Microplastiche e corpi cavernosi del pene
Microplastiche anche nel pene: dopo la recente scoperta della presenza di microplastiche nei testicoli ora una nuova ricerca complessa ha documentato la presenza di queste sostanze anche nei corpi cavernosi di peni umani.
Condotto da un team internazionale di ricercatori (nordamericani, tedeschi e vi è pure un nostro ricercatore dell’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano), il lavoro è stato ora pubblicato sulla importante rivista andrologica International Journal of Impotence Research [1].
I pericoli delle microplastiche
Le microplastiche sembrano oggi rappresentare un serio problema ambientale e sanitario. Queste, avendo un diametro inferiore ai 5 mm, si sono praticamente infiltrate in diversi nostri ecosistemi (nell’atmosfera, nell’acqua, nel suolo) penetrando così nei cibi e nelle bevande che noi normalmente consumiamo.
Le loro dimensioni microscopiche possono determinare diverse interazioni chimiche con i nostri tessuti e fluidi fisiologici e tutto ciò sembra determinare fenomeni negativi di bioaccumulo nonché di biotossicità.
L'ingestione, l'inalazione e il contatto cutaneo sono le modalità attraverso le quali tutto ciò si determina.
Le microplastiche sono presenti nel pene
Ora lo scopo di questa ricerca è stato quello di valutare l’eventuale presenza ed identificazione, mai fino ad ora provate, di queste microplastiche anche nei corpi cavernosi di un pene umano.
Con il consenso di sei pazienti, che avevavo un importante deficit dell’erezione e che dovevano sottoporsi ad un intervento chirurgico per mettere una protesi gonfiabile multicomponente, sono stati prelevati e poi studiati campioni di tessuto dai rispettivi corpi cavernosi.
Le biopsie di tessuto, così ottenute, sono state quindi analizzate utilizzando il sistema di imaging chimico a infrarossi diretti (LDIR) laser Agilent 8700 mentre la morfologia delle particelle rinvenute è stata osservata con un microscopio elettronico a scansione Zeiss Merlin.
Con queste indagini le microplastiche sono state così identificate nell'80% dei campioni di tessuto prelevati, queste avevano dimensioni comprese tra 20 e 500 μm; le particelle più piccole, fino a 2 μm, invece sono state rilevate tramite il microscopio elettronico a scansione.
Si sono così trovati nel pene sette tipi di microplastiche: nel 47,8% si trattava di polietilene tereftalato e nel 34,7% di polipropilene.
Questa nuova ricerca, che mostra la presenza di queste microsostanze nei corpi cavernosi del pene, solleva numerosi ed inquietanti interrogativi sulle possibili e future conseguenze negative che questi pericolosi inquinanti ambientali possono svolgere anche sulla nostra salute sessuale e riproduttiva.
Per approfondire:La plastica danneggia la fertilità maschile