Alla ricerca di nuove terapie per l'uomo infertile
Venerdì 20 e sabato 21 ottobre a Pisa si è riunito un Gruppo di Andrologi dedicati allo studio dell’infertilità maschile con il preciso proposito di valutare l’efficacia della terapia con Gonadotropine.
Il Corso formativo, denominato "The Winner", si è svolto in un particolare clima di dibattito e confronto attraverso tre gruppi di lavoro che hanno permesso ai partecipanti di confrontarsi sulle loro specifiche esperienze ed in particolare sull’infertilità idiopatica e sull’ipogonadismo.
Problematiche legate all'infertilità maschile
Le gonadotropine, in particolare l’FSH, sono deputate a stimolare la produzione di spermatozoi a livello dell’epitelio seminale delle gonadi maschili, i testicoli.
Non tutte le infertilità maschili purtroppo rispondono a questa terapia ed è quindi fondamentale poter individuare gli uomini infertili che potrebbero ottenere un effettivo miglioramento da tale terapia, definire il suo corretto dosaggio e le precise modalità di somministrazione.
Un giusto inquadramento di queste problematiche cliniche è pertanto di fondamentale importanza non solo per consentire un miglioramento dei parametri seminali e della fertilità maschile, ma anche per ottenere migliori risultati nell’eventuale utilizzo di una tecnica di procreazione medicamente assistita (PMA).
È stato anche ribadito l’importanza di mettere in campo strumenti di prevenzione rivolti a fasce di giovani, soprattutto per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmesse, e della necessità di rivolgersi precocemente all’andrologo così come per le ragazze è comune una visita ginecologica concomitante all’inizio della loro attività sessuale.
A questo proposito è stato sollecitato un intervento sia istituzionale che mediatico attraverso quei canali più utilizzati dalla fasce di popolazione giovanile.
Anche la ben nota denatalità, spesso messa in relazione solo con l’innalzamento dell’età media in cui le donne ricercano un figlio, deve essere collegata ai vari aspetti che coinvolgono l’uomo, sia clinici che socio-economici.
Se è vero che l’età della donna è un parametro molto importante nel determinare le difficoltà riproduttive e i successi nell’ambito della PMA, anche l’incremento dell’età dell’uomo gioca il suo ruolo.
I lavori di questo Convegno non si ritengono esauriti in queste due giornate, ma proseguiranno ora attraverso gruppi di lavoro specifici finalizzati ad un complesso studio multicentrico.
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