
Infertilità maschile: utilizzo dell'intelligenza artificiale per diagnosi e terapie

Le difficoltà ad avere un figlio sono presenti in circa il 15% delle coppie e l’uomo rappresenta circa il 50% di queste problematiche. Nonostante i notevoli progressi ottenuti dalla medicina riproduttiva in questi ultimi decenni l'infertilità maschile rimane comunque ancora un problema complesso e spesso sottostimato.
Lo spermiogramma costituisce sempre la tappa cruciale nella diagnosi di una infertilità maschile anche se le non infrequenti valutazioni soggettive danno poi delle significative variabili nel formularla in modo preciso.
Ora un gruppo di ricercatori canadesi ha pubblicato sulla rivista Current Urology Reports [1] una interessante review che analizza i progressi e le diverse applicazioni che l’intelligenza artificiale (AI) può fare per migliorare le diagnosi e le strategie terapeutiche proposte in presenza di una infertilità maschile.
I recenti progressi ottenuti in campo andrologico, comprese le diverse tecniche per ottenere spermatozoi direttamente dai testicoli quando vi è una azoospermia (TeFNA, cmTESE, mTESE) e l’utilizzo nella Procreazione Medica Assistita (PMA) dell’iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi (ICSI), hanno decisamente aumentato i tassi di concepimento, cioè i bambini portati a casa.
Quali vantaggi può dare l'intelligenza artificiale in questo campo?
Ora l’utilizzo dell'intelligenza artificiale in andrologia potrebbe costituire una promessa per ulteriori progressi ancora più decisivi. Infatti le possibilità legate all‘intelligenza artificiale, come l'apprendimento automatico e l’utilizzo di reti neurali artificiali, potrebbero ad esempio darci un'analisi automatizzata e più obiettiva della motilità degli spermatozoi e dell’eventuale integrità del loro DNA, migliorando così in modo significativo la precisione diagnostica.
Questo tipo di tecnologie migliora i metodi tradizionali riducendo di molto la soggettività nella valutazione dei parametri che caratterizzano un esame del liquido seminale, come ad esempio la possibilità di scoprire anomalie minime della morfologia degli spermatozoi che non sempre vengono rilevate durante le valutazioni tradizionali; questo potrebbe migliorare cosi anche il processo di selezione dei gameti maschili quando si utilizza una tecnica di riproduzione assistita.
Ancora i modelli predittivi, basati sull'intelligenza artificiale, sembrerebbero ottimizzare anche la selezione dei pazienti e quindi arrivare a personalizzare i protocolli di trattamento, aumentando così le percentuali di successo.
Le tecnologie basate sull'intelligenza artificiale sembrano quindi avere la possibilità di migliorare l'accuratezza e la precisone nel fare una diagnosi e nell’impostare una terapia più mirata.
Detto questo comunque dobbiamo sempre ricordare che l’utilizzo di questa tecnologia deve essere gestita con molta attenzione, soprattutto si deve dare una particolare attenzione alle diverse considerazioni etiche come, ad esempio, la trasparenza e la difesa della privacy sui dati che vengono raccolti.
È fuori di dubbio che l’utilizzo dell'intelligenza artificiale è promettente e capace di far ottenere risultati migliori in molte specialità mediche, compresa l’andrologia, ma è necessaria un'implementazione responsabile per massimizzarne i benefici e ridurne tutti i potenziali rischi.
Per approfondire:Infertilità maschile e AI: nuove prospettive di diagnosi