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Covid-19: i maschi sono i più colpiti?

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Dai dati resi disponibili sull’aggiornamento in data 23 aprile 2020 del Bollettino della Sorveglianza Integrata pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, si evince che la percentuale di morti per i maschi è circa il doppio di quella delle donne (rispettivamente 17,1% e 9,3%).

Dato invece apparentemente in controtendenza è che tra gli operatori sanitari le donne sono le più colpite con il 69% dei casi di contagio.

Covid: incidenza diversa in base al sesso

Questa pandemia interessa tutta la popolazione, ma in modo diverso ed il sesso, con tutte le differenze dovute alle caratteristiche biologiche (cromosomi, ormoni ed altro), sembra svolgere un suo ruolo non secondario.

Anche il genere (vale a dire l’insieme delle caratteristiche che sono definite socialmente e che distinguono il maschile dal femminile) ha la sua importanza in questa pandemia che ha modificato la vita quotidiana di molte persone con i relativi disagi fisici, psicologici, relazionali ed altro ancora.

Per approfondire:Covid-19: effetti a lungo termine sullo sperma

Comunque per arrivare a capire davvero quale sia il peso de fattori legati al genere e al sesso in questa pandemia dobbiamo avere a disposizione la possibilità di analizzare a questo proposito dei dati aggiornati e disaggregati. A questo proposito l’articolo “Sex, gender and COVID-19: Disaggregated data and health disparities” che è stato pubblicato sul blog della rivista “BMJ Global Health” ha valutato i dati dei 20 Paesi che avevano denunciato il numero più alto di casi colpiti da COVID-19.

Dal lavoro è emerso che Belgio, Malesia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti D'america non avevano esposto dati suddivisi per sesso. L’Italia ha invece indicato da subito dati disaggregati, ma ad oggi rimangono una minoranza i Paesi che hanno fornito e danno informazioni complete differenziate per sesso.

 

Dall’analisi dei dati tuttora disponibili dei Paesi, che hanno fornito dati completi, risulta chiaramente una più alta proporzione di decessi negli maschi rispetto alle femmine.

In particolare in Italia la percentuale di morti negli uomini è circa il doppio di quella delle donne (rispettivamente 17,1% e 9,3%).

Queste differenze sono simili in molti altri Paesi (come Grecia, Olanda, Danimarca, Belgio, Spagna, Cina e Filippine) mentre in alcuni Paesi, come la Repubblica Domenicana e la Thailandia, il rapporto letalità maschi/femmine è ancora più alto, superiore a 3:1 (rispettivamente 3,8 e 3,2); solo l’India e il Pakistan mostrano una proporzione lievemente più alta nelle donne decedute con un rapporto Maschi/Femmine pari a 0,9.
 

 

Più difficile è valutare la situazione sulle differenze di sesso e di genere per quanto riguarda i casi diagnosticati non conoscendo l'esatta percentuale di persone di ciascun sesso che si sono sottoposte al tampone. I dati disponibili in Italia, come in altri Paesi, tra cui Belgio, Olanda, Portogallo e Danimarca sembrano riportare una maggiore percentuale di casi tra le donne. In altri paesi, più lontani, come Singapore, Pakistan e India, l’infezione sembra essere molto più frequente nei maschi.

 

Un dato italiano interessante, da analizzare, è quello che riferisce come il 69% degli operatori infetti è donna; informazione comunque in linea con le quelle indicate dagli Stati Uniti, Spagna e Germania che riportano queste percentuali (rispettivamente: 73%, 72% e 75%); saranno necessari comunque ulteriori studi per poter giungere a delle conclusioni sicure ma questi dati sono più comprensibili se consideriamo la più alta percentuale di donne presenti in questa categoria professionale.
Ora sarà determinante conoscere ed esaminare quali sono le reali differenze di genere e di sesso, rispetto alla incidenza e alla letalità del Coronavirus; questo dovrebbe rappresentare un primo step per studiare e capire i reali meccanismi biologici e poi anche sociali che sono determinati per spiegare queste differenze.

Fatto questo, poi sarà più facile eventualmente impostare le future strategie di prevenzione e capire quali strategie terapeutiche sono le più mirate e specifiche da utilizzare negli uomini e nelle donne.

 

Fonti:

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 28 aprile 2020

5 commenti

#1
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Utente 344XXX

Buon giorno! Mi chiamo Nicola chiedo un parere medico, in adolescenza 13 anni di età mi è sceso il testicolo dx, a seguito di questo scesa ho incominciato ad avere dei dolori lombari, che comunque me lho porto da anni. Nel 2014 a seguito di questo dolore mi hanno messo una rete inguinale dx, dopo di che la mia vita è peggiorata, dolori frequenti ed in più sto male a livello ormonale, vomito, nausea, creando i qualche sostanza interna che poi scende interno scrotale, successivamente lo scroto incomincia a sudare o trasudare portando gli slip ad bagnarsi i continuazione, poi incominciò ad avere febricola. Praticamente devo assumere antibiotici.. Dopo nel 2016 a seguito di quanto scrivo il testicolo SX quello buono, si infetta ed sono costretti ad asportarlo, ma senza risolvere il problema. Ad oggi ho fatto lo spermiogramma ed non sono più fertile. In questo casa io ho ancora problemi al testicolo dx che continua a farmi male, cosa mi consigliate? Cosa posso fare c'è qualche medico che può darmi una mano? Sono disposto ad farmi rimuovere anche l'altro purché finiscano sti dolori atroci al testicolo anche perché il Testico è piccolissimo ed non riproduttivo. In attesa di un vostro riscontro in merito porgo cordiali saluti.N.Confuorti

#2
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Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

non è questa la sede per una tale discussione, comunque anche a lei ricordo che purtroppo situazioni cliniche complesse e particolari, come la sua, richiedono sempre un primo passo decisivo e fondamentale, cioè una visita clinica diretta; senza questa noi, da questa angolazione, nulla le possiamo dire di preciso e mirato.

Detto questo si ricordi comunque che sempre la visita medica specialistica in diretta rappresenta il solo strumento valido per poterle dare un’indicazione diagnostica mirata e poi eventualmente, quando è possibile, anche una prospettiva terapeutica corretta e che le informazioni fornite via internet vanno sempre intese come meri suggerimenti clinici e di comportamento.

Un cordiale saluto.

#3
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Utente 344XXX

Io la ringrazio per la tempestiva risposta. In ogni caso scusa se insisto, lei potrebbe visitarmi per una visita specialistica? Grazie per la comprensione.

#4
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Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

le ripeto che non è questa la sede per una tale discussione e purtroppo, attualmente, causa pandemia, solo interventi e valutazioni in urgenza è possibile fare.

Bene aspettare che passi questo brutto periodo e poi comunque, in altre sezioni del nostro sito, può trovare le eventuali indicazioni mirate per raggiungermi.

Ancora un cordiale saluto.

#5
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Utente 344XXX

Ok grazie mille del consiglio.. Buonaserata

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