Orientarsi nell’infertilità maschile tra bufale e faciloneria
Assodato che bypassare lo specialista nella gestione di qualsiasi malanno è diventata pratica comune da che esiste una ipermegaenciclopedia di immediato accesso a costo zero, l’idea è di fornire qualche spunto di riflessione basato sulla evidenza agli irriducibili del fai date.
Ciò non significa che una volte lette queste poche righe avrete un diploma di specializzazione ma che, forse, si possa insinuare legittimo dubbio sul fatto che evitare cavolate macroscopiche sia perlomeno possibile. Solo qualche giorno fa una donna con una grossa tumefazione al seno, si è presentata dall’oncologo. Ovviamente in estremo ritardo e con feroce probabilità di essere già piena di metastasi ha affermato tranquillamente che le caratteristiche della tumefazione, secondo le informazioni trovate in rete, sarebbero state quelle di un tumore benigno.
L’infertilità maschile si pensa erroneamente non faccia, di solito, morti e feriti ma solo coppie sterili le quali non saranno però propriamente felici. Il fatto che in circa il 4% degli uomini infertili si trovi una patologia maggiore potenzialmente letale è un dato di fatto che dovrebbe far riflettere.
La diagnosi di tumore testicolare si realizza solo se il paziente viene visitato e sottoposto ad ecografia e non se, una volta effettuato l’esame dello sperma, si conclude il tutto con la prescrizione del solito antiossidante.
Per la cronaca alterazioni come l’azoospermia sono presenti nel morbo di Hodgkin, nelle leucemie, nelle insufficienze renali e altro che non viene diagnosticato per semplice faciloneria o quando, per colpevole avarizia, si lesina sulle procedure diagnostiche.
La prima, incommensurabile bufala che si incontra giornalmente nella pratica clinica è nella maggior parte degli esami dello sperma.
In moltissimi esami alla fine si trova la dizione fertile, subfertile, sterile. Chi scrive ciò sullo spermiogramma è un incommensurabile somaro che evita di far mente locale sul fatto che tali aggettivi sono propri solo della coppia e non possono essere attribuiti al singolo maschio o femmina che sia.
Trecento anni dalla scoperta dello spermatozoo non sono serviti a far entrare nella durissima zucca di chi non vuole capire che l’esame seminale è uno strumento che serve al clinico per orientarsi e non misura la fertilità.
La fertilità si misura solo ed esclusivamente a posteriori, ovvero a figli in braccio. Ipotizzate una situazione di una coppia che tenta di procreare. Se, sulla base dell’esame seminale su cui viene scritto sterile, la coppia stessa si dà pace e non succede niente, la pace continua. Se, invece, la signora rimane gravida, sono possibili eventi che vanno dalle scenate isteriche al femminicidio. Ora, però, grazie al DNA, ogni spermatozoo e ovulo ha su se stesso stampato nome e cognome per cui, a fronte di qualche indagine di laboratorio seria, è facile stabilire se il prodotto del concepimento viene dalla coppia o da interferenza esterna.
Ottimo per gli avvocati divorzisti, ma la bufala era a monte.
La seconda bufala è di stretta derivazione dalla prima. L’elaborazione, da parte di un cervello, della differenza tra il concetto “ Possibilità” e quello di “ probabilità”. A livello di esame seminale la presenza di spermatozoi, ancorchè pochi, definisce che esiste la possibilità che uno di questi raggiunga l’ovulo e che a questo evento segua una gravidanza a termine. Se gli spermatozoi mancano la possibilità di gravidanza non esiste. Non è così difficile. Bianco o Nero. Per tutto il resto c’è la scala dei grigi nelle sue infinite sfumature.
Ora ipotizziamo di avere a che fare con una situazione di quelle molto frequenti in cui gli spermatozoi sono presenti ma si muovono poco. Sappiamo che la percentuale di motilità progressiva è correlata alla probabilità di gravidanza per cui viene facile affermare che la motilità progressiva sia predittiva di gravidanza.
Però ciò è “vero” in funzione del dato statistico ottenuto in maniera retrospettiva il che significa che il dato è ricavato da coppie che hanno già procreato. La bufala sta nel copia e incolla del dato che viene trasformato da retrospettivo a predittivo nulla o poco sapendo della situazione del partner femminile della coppia la quale può essere sanissima come assolutamente non sana. Entrambe potrebbero essere fertili ma ne avranno ragionevole certezza solo dopo, mai prima.
La terza bufala è la storia del Varicocele, patologia sulla quale si sono spesi fiumi di parole e che, in estrema sintesi, sembra essere la sola causa conosciuta di infertilità maschile. L’assioma “ varicocele uguale sterilità se non lo operi” per sua intima semplicità, ha talmente preso piede nell’immaginario collettivo che non sarà mai possibile eradicarlo (dall’immaginario) fino a quando non entrerà nella durissima zucca il fatto che si tratta ancora una volta di “predizioni” con lo stesso valore delle previsioni del tempo.
Quello del varicocele che non è una bufala:
- È una patologia che fa parte della sindrome varicosa, in buona parte genetica e che può alterare in parte o in tutto i testicoli
- Operare il varicocele è come operare la safena, a volte serve, a volte no
- Soggetti col varicocele possono essere fertili (retrospettivo!)
- Soggetti senza varicocele possono essere sterili (retrospettivo!)
- A distanza di venti anni soggetti operati e non operati hanno lo stesso numero di figli
Per oggi mi fermo ma ritornerò sull’argomento.