Testosterone nella terza età: indicazione ancora utile?

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Questo dubbio è stato lanciato in questi giorni da un "pesante" lavoro clinico, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che raccoglie una serie di ben 7 studi coordinati, in doppio cieco, controllati versus placebo, condotti presso 12 centri negli Stati Uniti d'America e finanziati dai National Institutes of Health.

Una selezione rigorosissima ha preceduto la scelta finale di soli 790 soggetti, su gli oltre 50 mila maschi preliminarmente valutati; tutti dovevano avere un’età pari o superiore a 65 anni, bassi livelli di testosterone nel sangue e chiari disturbi, legati esclusivamente ai non normali livelli dell’ormone considerato, cioè riduzione della libido, difficoltà nel camminare o nel salire le scale o astenia.

 

          

 

In questi ultimi anni diversi studi e diverse scuole endocrinologiche ed andrologiche hanno supportato la tesi che una terapia sostitutiva in uomini over 65 determinasse un miglioramento della risposta sessuale con una diminuzione della massa grassa ed un aumento di quella muscolare.

Lo studio in questione ha mostrato invece che nel gruppo di soggetti, trattati con testosterone, si è assistito sì ad un ritorno delle concentrazioni dell’ormone nel sangue pari a quelle riscontrate in maschi di 19-40 anni ma l’aumento dell’attività sessuale, erezione e libido, è stato, su una scala di 12 punti, limitato a 0.6 punti e di contro non si sono riscontrati miglioramenti significativi sulle diverse attività fisiche analizzate.

Gli uomini che hanno ricevuto l’ormone hanno comunque segnalato un leggero miglioramento del loro umore e sintomi depressivi meno severi.

 

                

 

Questo studio è sicuramente destinato ad aprire un vivace dibattito tra chi sostiene, come giusta, questa terapia sostitutiva e chi la ritiene invece priva di vantaggi reali a scapito di alcune possibili problematiche, soprattutto a livello cardiovascolare; infatti nel 2% dei soggetti trattati è stata riscontrata una policitemia, cioè l'aumento del volume percentuale occupato dai globuli rossi nel sangue, situazione assente invece nei gruppi placebo.

Problemi questi non secondari anche perché si calcola che negli Stati Uniti più di un milione di uomini della terza età utilizza, come terapia sostitutiva, del testosterone o suoi derivati.

Comunque questa ricerca multicentrica, complessa e con numeri corposi è sicuramente destinata ad essere un punto fermo, capace di fare maggiore chiarezza su un argomento ancora controverso che si può prestare a diverse diatribe, speculazioni e false mitologie mentre, anche su questa particolare tematica andro-endocrinologica, è necessario avere più basi razionali per prendere poi decisioni cliniche sempre più corrette e mirate.

 

Fonte:

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1506119?query=featured_home&

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/229-la-menopausa-dell-uomo-esiste-l-andropausa.html

 

Data pubblicazione: 24 febbraio 2016

3 commenti

#1
Foto profilo Dr. Giulio Biagiotti
Dr. Giulio Biagiotti

Bello e ben scritto.
il problema principale, purtroppo, non è tanto gestire il paziente personalizzando la terapia , cosa relativamente facile, quanto metterci le mani per sistemare i danni da automedicazione.
l'accesso a al testosterone è sostanzialmente libero.
ieri un paziente con un ematocrito a 59 al quale ho rifiutato la ricetta di testosterone ha levato dalla tasca un decadurabolin e mi ha chiesto : Se non posso prendere più il testosterone allora posso prendere questo?

#2
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Ciao Giovanni,
a proposito diela seguente affermazione <<< ritorno delle concentrazioni dell’ormone nel sangue pari a quelle riscontrate in maschi di 19-40 anni ma l’aumento dell’attività sessuale, erezione e libido, è stato, su una scala di 12 punti, limitato a 0.6 punti >>> vorrei chiederti se in tale studio è stata considerata l'assunzione, oltre che di testosterone, anche di farmaci quali viagra, cialis ecc. ed eventualmente perché tali farmaci non avrebbero avuto effetto.

Diversamente, perché non sono stati somministrati in associazione al testosterone?

Grazie e un caro saluto
Giovanni

#3
Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Giulio,
purtroppo hai ragione, niente ho da aggiungere alle tue sacrosante osservazioni.

Caro Giovanni,
in questo studio "puro" sull'azione del testosterone non sono state considerate altre proposte terapeutiche ne le eventuali conseguenze positive su altre terapie in corso.
Detto questo vi sono comunque lavori che confermerebbero una migliore attività degli inibitori delle fosfodiesterasi di tipo V (Viagra , ecc) quando i livelli di testosterone sono buoni.

Un caro saluto ad entrambi.

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