Cellule staminali e deficit dell'erezione

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questa prospettiva sembra essere una possibile strategia terapeutica, soprattutto in presenza di un disturbo dell’erezione secondario ad interventi chirurgici che coinvolgono la prostata.

Questi i risultati riportati da un gruppo di ricercatori danesi dell’Odense University Hospital al 32 Congresso dell’European Association of Urology, svoltosi in questi giorni a Londra.

 

  

 

Un intervento per un tumore della prostata, anche quando si utilizzano strategie chirurgiche “conservative”, facilmente presenta, come effetto collaterale importante, un disturbo dell’erezione a volte associato anche ad una incontinenza.

I trattamenti oggi disponibili sono sostanzialmente di tipo farmacologico (Sildenafil, Vardenafil, Tadalafil, Avanafil ed altro) oppure tramite iniezioni nei corpi cavernosi o ancora inserendo delle protesi peniene.

In questi anni alcune ricerche sembrerebbero dimostrare per le cellule staminali una potenziale azione terapeutica in presenza di un disturbo dell’erezione ma è la prima volta che una terapia così specifica, basata sull’utilizzo di queste cellule, ha permesso a pazienti, affetti da una disfunzione erettile post-chirurgica, di avere rapporti sessuali spontanei e completi.

Ventuno sono i pazienti che hanno partecipato allo studio e in tutti i casi considerati il problema erettivo era determinato da interventi chirurgici per cancro della prostata; i ricercatori per ottenere delle cellule staminali hanno utilizzato questa tecnica: dopo aver prelevato, tramite liposuzione, del grasso addominale, hanno isolato le rispettive cellule staminali che poi sono state iniettate nei corpi cavernosi del pene. Entro sei mesi dall’intervento otto pazienti, senza problemi d’incontinenza urinaria, sono riusciti ad avere un rapporto sessuale di tipo penetrativo.

 

       

 

I miglioramenti sembrano essere durati per circa dodici mesi e sono stati confermati utilizzando un questionario vidimato per valutare appunto la funzione erettile, cioè l’IIEF; questi risultati positivi sarebbero continuati anche oltre il primo anno dall’utilizzo della metodica.

Tutto questo potrebbe suggerire la possibilità utilizzare cellule staminali anche in presenza di disturbi dell’erezione non solo post-chirurgici ma, su questo filone di ricerca clinica, la strada potrebbe non essere breve prima di arrivare appunto ad un utilizzo clinico significativo di questa metodica.

I ricercatori sono ora decisi e pronti a passare ad una seconda fase più avanzata delle ricerche per stabilire, in modo preciso, sia la sicurezza sia l’efficacia della procedura da loro utilizzata.

Ultima osservazione infine, da prendere in considerazione, è che lo studio, qui riportato, è relativo solo ad un piccolo numero di pazienti e che la procedura manca anche di un relativo gruppo di controllo.

 

Fonte:

http://uroweb.org/wp-content/uploads/Haahr-press-release-FINAL.pdf

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1234-nuove-terapie-emergenti-nel-trattamento-della-disfunzione-erettile-de.html

 

Data pubblicazione: 03 aprile 2017

18 commenti

#1
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Dr. Patrizio Vicini

Articolo molto interessante.
Sicuramente le cellule staminali saranno un valido ausilio in futuro anche in Andrologia.
Aggiungerei che rispetto al PRP ( plasma piastrinico), il prelievo delle cellule staminali con liposuziond aumemta l' invasivita' ed i tempi della metodica.

#2
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Dr. Giovanni Beretta

Caro Patrizio,

queste sono tutte strategie terapeutiche molto interessanti e da seguire; non so se ad tutt'oggi il plasma arricchito di piastrine (PRP) è già stato utilizzato in una sperimentazione clinica mirata su uomo con disturbi erettivi, soprattutto se dovuti a problematiche post-chirurgiche.

Un caro saluto.

#3
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Dr. Andrea Militello

Saluto Giovanni e Patrizio ......si stanno aprendo spiragli terapeutici , nella speranza che una volta codificati saranno utilissimi nel recupero di molte forme di DE.Le due metodiche sono diverse ma portano sempre all'obiettivo di utilizzare ...il nostro stesso corpo per curare le nostre malattie ....

#4
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Dr. Giovanni Beretta

Caro Andrea,

è proprio in questa direzione che penso si potranno trovare le soluzioni terapeutiche meno invasive e più "fisiologiche" a diversi problemi dell'erezione che quotidianamente affrontiamo in andrologia

Sempre un cordiale saluto.

#5
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Davvero interessante, si stanno cominciando ad avere risultati dall'applicazione di cellule staminali prelevate dall'adulto.
Grazie Giovanni

#7
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Utente 266XXX

Buonasera ai gentili medici e, un ringraziamento particolare al dott. Beretta che ci aggiorna su ogni nuova proposta terapeutica.
Prendendo spunto dalla news, vorrei chiedere allo stato dell'arte, in ambito clinico, quali sono concretamente le aspettative della prp. Se esiste un protocollo validato e se si possono dare delle percentuali di successo in relazione alla tipologia di diagnosi da d.e.
Mi risulta che esistono, almeno in Italia, due protocolli differenti, un primo tipo che si esaurisce in un'unica applicazione, un altro in più applicazioni.
Infine, ho letto da qualche parte che già anni fa si utilizzava una tecnica simile presso l'ospedale di Genova per curare (con scarsi risultati però) la fibrosi peniena (morbo di La Peyronie).
Cordiali saluti

#8
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Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

personalmente non sono a conoscenza al momento di conclusioni cliniche significative italiane, né con l'utilizzo di plasma arricchito di piastrine (PRP) né con le cellule staminali.
Comunque sempre pronti a ricevere eventuali nuove indicazioni terapeutiche praticabili.

Un cordiale saluto.

#9
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Utente 454XXX

Buonasera, volevo sapere se questa "tecnica" permetterebbe di superare i deficit di erezione dovuti all'utilizzo di antidepressivi

#10
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Difficile per il momento sostenere questa strategia terapeutica in presenza di un problema ansioso-depressivo.

#11
Foto profilo Utente 454XXX
Utente 454XXX

La ringrazio per la risposta gentile Dottor Beretta, quindi secondo lei dovrei rassegnarmi una volta per tutte a non avere più rapporti sessuali "per colpa" degli antidepressivi?

#12
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Dr. Patrizio Vicini

Caro lettore,
il PRP o plasma piastrinico ricco di cellule staminali trova indicazione in caso di deficit erettile di tipo organico, nel suo caso sarebbe opportuno valutare con un neurologo eventuale cambio di farmaci che assume ammesso che sia l'unica causa del deficit erettile di cui riferisce.
Cordiali saluti.

#13
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Utente 463XXX

Salve a tutti, sono un uomo affetto da ipp da ormai due anni. ho utilizzato vitamina E, mi sono sottoposto a tecnica con prp che, dopo le prime settimane, almeno nel mio caso si è rivelato un paliativo, poichè è tornato tutto come prima se non peggio, a detta dell'andrologo che mi ha tuttora in cura. Egli mi sta invece sottoponendo ad infiltrazioni con Verapamil ed altri due farmaci combinati, una volta al mese, facendomi utilizzare il vacuum device...le placche effettivamente sembrano ridotte, ma a volte ricompaiono in altri punti, il turgore del pene è ai minimi storici ( dopo la prp mi ero illuso di avere un pene "tutto nuovo" e anche un pò più grosso) e insomma mi sto piuttosto demoralizzando. Ho solo 43 anni e vorrei gentilmente chiedere, secondo il vostro parere, quanto tempo ancora ci vorrà affinchè l'utilizzo delle staminali abbia superato tutti gli step e sia finalmente una cura reale, tangibile e dai risultati duraturi. Grazie.

#14
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Dr. Patrizio Vicini

Il tempo non è prevedibile.
Sicuramente risultati positivi ci sono.
Occorrono studi a lungo termine e multicentrici per validare dal metodica del PRP.

#15
Foto profilo Utente 463XXX
Utente 463XXX

Gentile Dott. Vicini,
ringraziando per la rapida e gentile risposta, volevo però evidenziare non stessi parlando della prp, come lei riporta al termine del suo commento, ma delle cellule staminali prelevate da tessuto adiposo; capisco sia difficile prevedere una tempistica certa, ma considerando che, almeno per ciò che riguarda i risultati emersi in Danimarca dalle infiltrazioni fatte a pazienti post prostectomia, si parla del 2015/6, si potrebbe indicare un periodo mediamente attendibile per validare una cura in via definitiva? Mettetevi nei panni di chi spera di riavere una vita sessuale normale, non voglio certo tediare con domande troppo pressanti. Grazie ancora della disponibilità.

#16
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

a volte per validare una terapia specifica e complessa, come quella menzionata, vengono richiesti anche 10 e più anni di conferme e verifiche cliniche positive con assenza di significative effetti collaterali negativi.

Ancora un cordiale saluto

#17
Foto profilo Utente 463XXX
Utente 463XXX

Grazie mille per la gentile risposta. In ultimissima istanza, e poi veramente chiudo e non vi disturbo più, quale si considera "l'anno zero" per questa nuova terapia, dalla quale poi è partito tutto l'iter che lei mi descrive?
Cordiali saluti.

#18
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Questa procedura, indicata nella mia news, è partita nel 2016.

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