Nelle azoospermie difficili non sempre più utili i recuperi aggressivi
Questo è quanto sembrerebbe emergere da due recenti ricerche, su questa particolare problematica andrologica, pubblicate entrambe sulla prestigiosa rivista “Andrology”.
Il primo lavoro proviene da una complessa valutazione multicentrica che ha coinvolto diverse strutture nazionali, in particolare alcuni Dipartimenti di Urologia lombardi (Milano, Bergamo), di Torino, di Modena-Reggio Emilia e di Roma mentre il secondo, sempre uno studio multicentrico, è stato condotto dal Dipartimento di Urologia e Ginecologia dell’Università del Michigan e dal Dipartimento di Urologia, dell’Ospedale Universitario danese di Herlev.
Entrambi studi clinici molto interessanti; il primo sottolinea come anche la classica procedura bioptica del testicolo, definita cTESE, e non solo la più recente e più "aggressiva" procedura mTESE, che utilizza strategie in cui la scena chirurgica viene ingrandita tramite microscopi ottici, permette comunque un buon recupero testicolare complessivo di spermatozoi, questo recupero può raggiungere il 47,6% anche nei casi di azoospermia non ostruttiva con un tasso complessivo di gravidanze finali (pregnancy rate) del 26.6%.
Questi risultati si confermano come ottenuti con una procedura chirurgica, la cTESE, facilmente riproducibile, più semplice e meno onerosa, anche da un punto di vista economico, rispetto alla più complessa e più difficilmente riproducibile mTESE.
Il secondo lavoro, di scuola americana e danese, rivaluta invece la tecnica di aspirazione percutanea a livello testicolare (TESA), questo è il più semplice e meno invasivo approccio chirurgico per cercare di recuperare spermatozoi direttamente dai testicoli di soggetti azoospermici.
Tale procedura chirurgica prevede appunto l’aspirazione diretta degli spermatozoi, eventualmente presenti nel testicolo, tramite aghi molto sottili che sondano e “mappano” il tessuto testicolare.
Questa è la tecnica indicata sempre in presenza di una azoospermia ostruttiva (OA) e quando si vuole comunque fare una precisa diagnosi citologica.
A causa dei tassi più bassi di recupero di spermatozoi precedentemente segnalati, quando questa tecnica viene confrontata con un’estrazione testicolare tramite mTESE, oggi molti centri di PMA utilizzano sempre quest’ultima tecnica come prima strategia per provare a recuperare spermatozoi nelle azoospermie non ostruttive (NOA).
TESA o TeFNA con mappatura secondo Turek.
Il lavoro in questione sembra smentire e non preferire quest’atteggiamento chirurgico, subito aggressivo, e consiglierebbe una procedura più prudente; infatti i ricercatori americani e danesi sostengono che in uomini azoospermici, con una TESA precedentemente fallita, si hanno, tramite una mTESE, in realtà limitate possibilità di recuperare spermatozoi utili per una tecnica di fecondazione assistita e, di contro, l’incidenza di complicazioni post-chirurgiche salirebbero dal 3% al 21% degli operati.
Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26872565
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26789006
Altre informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/195-l-azoospermia-quando-non-ci-sono-spermatozoi.html
https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/617-ricerca-al-microscopio-di-spermatozoi-da-testicolo-per-fecondazione-assistita-la-tecnica-micro-tese.html