Nuovi anticoagulanti orali

m.rillo
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista

I problemi legati alla terapia anticoagulante osservata per la prevenzione dei fenomeni tromboembolici, soprattutto per chi soffre di fibrillazione atriale, sono largamente conosciuti da medici e pazienti. Al momento i farmaci utilizzati, come il famoso Coumadin, richiedono il monitoraggio dei valori di un parametro della coagulazione, che è il cosiddetto INR. Il valore di questo parametro deve essere contenuto, nella maggioranza dei casi, tra 2 e 3 poiché un valore al di sotto di 2 è espressione di un’ anticoagulazione non adeguata, mentre un valore al di sopra di 3 espone i soggetti a maggior rischio di emorragia.

E’ per questo che, al fine di valutare l’INR nel tempo e apportare le eventuali modifiche al dosaggio della terapia anticoagulante, i pazienti sono costretti a eseguire controlli frequenti mediante un prelievo di sangue.

A parte il disagio che questo comporta, soprattutto per i pazienti anziani, al punto che in casi estremi si rinuncia alla terapia stessa, numerose sono le interferenze che possono determinare valori troppo bassi o troppo alti dell’INR, con relativo incremento del rischio trombo embolico o di quello emorragico.

Recentemente sono stati valutati gli effetti di nuovi anticoagulanti orali, che promettono buoni risultati a fronte di più basse complicanze, tralaltro senza che i pazienti siano resi “schiavi” dei controlli dell’INR.

Notevoli sono pertanto le aspettative sia dei medici e forse ancor più dei pazienti. Ma sono tutte “rose e fiori” le promesse di questi nuovi farmaci?

Innanzitutto ne esistono di 2 differenti tipologie in base al loro meccanismo di azione, ma sia gli uni, sia gli altri, presentano delle limitazioni:

- non disponiamo di antagonisti specifici per la maggioranza dei nuovi anticoagulanti, pertanto in caso di sovradosaggio, per ostacolarne gli effetti emorragici, a volte non è possibile far ricorso ad alcuna terapia specifica e altre è necessario una emodialisi o una trasfusione di sangue

- alcuni sono eliminati attraverso i reni e quindi richiedono un aggiustamento della posologia in soggetti con disfunzione renale moderata

- altri influenzano il metabolismo epatico dei citocromi e si può avere quindi interferenza tra farmaci diversi con relativi fenomeni di riduzione dell’efficacia anticoagulante o incremento della tossicità

- anche l’ età > 80 anni richiede un dosaggio più controllato

- spesso i nuovi anticoagulanti richiedono una somministrazione due volte al giorno, anziché una.

Sicuramente però I vantaggi che i nuovi farmaci possono apportare non sono trascurabili e non possono non essere considerati. Chi, però, tra i milioni di persone già in terapia con Coumadin può essere considerato elettivo per passare immediatamente alla terapia con i nuovi anticoagulanti ?

I pazienti che assumono Coumadin già da lungo tempo, con buon controllo dei valori dell’INR e che non presentano intolleranze alla terapia non sono I candidati ideali per passare ai nuovi anticoagulanti perchè per questi soggetti i vantaggi che si possono ottenere non sono evidenti in maniera ineccepibile.

Sono invece candidati ideali:

- soggetti che pur necessitando di Coumadin, non hanno ancora iniziato la terapia

- i pazienti in Coumadin che presentano importanti oscillazioni dell’INR o che non riescono a raggiungere valori dello stesso ideali per la profilassi tromboembolica

- pazienti che pur necessitando di terapia con Coumadin hanno una controindicazione al suo utilizzo

- pazienti a basso rischio tromboembolico, che assumono cardioaspirina perché riluttanti a osservare una terapia con Coumadin, che può sembrare eccessiva

 

 

Fonti:

New Anticoagulants in AF and ACS: Position Paper May 7, 2012

Sue Hughes - Charles P. Vega

Da: Medscape_CME_Cardiology@email.medscape.org

 

Data pubblicazione: 17 maggio 2012 Ultimo aggiornamento: 21 maggio 2012

2 commenti

#1
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Utente 278XXX

buongiorno
attualmente sono in TAO con il Coumadin ed utilizzo anche il betabloccante Sotalex 2 volte al giorno
Preciso che ho 75 anni e sono portatore di "costante FA" ed inoltre ho problemi con la valvola mitralica,non ho problemi di reni.
Il dosaggio del Coumadin viene verificato ad ogni venerdi e qualche volta anche il martedi.Al 20 settembre ( inizio TAO) l'INR era 1,9,sono stati eseguite variazioni di dosaggio da 7,5 mg/settimana a 20 mg/settimana variando le dosi da 1,25mg/giorno a 2,5 mg/giorno.
Ad oggi sono riuscito ad ottenere l'INR fra 2 e 3 solamente 3 settimane( fra 2,3 e 2,7) con oscillazioni min/max da 1,5 a 4,4 ( su 10 settimane) nonostante la buona volontà e l'attenzione al cibo ( riduzione di alimenti contenenti vitamina K).
Quindi i risultati, a mio parere sono deludenti,anche se continuerò a cercare di centrare il targhet utilizzando un foglio Excel per definire di volta in volta il possibile dosaggio.!
Ma quanti hanno tempo e voglia di un impegno simile?
In merito alle nuove medicine ( NAO) pur presentando qualche lato negativo, se permettono una semplificazione del trattamento,ottenendo risultati accettabili, ritengo debbano essere utilizzate in casi simili al mio,d'altra parte sono state ormai testate su oltre 50000 pazienti ( ved www.clinicaltrials.gov).
Ho letto che anche in Italia sono stati effettuati tests ( ved AIFA e AIAC).Perchè si aspetta ancora?
Quando si prevede potranno essere utilizzati ufficialmente?

#2
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Dr. Mariano Rillo

Si spera che vengano commercializzati all'inizio del prossimo anno...ma i NAO hanno indicazione nella profilassi tromboembolica della fibrillazione atriale non valvolare...lei riporta di avere problemi con la mitrale e quindi dipende dal tipo di problema se potrà risultare candidato alla nuova terapia o meno (e questo indipendentemente dal fatto che non presenta danni renali che potrebbero controindicarla)...
Cordialità

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