Gli spermatozoi e varie amenità, dalla salsa di pomodoro ai boxer
La rete, tra le altre cose, alcune simpatiche e altre meno, consente di dare una scorsa ai giornali. Ovviamente, per un andrologo, gli argomenti che solleticano sufficientemente l’interesse da determinarci una cliccata sopra sono quelli che trattano di spermatozoi.
Certamente non si tratta di roba che stia anche sul Medical Index, ma sono scoop giornalistici che hanno l’indiscutibile pregio di allargare le conoscenza di quanti, per lavoro o per necessità personale, vogliono farsi un’idea appena più approfondita del problema infertilità maschile.
Poco tempo fa avevo dato una cliccata sul reclutamento di soggetti maschi che avrebbero sperimentato un nuovo ritrovato per curare l’infertilità maschile. Si trattava di derivati della buccia di pomodoro che contengono una molecola, il Licopene, definita come “nuova arma contro l’infertilità”. Se la memoria non mi inganna, il licopene, fu commercializzato da un’azienda farmaceutica italiana nel lontano 2000 e fu anche il primo integratore alimentare a essere messo in commercio. Corsi e ricorsi storici.
Poi, scorrendo i titoli, appare, sul sito di un’altra blasonata fondazione sempre di casa farmaceutica oramai ex-italiana, che il consumo di alcool interferisce talmente tanto con la produzione di alcuni ormoni che asciuga letteralmente i testicoli provocando un ipogonadismo con relativa carenza di spermatozoi. Sempre considerando che la dose è quella che fa il veleno. Io avevo un vago ricordo di nozioni apprese durante un triennio di scuola di specializzazione che facevano collegare l’alcolismo con un iperestrogenismo da malfunzione epatica con tutte le deleterie conseguenze del caso.
Poi salto e clicco su un altro sito che riporta una dottissima relazione presentata ad un recente convegno Europeo sull’infertilità, anche maschile, dove campeggia una affermazione fatta, guarda un po’, dallo stesso che reclutava pazienti per la salsa di pomodoro.
Colà si afferma che alcool, tabacco e peso corporeo non sono fattori deprimenti per gli spermatozoi mentre la Cannabis lo è. Poi si afferma che, d’estate, la motilità degli spermatozoi cala e che sono fortemente consigliati i Boxer a dispetto degli slip. Per carità, ognuno è libero di esporre il proprio pensiero e anche di sostenerlo, magari con una dimostrazione scientifica.
Consigliare i Boxer, magari ad un soggetto che ha l’abitudine di fare jogging e magari ha un varicocele di terzo-quarto grado con relativo testicolo appeso a mezza coscia, può esporre il malcapitato didimo ad una serie di traumi neanche tanto micro. In effetti quando, quale che ne sia il motivo, si apre chirurgicamente lo scroto di jogger-boxeristi, non è infrequente trovare una valanga di aderenze a complicare l’opera del chirurgo.
Tuttavia il problema maggiore che riscontro è che quasi tutti gli studi sull’infertilità maschile sono basati sul parametro concentrazione di spermatozoi per millilitro di sperma eiaculato. Purtroppo tale parametro è micidialmente ballerino anche nel soggetto sano e fertile, saltando da valori bassi ad alti e viceversa anche solo nel volgere di qualche settimana. Basare uno studio su questo appare per lo meno opinabile.
Un valore dell’esame seminale che, invece, fa meno salti è quello della motilità. Allo stato delle conoscenze sembrerebbe che sia il valore più correlato con la probabilità dell’evento gravidanza e quindi quello sul quale conviene puntare l’attenzione ricercando la o le cause che lo possono abbattere per quindi tentare di rimuoverle.
Va rilevato peraltro che fatica moltissimo ancora ad entrare, nell’immaginario collettivo - chiedendo perdono a Jung- un semplice concetto: Lo spermiogramma non misura la fertilità maschile essendo essa determinata dall’esistenza di una coppia e non del singolo. La fertilità si misura a figli in braccio.