Coronavirus e ormoni sessuali maschili

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

COVID-19 e ormonali sessuali maschili. 

Questo rapporto è stato valutato, in questi mesi, in via preliminare con uno studio retrospettivo da un gruppo di ricercatori cinesi del Reproductive Medicine Center, Zhongnan Hospital della Wuhan University, pubblicato in preprints su medRxiv.

Da quando l'infezione da Coronavirus (SARS-CoV-2) è stata identificata per la prima volta nel dicembre del 2019, questa si è diffusa rapidamente determinando, come tutti sappiamo, una pandemia globale.

Già un precedente lavoro scientifico (vedi la recente news: Coronavirus e fertilità maschile) aveva dimostrato come i recettori (ACE2), usati dal virus per entrare nelle cellule bersaglio, erano molto presenti ed espressi nel tessuto testicolare, soprattutto a livello degli spermatogoni, cellule di Leydig e di Sertoli.

 

Detto questo, tuttavia, non ci sono ancora sicure prove cliniche del fatto che un'infezione da COVID-19 possa sicuramente alterare l’attività delle gonadi maschili nella produzione dei gameti maschili, cioè gli spermatozoi.

La ricerca cinese, ora presentata, ha messo a confronto 81 uomini, con un’età compresa tra i 20 e i 54 anni, positivi al Coronavirus, e 100 uomini senza alcun problema clinico ma equiparati per età.

 

Lo studio ha messo in evidenza che l’LH, l’ormone luteinizzante, era significativamente aumentato nei maschi COVID-19 positivi rispetto ai soggetti senza il virus; il dosaggio di questo ormone si alza generalmente quando si ha una sofferenza delle cellule di Leydig, quelle che producono testosterone, e di conseguenza anche il rapporto tra testosterone e LH era drasticamente diminuito sempre nei maschi con COVID-19 rispetto ai soggetti del gruppo di controllo.

Questo studio potrebbe fornirci forse una prima prova diretta circa un'azione negativa sugli ormoni sessuali maschili, determinata dal Coronavirus, e forse anche sulla relativa attività sessuale ad essi legata.

 

Questi aspetti ormonali sicuramente devono suscitare una maggiore attenzione andrologica con tutte le relative valutazioni cliniche quando, si spera, il periodo della pandemia sarà superato.

Gli stessi ricercatori comunque raccomandano prudenza sulle conclusioni finali di questi dati preliminari e richiedono ulteriori studi sul potenziale impatto negativo del COVID-19, sia sulla salute sessuale che riproduttiva di un uomo colpito da questa viremia.

 

Fonte:

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 31 marzo 2020

5 commenti

#1
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Utente 965XXX

I recettori ace2 sono presenti solo nei testicoli di adulti in età fertile o anche nei bambini? Me lo chiedo perché vorrei capire se questo coronavirus possa alterare ( forse) la fertilità solo se contratto da adolescenti / adulti o se fosse pericoloso per la fertilità futura anche se contratto da bambini, prima della pubertà.

#2
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Dr. Giovanni Beretta

A questo proposito non si hanno sicure informazioni.
Il dubbio temuto è che l’infezione da COVID-19 possa determinare una situazione, come quella scatenata dalla parotite, con un’orchite, cioè un'infiammazione dei testicoli, e quindi compromettere la spermatogenesi, che comunque non è ancora presente nei testicoli pre-adolescenziali.

#3
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Utente 965XXX

Dottore grazie mille per la risposta.. quindi se ho compreso bene IN TEORIA non dovrebbe essere pericoloso se contratto prima della pubertà? Anche se ovviamente non ci sono certezze. Nella parotite l'orchidea e la conseguente possibile infertilità si verifica solo se contratta dopo la pubertà...
Sono preoccupata perché ho un figlio di pochi mesi e ho paura per la sua fertilità futura in caso contraesse questo virus. Io sono logopedista e mio marito medico quindi siamo entrambi a rischio purtoppo.

#5
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Utente 965XXX

Grazie mille! Sono un pochino più tranquilla allora.

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