Inibitori della 5α-reduttasi e rischio di disfunzione erettile
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione
Le due condizioni cliniche in cui si impiegano gli inibitori della 5α-reduttasi sono l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) e l’alopecia maschile. Dato però che questi farmaci diminuiscono la quantità di 5α-diidrotestosterone disponibile, potrebbero comportare un problema erettile quale effetto collaterale (almeno in via teorica).
Per studiare il problema, alcuni ricercatori USA hanno realizzato uno studio caso-controllo su 72.000 maschi di età ≥ 40 anni affetti da IPB e 12.000 maschi (età compresa tra 18 e 59 anni) affetti da alopecia in varie forme, privi di disfunzioni sessuali o di condizioni che avrebbero potuto provocarle.
Quelli affetti da IPB hanno ricevuto la prescrizione di finasteride o dutasteride da sole, un α-bloccante da solo (tamsulosin) o entrambi i farmaci; nel gruppo dell’alopecia è stata utilizzata solamente finasteride oppure nessun trattamento.
I soggetti che hanno avuto una diagnosi ed un trattamento per disfunzione erettile sono stati parificati ognuno con 4 controlli non affetti da questo problema. Nel gruppo dell’IPB l’uso degli inibitori della 5α-reduttasi (con o senza α-bloccante) non si è associato ad un aumento del rischio di disfunzione erettile, paragonato all’uso dei soli α-bloccanti.
Da notare che il rischio è aumentato con l’aumentare della durata dell’IPB, indipendentemente dall’uso dei farmaci. Nel gruppo dell’alopecia la finasteride non ha causato alcun aumento del rischio in esame.
Data pubblicazione: 06 ottobre 2017