Ipogonadismo: nuove linee guida

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

In medicina si intende con il termine di “ipogonadismo” una situazione clinica che determina una non adeguata produzione di ormoni sessuali: il testosterone da parte dei testicoli negli uomini ed gli estrogeni da parte delle ovaie nelle donne.

All’inizio di quest’anno l’Endocrine Society ha proposto, riaggiornandole, le nuove linee guidaandrologiche” su questo argomento che sono state ora pubblicate sul "Journal of the American Medical Association" (JAMA).

 

    

 

Queste sono le note, a mio parere, più significative tra le recenti raccomandazioni cliniche consigliate per i maschi: la terapia con testosterone non è raccomandata negli uomini che presentano un tumore al seno e alla prostata (indicazione già ben conosciuta); questa non è consigliata pure nei maschi con infiammazioni od infezioni delle vie genito-urinarie e in presenza di cardiopatie.

 

   

 

Punti in discussione sono poi l’utilizzo del testosterone in uomini che stanno cercando un figlio e l’indicazione, con modalità ordinaria, dell’ormone in uomini over 65 anni anche se presenti basse concentrazioni di testosterone nel sangue.

Prima di arrivare ad una diagnosi di ipogonadismo, sottolineano gli estensori del documento, bisogna fare sempre almeno due valutazioni del testosterone e queste, date le numerose variabili biologiche in campo, devono indicarci in modo chiaro e preciso che siamo in presenza di un vero ipogonadismo.

 

     

 

Nelle nuove linee guida si sottolinea poi che le strategie terapeutiche da adottare devono essere indicate sempre in modo individuale, caso per caso, sulla base della possibile presenza di eventuali comorbidità, dell’intensità dei sintomi ed è necessaria sempre una completa discussione con il paziente del rapporto rischio/benefico che comporta questo tipo di terapia condotta per lunghi periodi di tempo.

Importante impostare poi un monitoraggio del quadro clinico, dosaggi ormonali compresi, soprattutto durante il primo anno di terapia e poi comunque questo deve essere poi fatto almeno una volta l’anno.

 

     

 

Queste linee guida sono utili soprattutto perché ci ricordano che è importante seguire un protocollo di test specifici prima di indicare una terapia mirata con androgeni al fine di arrivare ad una diagnosi certa e corretta; mai fermarsi solo ai sintomi lamentati che spesso sono aspecifici come senso di debolezza, affaticamento, aumento di peso e del grasso corporeo, depressione e mancanza di motivazioni e di autostima.

Qui il problema clinico fondamentale rimane sempre quello di fare una corretta diagnosi differenziale tra ipogonadismo vero ed altre patologie.

 


Fonte:

https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2675569?redirect=true

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/6830-il-testosterone-migliora-la-vita-sessuale-nella-terza-eta.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/2580-piu-testosterone-meno-bugie.html

 

Data pubblicazione: 16 agosto 2018

4 commenti

#1
Foto profilo Dr. Pierluigi Izzo
Dr. Pierluigi Izzo

Concordo con la necessità di valutazione gli aspetti sindromici dell'ipogonadismo, puntualmente sottolineati nell'articolo,che vanno sempre presi in considerazione prima di prescrivere una terapia.

#2
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Pierluigi,
io condivido la tua puntuale osservazione su questo complesso problema clinico.
Un abbraccio.
Giovanni

#3
Foto profilo Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Una bella news , che forse pone un freno alle libere interpretazioni di psudo ipogonadismi o pseudo andropause, con frettolose ed inadeguate richieste di prescrizioni ormonali da parte dei pazienti.
Grazie e complimenti come sempre

#4
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Andrea,
le tue osservazioni mirate e precise sono sempre molto gradite.
Sempre un caro saluto.

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