Il testosterone rende più "frenetico" il mercato azionario
Questa notizia un pò curiosa emergerebbe da un lavoro, condotto da alcuni ricercatori anglo-americani e pubblicato ora sulla rivista “Management Science”.
La ricerca, supportata da tre Università: la Western University, l’Oxford University e la Claremont Graduate University, ha interessato 140 giovani operatori di borsa, ai quali, a caso, cioè in modo randomizzato, è stato somministrato un gel contenente del testosterone oppure un prodotto identico, ma con solo del placebo, cioè senza l'ormone in questione, prima di iniziare il loro lavoro caratterizzato, come tutti sappiamo, da trattative di acquisto, di vendita e da vari scambi azionari stressanti e frenetici.
I ricercatori, analizzando i dati osservati, hanno così scoperto che il gruppo di azionisti, a cui era stato somministrato del testosterone, era molto più aggressivo ed intraprendente rispetto al gruppo di operatori che non aveva ricevuto l’ormone maschile "per eccellenza"; questi ultimi avevano un atteggiamento più riflessivo, meno aggressivo, e sembrano seguire il più prudente concetto: “Compra a poco e vendi a tanto”.
Gli operatori di borsa a cui era stato dato il testosterone erano invece più vicini al motto: “Compra a tanto e vendi ancora a più”, principio questo ispiratore in finanza di molte e pericolose “bolle speculative".
Il suggerimento finale, che sembra emergere da questo studio, è che un testosterone più alto può modificare l’atteggiamento degli operatori di borsa, condizionare le loro decisioni finali, facendo sovrastimare il valore delle azioni da loro trattate.
Ricordiamo che oggi la maggior parte degli agenti di borsa sono giovani di sesso maschile e anche questo studio ci indicherebbe che alcuni fattori biologici, come gli ormoni, possono influenzare pesantemente il comportamento acuto di un uomo e così condizionare in modo significativo eventuali fluttuazioni positive o negative del mercato azionario.
Fonte:
https://doi.org/10.1287/mnsc.2017.2836
Altre informazioni:
https://www.medicitalia.it/news/andrologia/2580-piu-testosterone-meno-bugie.html