Aids hiv giornata mondiale.

Giornata Mondiale contro AIDS - World AIDS Day

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Ad oggi le nuove terapie per l'HIV permettono di sostenere lo stato di salute delle persone che vivono con l'HIV. Inoltre, contribuiscono a ridurre la carica virale e, quindi, il rischio di trasmettere il virus ad altri. Ma qual è l'attuale situazione della diffusione dell'HIV nella popolazione?

HIV: diffusione

Secondo i dati più recenti diffusi dall'OMS l'HIV deve essere ancora considerato un'emergenza: lo dicono i dati che vengono divulgati ogni anno in occasione della Giornata mondiale contro l'AIDS.

Nel 2023 le nuove diagnosi nella regione europea sono state circa 113.000, con un aumento del 2,4% rispetto al periodo precedente.

Questo dato denota un migliore accesso ai test dell'HIV e alla possibilità di iniziare subito le terapie antiretrovirali, con i farmaci specifici che consentono di evitare il peggioramento della malattia.

all'altro lato, però, dimostra che l'HIV esiste ancora e, secondo l'ECDC, il Centro europeo per il controllo delle malattie, continua a essere elevata la percentuale del virus sommerso e dei non diagnosticati [1].

La situazione dell'HIV in Italia

Per quanto riguarda l'incidenza delle nuove diagnosi di HIV nel 2023 l'Italia registra un'incidenza di 4 nuovi casi ogni 100.000 residenti. In termini assoluti le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state 2349.

La popolazione più colpita resta quella maschile nella fascia di età tra i 30 e i 39 anni e la causa più frequente dell'infezione è la trasmissione sessuale.

Continuano ad aumentare le diagnosi tardive nel 2023 che rappresentano il dato più preoccupante in Italia:

  • circa la metà dei nuovi casi ha effettuato il test dell'HIV dopo la manifestazione di sintomi o patologie legate all'HIV;
  • la maggioranza delle nuove diagnosi di AIDS ha scoperto la sieropositività solo pochi mesi prima;
  • quasi il 60% di chi ha ricevuto la diagnosi di HIV si trovava già in AIDS o comunque prossimo a questa condizione.

Per quanto riguarda, appunto, l'AIDS nel 2023 i nuovi casi sono stati 532 (0,9 ogni 100.000 residenti) [2].

Guarda il video: Quando fare il test dell'HIV?

HIV: nuove terapie

Ad oggi non esiste ancora un vaccino o una cura per l'HIV, tuttavia i progressi fatti con le terapie farmacologiche permettono di affrontarlo come un'infezione cronica.

Dal 1997 sono state introdotte specifiche terapie antiretrovirali combinate (cART) che non eliminano il virus ma, quando iniziate, permettono di tenerlo sotto controllo ed impedire di ammalarsi.

Nel corso di questi anni i nuovi farmaci a disposizione hanno migliorato la qualità di vita e permesso di abbassare il rischio di trasmissione.

Quando iniziare la terapia per HIV?

Gli studi dimostrano i vantaggi dell'inizio precoce della terapia anti-HIV e le linee guida raccomandano la terapia antiretrovirale a tutti i soggetti con infezione da HIV, indipendentemente dalla condizione immuno-sierologica.

I farmaci anti-HIV, inoltre, svolgono anche un ruolo preventivo: la terapia per l'HIV abbassa la carica virale e contribuisce ad aumentarne la trasmissione e la diffusione. Si parla, infatti, di TasP (Treatment as Prevention) che sottolinea il ruolo che ha la terapia antiretrovirale nella prevenzione dell'HIV [3].

PrEP: la profilassi pre-prevenzione

Tra gli strumenti a disposizione per prevenire la diffusione e fermare l'epidemia di HIV-AIDS (obiettivo fissato per il 2030 dalla comunità internazionale) c'è la PrEP.

La profilassi pre-esposizione consiste nel somministrare i farmaci antiretrovirali in soggetti sieronegativi, ma potenzialmente ad alto rischio di contagio. Tra questi l'OMS per la regione europea indica le persone che fanno uso di stupefacenti, detenuti e migranti non regolari [4].

La somministrazione della PrEP avviene in contesti clinici con prescrizione medica previa valutazione di specialisti in malattie infettive.

Per approfondire:Contagio HIV: quali sono le situazioni di rischio?

HIV e AIDS: facciamo chiarezza

Ricordiamo che l’HIV è il virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunoficiency Virus) che colpisce le cellule del sistema immunitario, rendendolo sempre più debole.

La persona con una infezione da HIV può così essere più facilmente attaccata da diversi microrganismi patogeni, quindi essere più esposta ad una serie di patologie ed infezioni anche gravi, si parla allora di AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita).

Quando si è entrati in contatto con il virus HIV questo rimane nel nostro organismo per tutta le vita e si parla quindi di sieropositività.

Questa positività può anche essere priva di qualsiasi sintomo negativo significativo anche per diversi anni (sono state segnalate persone sieropositive e senza problemi clinici per più di dieci anni), ma la cosa drammatica è che queste persone possono essere veicoli di trasmissione del virus.

Per questo è molto importante, ad esempio se si è avuto un rapporto sessuale a rischio e non protetto, con la tempista corretta, fare il test HIV per capire se si è preso o no il virus.

Come si trasmette l'HIV

Ricordarsi che l'HIV si trasmette solo quando le nostre mucose vengono a contatto senza protezione con sangue, secrezioni vaginali, sperma e latte materno.

In particolare i dati dimostrano che la maggior parte dei contagi avviene per via sessuale, pertanto tra i comportamenti più a rischio ci sono i rapporti sessuali non protetti.

Come non si trasmette l'HIV

Il virus dell'HIV non si trasmette per contatto indiretto, con la saliva, con le feci, il sudore o le urine.

Lavorare, andare a scuola, in palestra, cioè in sintesi vivere con una persona sieropositiva nota non comporta alcun rischio di contagio.

Per approfondire:Come si trasmette il virus dell'HIV?

Fonti

  1. Underdiagnosis and late HIV diagnoses are holding back progress to end AIDS in the European Region - European Centre for Disease Prevention and Control
  2. Le nuove diagnosi di HIV e i casi di Aids in Italia nel 2023 - Istituto Superiore di Sanità
  3. Terapia anti-HIV - LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS
  4. HIV e profilassi pre-esposizione: a che punto siamo? - Istituto Superiore di Sanità
Data pubblicazione: 01 dicembre 2018 Ultimo aggiornamento: 30 novembre 2023

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3 commenti

#1
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Ex utente

Buongiorno Dottore,
Ma possibile che dopo 30 anni dal riconoscimento della malattia ,se ne parli ancora ,con dati particolarmente drammatici :130 mila .
In un mondo dove sembra che tutti sappiano tutto ?!?
Sarà incoscienza ,superbia o ignoranza ?
Grazie buona domenica.

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