla camera ardente chiusa in anticipo i familiari hanno sostenuto di averlo fatto per avere privacy, e permettere solo agli amici di entrare ( tra cui anche dei vip, il che ha causato incomprensioni e malumori tra i fan ). Io penso che Pino da lassù veda tutto l'affetto dei suoi fan e ne sia contento, aldilà dell'entrata o meno per salutarlo, forse basterebbe questo pensiero per evitare scenate davanti ad un obitorio...un grande conterraneo di Pino Daniele affermò tutta la serietà della morte a fronte delle piccolezze dei vivi...

#31
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Dr. Giovanni Migliaccio

La Magistratura ha disposto l'autopsia aprendo un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.
Credo che verrà fuori la responsabilità del cardiologo che, tra le tante dichiarazioni, non sembra abbia fatto l'unica che lo scagionerebbe da ogni responsabilità, cioè quella di aver imposto con fermezza al cantante di recarsi presso l'Ospedale più vicino e di non esser stato però ascoltato.
Il medico non accenna ad alcuna telefonata, ma neanche dice di non averla ricevuta e di esser stato all'oscuro delle decisioni del cantante.

#32
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Dr.ssa Chiara Lestuzzi

"trovo quella di negare l'omaggio dei fans alla salma una pessima scelta. Pino Daniele era PINO DANIELE anche grazie ai suoi fans. Diversamente sarebbe stato un solitario suonatore di blues o jazz. E la scusa che un volgare necrofilo abbia scattato una foto col cell al corpo esanime, non giustifica la cacciata di tutti.
Ci pensi la famiglia, sempre che questo escamotage non serve a coprire altre verità....."

@ Caldarola: a parte che non capisco quali altre verità dovrebbero essere nascoste (possiamo evitale il complottismo almeno in questo caso?), è notizia di oggi che una di queste foto scattate di straforo è stata messa su Internet, e che i familiari sono rimasti malissimo.

Ora, prova a metterti nei panni dei figli (l' ultima è diciottenne, mi pare) che già hanno perso il padre improvvisamente e non possono neanche starsene in pace a piangerlo, e devono condividerlo con una marea di gente più o meno educata (gente che è arrivata a cercare di entrare con violenza nella camera ardente). Ma il rispetto qualcuno sa dove stia di casa?

Il dott. Raggi ha analizzato molto bene il caso del conflitto tra familiari e fans.

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5305-pino-daniele-appartiene-ai-fans-o-ai-familiari-analisi-psicologica-del-caso.html

#33
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Dr. Antonio Vita



A volte il "fado", dicono i popoli neo-latini, l'imponderabile gioco del "destino", può determinare se vivere o morire.
Ritengo, da profano, che da nessuna località, per quanto vicina possa essere, si può raggiungere l'ospedale più prossimo, a bordo di un'auto privata, con una persona in fin di vita. Il soggetto viene messo dentro l'abitacolo e si trova costretto ad assumere una posizione quasi fetale o comunque incomoda, e quindi opprimente.
La notizia, per quanto dolorosa possa essere, ci viene dalla tua attenzione sempre vigile, per tutti i casi che arrivano e vengono trattati in questo sito. La tua valutazione è senza dubbio non priva di significato e di rimpianto!

#41
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Utente 355XXX

La cosa folle è, pensare di affrontare 200km con un dolore cardiaco... Nessun medico si esporrebbe a un rischio così grande, dubito che abbia detto al cantante di raggiungerlo al più presto a Roma, con un possibile infarto in corso, poi su una comune auto? Ma scherziamo...

#66
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Utente 283XXX

Diciamo che, con tutto il rispetto, se abitassi a Roma , e ne avessi necessità, mi sceglierei un cardiologo qualsiasi, tranne uno.

Mi sceglierei uno che sia capace di dirmi, "mi dispiace caro , ma io stasera non potrei riceverti comunque a Roma, dammi retta, recati sereno al più vicino ospedale, vanno bene sia Grosseto che Orbetello. Poi fammi sapere, mi raccomando , quale dr. ti ha visitato. Ma fai attenzione, se è già qualche ora che hai questi sintomi , che vanno e vengono , forse ti conviene chiamare l'ambulanza avvisare che molto probabilemente si tratta della tua patologia coronarica, in modo che un medico arrivi già a bordo della stessa ambulanza ed eventualmente possano già darti una terapia.
fatemi sapere se hanno bisogno di contattarmi per telefono.
ciao"


Per fortuna che quando ho avuto bisogno ho incontrato qualcuno così, e mi fa piacere constatare che molti medici hanno gli stessi dubbi, ovviamente stando alle dichiarazioni sulla stampa.
Un cordiale saluto.