Biomarcatori nel plasma seminale e spermatogenesi focale nelle azoospermie secretive
In presenza di una azoospermia secretiva, non ostruttiva, può essere più difficile e complicato fare una corretta previsione e prognosi sulle possibilità o meno di recuperare spermatozoi maturi e pronti per essere utilizzati in un tecnica di riproduzione assistita.
Ora alcuni ricercatori iraniani del Dipartimento di Genetica Medica della Tarbiat Modares University di Teheran e del Dipartimento di Biotecnologia Cellulare del Royan Institute for Biotechnology di Isfahan hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista “Andrologia” un lavoro che ha valutato l’utilità di ricercare nel liquido seminale un particolare RNA messaggero (cfs-mRNA, ESX1, MYND15) e i suoi geni aploidi bersaglio (TNP1 e PRM1) con lo scopo finale di identificare la presenza o meno di spermatozoi.
Questo potrebbe essere un metodo non invasivo, capace di indicarci la presenza, anche a livello testicolare, di eventuali focolai di produzione di gameti maschili e quindi suggerirci una prognosi più o meno favorevole sul possibile recupero di spermatozoi, come oggi viene fatto, attraverso le diverse strategie chirurgiche disponibili (TeFNA, TESE e mTESE).
Questa ricerca ha così studiato l’eventuale presenza del cfs-mRNA e l’espressione dei suoi geni nel liquido seminale di trentacinque uomini:
- di questi, sedici erano normozoospermici, cioè erano uomini con un liquido seminale nella norma, e
- diciannove erano azoospermici secretivi, cioè non avevano spermatozoi per un problema testicolare, secretivo e non ostruttivo.
Si è visto così che i livelli di espressione dei geni ZMYND15, TNP1 e PRM1 erano significativamente diminuiti nei liquidi seminali dei maschi che avevano un’azoospermia secretiva rispetto ai normozoospermici, come, pure i livelli di espressione di TNP1 e PRM1 erano ulteriormente ridotti nei liquidi seminali dei maschi in cui non erano stati recuperati chirurgicamente spermatozoi rispetto agli azoospermici che invece avevano recuperato.
Quest’indagine sul liquido seminale, se confermata la sua attendibilità, potrebbe diventare un’ulteriore e nuova indicazione, atta ad evitare eventuali procedure invasive, magari inutili, nel tentativo di recuperare chirurgicamente spermatozoi soprattutto nelle azoospermie secretive.
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