Obesità: un farmaco anti diabete aiuta a perdere peso e migliora la fertilità
Curare l'obesità e l'infertilità maschile con un solo farmaco: è quanto emerge da un'importante ricerca condotta dall’Università di Padova, che ha dimostrato che una classe di farmaci anti-diabete, gli agonisti del recettore del GLP-1, non solo favorisce una significativa perdita di peso, ma migliora anche la motilità degli spermatozoi.
Abbiamo presentato questo studio alla comunità scientifica durante il XXXIX Convegno di Endocrinologia e medicina della riproduzione dal tema “La denatalità e la sessualità tra ambiente e aging” che si tiene il 5 e 6 dicembre presso l’Università di Padova.
Durante la due giorni di studi, viene affrontato il tema della denatalità e i molteplici fattori che la influenzano (fra questi appunto i problemi di infertilità) in un approccio multidisciplinare con ginecologi, andrologi, endocrinologi, urologi e medici di base nonché biologi, embriologi e tecnici di laboratorio.
Obesità e infertilità: quale relazione?
L'obesità rappresenta una delle principali sfide di salute pubblica in Italia, con un impatto significativo sia sulla popolazione generale sia sul sistema sanitario. L'obesità è associata a numerose complicanze, tra cui l'infertilità maschile. Essa influisce negativamente sulla salute riproduttiva per diversi motivi.
Questo fattore si inserisce nel più ampio problema della denatalità. Dal 2008, anno in cui si registravano 576.000 nascite, in Italia c'è stata una riduzione del 34%, pari a 197.000 unità in meno [1].
Questi dati evidenziano un problema crescente e la necessità di un intervento preventivo o terapeutico. Ecco perché annuncio con soddisfazione la recente scoperta di come una classe di farmaci utilizzati per il trattamento del diabete, i cosiddetti agonisti del recettore del GLP-1, efficaci anche nel favorire un calo di peso del 15-20% in soggetti obesi, siano in grado di agire anche sulla motilità degli spermatozoi, una scoperta che apre le porte a nuovi scenari nella terapia del paziente infertile con obesità.
Per approfondire:Obesità e disfunzione erettile: un legame preoccupante
I risultati sul calo del peso e la motilità degli spermatozoi
Abbiamo condotto la ricerca sperimentale in Italia presso l’Università di Padova, insieme a un’equipe di ricercatori, in collaborazione con il professor Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’università di Padova e il professor Andrea Di Nisio dell’Università Pegaso.
La ricerca sta ampliando l'uso di questi farmaci non solo per obesità e diabete, ma anche per altre condizioni associate, come l’infertilità maschile. Il recettore del GLP-1 infatti non solo è presente in quegli organi di interesse metabolico, ma anche a livello del testicolo e degli spermatozoi.
La nostra ricerca ha confermato la riduzione della qualità del liquido seminale dei soggetti obesi, ed hanno quindi valutato se queste nuove molecole potessero avere un’azione diretta sulle cellule spermatiche, e i risultati sono stati sorprendenti: in seguito a stimolazione in vitro del recettore del GLP-1, la motilità degli spermatozoi aumenta significativamente, attraverso una modificazione della struttura della membrana dello spermatozoo che si realizza con una importante riduzione del colesterolo di membrana, noto nemico della motilità spermatica.
Interventi farmacologici innovativi, come i recenti agonisti del recettore del GLP-1, rappresentano un'importante risorsa terapeutica, ma devono essere integrati con strategie preventive, educazione sanitaria e cambiamenti nello stile di vita. L'attenzione verso le complicanze dell'obesità, inclusa l'infertilità maschile, sottolinea l'importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione di questa patologia.
Per approfondire:Curare l'obesità migliora la salute riproduttiva
Obesità generale e infertilità maschile in Italia
Qual è l'impatto dell'obesità sulla popolazione generale e sul sistema sanitario italiano?
Circa il 47,6% degli adulti italiani è in sovrappeso o obeso, con una prevalenza del 36,1% per il sovrappeso e dell'11,5% per l'obesità. Tra i bambini, il 26,3% ha problemi di peso, con un 19% in sovrappeso e un 9,8% affetto da obesità [2].
L'obesità è associata a numerose complicanze, tra cui l'infertilità maschile. Essa influisce negativamente sulla salute riproduttiva per diversi motivi:
- causa uno squilibrio ormonale che altera la spermatogenesi,
- favorisce l’infiammazione cronica che può danneggiare le cellule del testicolo,
- aumenta lo stress ossidativo generando radicali liberi che compromettono la qualità degli spermatozoi,
- aumenta la temperatura scrotale, danneggiando ulteriormente la produzione di spermatozoi.
La combinazione di questi fattori può portare a un aumento del rischio di infertilità, che si inserisce nel più ampio problema della denatalità: l'Italia sta vivendo una grave crisi demografica con un calo costante delle nascite.
Nel 2023, il numero di nati vivi è sceso a 379.000, segnando una diminuzione di circa 13.000 unità (-3,4%) rispetto al 2022. Questo rappresenta un nuovo record negativo, con un tasso di natalità di appena 6,4 nati per mille abitanti. Dal 2008, anno in cui si registravano 576.000 nascite, c'è stata una riduzione del 34%, pari a 197.000 unità in meno [1].
Per approfondire:L'obesità riduce l'aspettativa di vita di 20 anni