Acufeni speranza genetica.

Terapia degli acufeni: la cura nel gene che agisce sul glutammato

Dalla ricerca arrivano speranze per una possibile terapia degli acufeni: agire sul gene del glutammato che sembra essere collegato a questo disturbo, causa di stress e ansia.

Un gene protettivo per gli acufeni

I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno messo in evidenza il primo gene, responsabile del controllo del glutammato, che potrebbe essere protettivo per gli acufeni, percezioni sonore che si manifestano in assenza di stimolazione fisiologica (vale a dire quando nessun suono esterno è effettivamente presente), problema comune che colpisce più di 1 persona su 10.

Acufeni causa di stress, ansia e depressione

Mentre molti pazienti imparano a convivere con esso, l'acufene può diventare molto di più di un problema lieve o trascurabile per tanti altri. Gli acufeni possono seriamente disturbare il sonno, la concentrazione e la vita quotidiana, fino al punto di causare depressione e ansia. Infatti si ritiene che circa il 10% della popolazione sia affetto da acufeni e che nello 0,5% dei casi l'intensità sia tale da provocare fastidio: la descrizione fornita dal paziente non è correlata alla sua intensità, bensì al fastidio che ne deriva.

Esiste un legame tra glutammato e acufeni

Lo studio di Hong Yu et al. propone il primo gene correlato agli acufeni su cui potrebbe basarsi una futura terapia dell'acufene. L'obiettivo è quello di identificare le molecole responsabili del problema nel tentativo di trovare un trattamento. I ricercatori hanno scoperto che senza la normale funzione del gene GLAST gli animali, i topi nel loro studio, sono più inclini a sviluppare l'acufene. Si tratta di un gene che codifica per un trasportatore del glutammato, una proteina che lavora per portare il neurotrasmettitore glutammato lontano dallo spazio sinaptico, in cui si verifica la comunicazione neurale.

La rimozione dell'eccesso di glutammato dalla sinapsi è di vitale importanza per la ottimale funzione neuronale. I livelli di glutammato incontrollati al di fuori delle cellule neurali hanno, infatti, effetti tossici. Le disfunzioni nei trasportatori del glutammato sono state in precedenza associate a convulsioni e a sclerosi laterale amiotrofica ed ora anche agli acufeni.

Lo studio apre la possibilità al fatto che una maggiore espressione di GLAST nella coclea potrebbe creare la resistenza agli insulti uditivi, impedendo l'ototossicità.

Gli studi genetici umani potrebbero migliorare il processo di sviluppo dei farmaci e portare al trattamento preventivo o curativo degli acufeni.

Acufeni: un problema multidisciplinare

Il lavoro svolto dai ricercatori è importante per aiutare un numero elevato di persone: si stima circa 70 milioni solo in Europa. L'acufene è un sintomo, non una malattia, in quanto può derivare da varie cause, come la perdita di udito a causa di danni delle cellule ciliate nell'orecchio, trauma cranico o infezioni, farmaci tossici, disturbi psichiatrici e neurodegenerativi o problemi circolatori. Quindi capire l'acufene è importante da un punto di vista multidisciplinare e le conoscenze attuali sono limitate: esso rappresenta un problema diagnostico e terapeutico non indifferente.

Fonte

  1. Hong Yu, Kim Vikhe Patil, Chul Han, Brian Fabella, Barbara Canlon, Shinichi Someya, Christopher R. Cederroth. GLAST Deficiency in Mice Exacerbates Gap Detection Deficits in a Model of Salicylate-Induced Tinnitus. Frontiers in Behavioral Neuroscience, 2016
Data pubblicazione: 06 settembre 2016 Ultimo aggiornamento: 02 dicembre 2020

3 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Ottimo articolo , allora potrebbe avere una qualche utilita il magnesio, avevo letto da qualche parte che in uno studio Si era ipotizzato una interazione tra il magnesio e la diminuizilne dei livelli di glutammato.

#2
Utente 495XXX
Utente 495XXX

Buongiorno io da circa 5 mesi soffro di acufeni in entrambe le orecchie mi e venuto dopo un mese di forte stress ho fatto la visita ottorino ma mi hanno ttovato un po di perduta di udito ...dopo la cura sono sempre lo stesso cosa posso fare? Grazie

#3
Dr. Edoardo Bernkopf
Dr. Edoardo Bernkopf

Gentile Collega, l'acufene , si sa , è una "bestia nera" per tutti: gli Otorinolaringoiatri dicono che è la loro tomba.
Vale forse la pena di prendere in considerazione anche un inquadramento e una possibilità terapeutica spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se si infilano i mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e si muove la mandibola, ci si rende conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa).
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Si tratta di un aspetto quasi sempre dimenticato, che apre invece anche una importante possibilità terapeutica, già sperimentata sull'uomo, presente in letteratura e alla portata di operatori sul territorio.
Auguro ai ricercatori del Karolinska Institutet di giungere presto ad una analoga operatività clinica attraverso la via da loro aperta con il lavoro sui topi che citi, che ad oggi mi sembra alquanto lontano da una effettiva ricaduta nell'attività clinica.
Lieto di ogni tuo commento, ti invio cordiali saluti. Edoardo Bernkopf
Articolo: "rapporti fra acufeni e Articolazione Temporo Mandibolare
http://www.studiober.com/wp-content/uploads/2011/11/Acufeni-2016-DM-4.pdf

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