Fertilità maschile: attenzione all'Ibuprofene
Questa segnalazione ci giunge da un recente lavoro condotto da un gruppo di ricercatori franco-danesi ed pubblicato la settimana scorsa sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
L’Ibuprofene è un antinfiammatorio, antidolorifico presente in più di cento farmaci molto utilizzati e noti (Algofen, Brufen, Arfen, Nurofen, Moment, Antalgil ed altri ancora) e che viene utilizzato con una certa facilità e senza molte precauzioni anche nei giovani sportivi che praticano soprattutto “sport di contatto” per prevenire, prima della gara o confronto sportivo, eventuali dolori legati al contrasto agonistico.
Già si sapeva che l’Ibuprofene ha un effetto negativo sulla produzione di testosterone e quindi si poteva ipotizzare anche un problema sulla fertilità maschile che, per la sua ultima parte, dipende proprio da quest’ormone.
Partendo da questa premessa i nostri ricercatori hanno condotto uno studio a random su 31 giovani uomini volontari, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: a 14 di questi è stata somministrata una dose complessiva di 1200 mg di Ibuprofene al giorno, distribuita in due volte al giorno; in pratica la dose massima giornaliera, consigliata sul bugiardino, per 14 giorni mentre ai restanti uomini è stato dato un placebo con le stesse modalità di somministrazione.
A questo punto sono state condotte le relative indagini ormonali di controllo ed è stato così verificato che l’antinfiammatorio in questione alterava l’equilibrio ormonale soprattutto a livello dell'ipofisi (ghiandola posta sotto il nostro cervello e capace di regolare tutto il sistema endocrino del nostro organismo) che è la struttura anatomica che ordina anche la produzione di testosterone a livello testicolare.
Quest’alterazione dell’attività ipofisaria si è vista così associata ad una significativa alterazione della fertilità di questi giovani maschi, che avevano assunto l’Ibuprofene solo per 14 giorni e che presentavano liquidi seminali da over 50.
Dobbiamo segnalare che questo antinfiammatorio, proprio per le alterazioni ormonali che può dare, ha effetti negativi anche a livello cardiovascolare e sull’umore con possibili episodi associati a depressione.
I giovani arruolati nello studio comunque si sono “salvati” e hanno recuperato a pieno la loro attività androgenica ma ora diventano importanti ed interessanti le future ricerche cliniche anche in quelle popolazioni di pazienti che usano l’Ibuprofene a dosi più basse ma per terapie continuative, croniche e quindi di lunga durata.
Fonte:
http://www.pnas.org/content/early/2018/01/03/1715035115.full
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