Fertilita uomo eta.

Sperma, età di un uomo e PMA

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Già era noto che l’età di uomo e i suoi parametri seminali avessero una loro importanza non secondaria nella riuscita o meno di un ciclo di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Su queste questioni cliniche è in atto un interesse scientifico sempre più acuto presso diversi Centri che si occupano di PMA.

Cosa dicono gli studi?

Ora ad analizzare queste tematiche è uno studio, condotto da un gruppo di clinici e ricercatori del gruppo Genera dal titolo: “WHO 2021-based comprehensive appraisal of sperm factor parameters’ association with embryological and clinical outcomes. A single center study of 4013 PGT-A cycles”, presentato come oral poster al 39esimo Congresso della Società Europea di Medicina della Riproduzione ed Embriologia (ESHRE) tenutosi in questi giorni a Copenhagen.

In questo studio si sono valutate le relazioni tra i parametri seminali, l’età paterna e i risultati embriologici e clinici in cicli di fecondazione assistita eseguiti tramite una ICSI, cioè un’iniezione intracitoplasmatica di uno spermatozoo all’interno dell’ovocita. 

Sappiamo che a tutt’oggi i dati relativi all’età paterna sulla riuscita di una PMA sono controversi e questo perché la maggior parte degli studi, fino ad oggi condotti, non davano i tassi cumulativi di bambini nati vivi per ciclo, e non si basavano tutti sui criteri dell’WHO 2010, recentemente aggiornati nel 2021.

Lo studio presentato all’ESHRE, prendendo in considerazione questi nuovi criteri, ha valutato retrospettivamente i risultati di 4.013 cicli ICSI, con un test genetico pre-impianto, che avevano interessato 3101 coppie durante un periodo di tempo che va dal 2013 al 2021. Le donne avevano una età media di 38,9 ± 3,2, mentre gli uomini un’età media di 41,9 ± 5,7 anni.

I risultati hanno mostrato come una ridotta motilità degli spermatozoi e la presenza di una concentrazione, morfologia e motilità inferiore al 5° percentile, come indicato nei criteri WHO-2021, sono associati a esiti embriologici peggiori e ad un tasso cumulativo di nati vivi per ciclo ridotto. Per quanto riguarda l’età paterna, essa sembra influire negativamente soprattutto sulla formazione di blastocisti e sulla qualità embrionaria.

Molte cose sono ancora naturalmente da analizzare ma questo studio può comunque risultare utile a tutti i professionisti che si occupano di PMA (ginecologi, andrologi, embriologi ed ostetriche) per prendere ora in giusta considerazione il fattore maschile come possibile causa di un eventuale insuccesso e per indicare in modo più mirato e corretto le possibilità di successo ad una coppia che inizia il complesso iter diagnostico e terapeutico che porta ad una PMA.

Per approfondire:Come cambia la fertilità maschile con l'età?

Data pubblicazione: 30 giugno 2023

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