Ecodoppler a pene flaccido e deficit dell’erezione
Ecocolordoppler a pene flaccido: utile nello studio di un deficit dell’erezione?
A questa domanda hanno cercato di dare una risposta alcuni ricercatori cinesi del Department of Medical Ultrasonics, Institute of Diagnostic and Interventional Ultrasound, dell’Ospedale Universitario di Sun Yat-Sen di Guangzhou, con uno studio preliminare prospettico ora pubblicato sulla rivista “BioMed Central Medical Imaging”.
L’intento dei ricercatori cinesi è stato quello di valutare, attraverso alcune misurazioni ecografiche a pene flaccido, in presenza di un deficit dell’erezione, la possibilità di uno screening più semplice e meno invasivo, rispetto all’ecocolordoppler dinamico che prevede invece una preliminare stimolazione delle arterie dei corpi cavernosi del pene tramite l’iniezione diretta di farmaci vasoattivi, come la papaverina oppure la prostaglandina E1.
Sono stati così arruolati e selezionati, in un gruppo clinicamente omogeneo, 260 uomini che chiedevano una consulenza andrologica per un problema erettivo e 54 maschi, senza problemi, presi come gruppo di controllo.
Tutti sono stati valutati, tramite diverse indagini cliniche standard, compreso l'Indice Internazionale della Funzione Erettile (IIEF); a questo punto a tutti è stato fatto fare un ecocolordoppler basale delle arterie cavernose del pene.
In estrema sintesi si è così visto che la velocità media di picco sistolica (PSV) delle arterie cavernose nei pazienti che lamentavano un deficit dell’erezione variava tra i 7.76 e gli 11.12 cm al secondo con un aumento significativo del valore in rapporto agli esiti non negativi delle precedenti indagini cliniche standard condotte.
Il confronto con il gruppo di controllo, cioè gli uomini senza disturbi dell’erezione, ha poi permesso ai ricercatori di affermare che il valore massimo, il cutoff, della velocità media del picco sistolico a pene flaccido per arrivare ad escludere un problema arterioso era di 8.20 – 8,90 cm al secondo; sopra questi valori i ricercatori escluderebbero, senza esitazioni, un deficit dell’erezione arteriogenico.
Fonte:
https://bmcmedimaging.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12880-018-0284-2
Altre informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html